L’Italia è una penisola che si espande nel Mar Mediterraneo; le sue coste misurano circa ottomila chilometri. È facile quindi trovare vigneti si affacciano sul mare, da Nord a Sud. I vini che se ne ricavano hanno caratteristiche comuni così come le hanno, almeno in parte, i vigneti che spesso si trovano su pendii scoscesi a picco sul mare oppure in aree dove l’effetto mitigatore delle acque stempera gli eccessi del clima o le brezze marine contribuiscono in modo importante alla salubrità delle uve. “Vini delle Coste” afferma l’ideatrice Alessandra Guidi, “rappresenta un nuovo appuntamento che porta al Real Collegio di Lucca i vini nati lungo le coste di tutta Italia. Sono tante le aziende che nel loro terroir godono dell’influenza del mare: centrale sarà la costa toscana, ma avremo anche la costa adriatica, le Marche, l’Emilia-Romagna e la Liguria”. Vini delle Coste è una manifestazione, andata in scena a fine marzo 2025, che ha raccolto vignaioli provenienti da tanti territori italiani che si affacciano sul mare e che rappresentano una viticoltura cosiddetta eroica o di frontiera. Prima d’ora non esisteva la possibilità di assaggiare, in un’unica occasione, i vini provenienti da differenti regioni accomunate dall’influsso del mare.
Interessante e benvenuta, quindi, questa prima edizione anche, se, a onor del vero, la Toscana faceva la parte del leone tra le cantine presenti e la rappresentatività degli altri territori italiani è risultata ancora piuttosto scarsa. In ogni caso, il successo della manifestazione lascia presagire un incremento di partecipazione per le prossime edizioni. Lucca e il suo territorio sono stati l’oggetto di una interessante masterclass, condotta da Saverio Petrilli, che ha esaminato, nel dettaglio, le potenzialità di un’area che, rispetto al resto della Toscana e delle sue Denominazioni più note, non è particolarmente conosciuta ma che per la qualità dei suoi interpreti e la varietà dei suoli di cui si caratterizza può regalare vini di eccellente qualità. Anche le degustazioni alla cieca che abbiamo potuto effettuare durante la manifestazione hanno confermato tutto ciò. Questo territorio presenta alcune caratteristiche che la rendono particolarmente interessante anche dal punto di vista enologico. Riguardo ai terreni, sulla provincia di Lucca, che in totale conta poco meno di 17.800 chilometri quadrati, insistono quattro varietà geologiche principali. Questo determina una differenziazione delle espressioni varietali con una certa prevalenza del territorio rispetto ai vitigni. Si passa da terreni sciolti ricchi di sabbia al fondale sedimentario e argilloso di un vecchio lago pre-glaciale, da antichi terreni primordiali ad aree argillose. Dal punto di vista storico, un aspetto particolare di Lucca è stata la scelta, in epoca antica, di non avere un proprio esercito. Nonostante questo, o forse proprio in virtù di questo, è riuscita a mantenere una certa indipendenza rispetto al resto della Toscana. Probabilmente anche grazie alla sua posizione, ha sempre resistito alle conquiste utilizzando, in particolar modo, l’arma della diplomazia.
Questo approccio ha reso le popolazioni locali avvezze allo scambio e all’inclusione; tutto ciò, a livello vitivinicolo, ha portato anche allo scambio di esperienze e di barbatelle con altri territori facendo sì che, nel tempo, nuove varietà si affiancassero a quelle locali in una sorta di vigneto sperimentale. L’apertura mentale delle popolazioni, unita al buonsenso dei contadini, che hanno cercato di diversificare le produzioni per ridurre i rischi, oltre al forte legame con la terra, ha portato alla realizzazione di vigneti e di vini multi varietali. La presenza congiunta di più vitigni non permette che le caratteristiche di uno surclassino quelle degli altri; nascono così vini nei quali è preminente l’effetto del territorio rispetto a quello varietale. Il clima, altro fattore determinante, è fortemente influenzato dal mare con le sue brezze calde e dall’appennino e dalle Alpi Apuane con le loro correnti fredde. La costante ventilazione ha fatto, da circa una ventina di anni, della provincia di Lucca un approdo naturale ai regimi di coltivazione biologico o biodinamico. Oggi circa il 70% dei produttori conduce le vigne in regime biodinamico; gli sforzi dei viticoltori sono rivolti a incrementare e preservare la salute del terreno perché un terreno sano significa una pianta sana che produce uva sana a tutto vantaggio del vino che da essa verrà prodotto. Al contrario l’impoverimento e il decadimento della qualità dei suoli porta, come conseguenza, a un abbassamento della qualità del vino e delle sue capacità di invecchiamento. “Ogni produttore dovrebbe fare il vino che ha nel campo e non quello che ha in testa” una frase forte con la quale Saverio Petrilli sintetizza il concetto del rispetto per territorio, del rispetto per la natura e per i suoi tempi.