I grandi vini di Marqués de Murrieta entrano ufficialmente da oggi nel prestigioso catalogo Sagna S.p.A. Tutta la nobiltà della leggendaria Casa spagnola va quindi ad aggiungersi ad un elenco già profondamente “aristocratico”, fatto di eccellenze e rarità enoiche, di quei simboli luminosi che da sempre rappresentano l’anima più emozionante del vino in ogni parte del mondo.
D’altronde quando si parla di Marqués de Murrieta si parla della storia della Rioja. Il suo fondatore, Luciano de Murrieta, nasce nel 1822 in Perù, ad Arequipa: il padre era un uomo d’affari di Vizcaya e la madre una donna creola benestante. Negli anni trenta dell’800, durante la rivoluzione industriale, Luciano entra in stretta relazione con il Generale Baldomero Espartero, dell’esercito spagnolo con base ad Arequipa. Una figura di riferimento per Murrieta che, una volta ultimata l’indipendenza del Perù, iniziò la propria carriera militare proprio sotto l’ala protettrice di Espartero, che dopo il breve periodo di reggenza assunta nell’ottobre del 1840, fu costretto a fuggire a Londra. È qui che Luciano, circondato dal lusso, scopre la cattiva reputazione che i vini della Rioja avevano rispetto ai più ben noti vini di Jerez, Oporto e Bordeaux. Ed è sempre qui che decise, nel 1848, di andare in Spagna e perseguire un obiettivo: far conoscere all’estero i vini di Logroño, oggi capitale del vino della Rioja.
Dopo quattro anni di viaggi e studi sulla vinificazione nel Médoc, a Bordeaux, Luciano de Murrieta produce il primo vino pregiato (come lo consociamo oggi) nella Rioja e inizia ad esportarlo in tutto il mondo. E in poco tempo arrivano i primi riconoscimenti internazionali. Nel 1872 il Re Amedeo Ferdinando Maria di Savoia onorò Murrieta con il titolo di Marchese per il successo e il contributo alla divulgazione dei vini della Rioja nel mondo.
La grande lungimiranza che ha caratterizzato fin dall’inizio la visione di Luciano de Murrieta si è concretizzata nella tenuta di Ygay, in cui è stato adottato da principio il concetto francese di “Château”. Nel 1983 Vicente Cebrián-Sagarriga, decimo conte di Creixell, una volta acquistata la cantina dalla famiglia Olivares decide di modernizzarla mantenendo vive l’eredità e la filosofia originali. Dopo la prematura scomparsa di Vincente è il figlio maggiore, Vicente Dalmau Cebrián-Sagarriga, attuale conte di Creixell, ad assumere la gestione dell’azienda insieme alla sorella Cristina e una squadra giovane e qualificata. Ancora oggi Marqués de Murrieta è un’azienda a gestione familiare, con uno sguardo sempre rivolto alla tradizione ma proiettato sull’innovazione.
Vicente e Cristina Cebrián
Dal 1996, sotto l’egida di Vicente Dalmau Cebrián-Sagarriga, la cantina, a 170 anni dalla sua fondazione, è riuscita a diventare un punto di riferimento per l’intera regione ottenendo premi e riconoscimenti in tutto il mondo.
Nella gamma dei vini prodotti da Marqués de Murrieta, Sagna ha scelto di importare in Italia quattro gemme, etichette di straordinario fascino e complessità, vini di una profondità incredibile e dal potenziale di invecchiamento pressoché infinito.
Si apre con un dinamico susseguirsi di folate balsamiche, fruttate ed ematiche, che definiscono il profilo di un vino energico, vigoroso, materico, ma anche incredibilmente fresco, loquace, amabile. Spezie, soffi iodati e marini, poi l’iconica marasca sotto spirito e il cioccolato. Al palato si esalta nell’eleganza di un tannino vellutato, di un sorso importante ma sempre lieve, tra note fruttate e bitter di grande piacevolezza. Encomiabile rapporto qualità/prezzo (al pubblico circa 30/35 €).
Un vino di spessore notevole che si apre in maniera impetuosa tra aromi di frutta esotica, burro, vaniglia, erbe fini, zafferano, datteri, cardamomo. Poi una ventata di freschezza, grazie agli agrumi, in particolare il mandarino e il limone, nel finale note di lacca. Nel complesso un aroma di grande eleganza, ampio e penetrante, fresco ma imponente, che merita a nostro avviso il passaggio in decanter per svilupparsi perfettamente. Al palato è “ovunque”, vellutato e burroso, ma anche intensamente acido e di grande pulizia, sempre in perfetto equilibrio tra la dolcezza e l’acidità. Merita di essere lasciato in cantina una decina d’anni. Anche qui splendido rapporto qualità/prezzo (40 € al pubblico).
E’ probabilmente il vino più “moderno” tra quelli che abbiamo degustato, pur mantenendo saldamente un’identità e un carattere peculiare. Armonioso nell’aroma di un frutto scuro fuso alla china, all’incenso, ai legni nobili e alle note vegetali, ma anche speziato, fresco, materico. Palato denso, morbido, coerente, di grande stile e pulizia, imponente eppure così dinamico (al pubblico circa 110/120 €).
Eccoci quindi al vertice dello spirito di Marqués de Murrieta, un vino che sfiora letteralmente la perfezione. Il profilo aromatico è un intenso viaggio che parte da un frutto rosso concentrato nato su una terra invasa dal sole, per proseguire in mare, con nuance saline e iodate, e uno straordinario profumo di alice appena pescata. Poi ecco una madia di legno dove mani esperte hanno riposto vasi di fragranti ciliegie sotto spirito e l’atto finale, fresco come una cascata di montagna, tra spruzzi di balsamicità e liquirizia. Al palato il vino racconta una storia di eleganti drappeggi e tessuti di seta a tinte vivaci, di orditi dalle nobili effigi, d’istanti di purezza ineguagliabile (e tanta bellezza è offerta tra i 165 e i 170 €).