Il viaggio nel Sangiovese proposto dalle Tenute Toscane di cui è a capo Bruna Baroncini, è un itinerario fatto di poesia, profumi, colori e arte, che non ti aspetti. Il Sangiovese è il vitigno più diffuso in Italia, utilizzato per dare vita all’80% dei nostri vini e per questo, forse, non ci si accorge facilmente di quante emozioni possa regalare se ci si sofferma a degustarlo con attenzione. Per vivere un’esperienza unica nel suo genere, per assaporare “il padre” di tutti i vini più pregiati che fanno grande il nome del Made in Italy nel mondo, una tappa obbligata è quella proposta da Bruna Baroncini, che da titolare delle Tenute Toscane propone ai suoi ospiti un percorso che va dal Morellino al più pregiato Brunello di Montalcino, e che ha lo scopo di far innamorare del Sangiovese, proprio come lei se ne è innamorata tanti anni fa; e si parla di amore vero, tanto che Bruna, riferendosi al vitigno, afferma “Avere a che fare con il Sangiovese è come avere a che fare con un Uomo. Potrebbe anche essere Donna, perché no, ma io lo immagino Uomo. Nel Morellino è ragazzino, impetuoso, un po’ acerbo, curioso. A Montepulciano è adolescente, è scalpitante come un cavallo selvaggio, ha davanti a sé tutte le possibilità del mondo. Nel Chianti è l’età adulta, è quando coniuga equilibrio e forza, morbidezza e persistenza. Nel Brunello, il Sangiovese è alla sua piena maturità, insieme fragoroso e saldo, saggio e sicuro di sé, ancora con tutta la potenza degli anni migliori. E poi ha le potenzialità per una vita lunghissima”.
Bruna ama davvero il suo lavoro, i suoi vigneti, la sua terra, il suo vino. Non è un amore riflesso ma è sincero e lo si legge in ogni cosa che fa. Quando nel 1987 è improvvisamente scomparso il padre – a capo di un’azienda che vanta secoli di storia – non ha avuto alcuna remora nell’interrompere i suoi studi in medicina e a dedicarsi completamente ai vigneti. Ha voluto reinventare l’azienda, facendola diventare quasi totalmente femminile: i posti che contano nella filiera di produzione, dalla vigna all’imbottigliamento, sono tutti occupati da donne (già per questo una visita le Tenute Toscane la meriterebbero), mentre agli uomini è chiesto di promuovere il settore marketing. I vini di Bruna devono essere così come li vuole lei, perché per lei una bottiglia di buon vino non racconta solo il suo territorio, ma racconta prima di tutto la sua storia. Ed ecco, che diventa fondamentale far sentire al degustatore il sapore di mora, timo, maggiorana, lavanda: sono i sapori della sua infanzia, quelli che assaporava quando la nonna la teneva per mano e la portava nei suoi poderi, per raccontarle i segreti dei terreni che un giorno avrebbe gestito. E sono i profumi che fa sentire alla sua piccola nipotina, quando tenendola per mano, replica lei, ora da nonna, i ricordi della sua prima giovinezza.
Bruna, insieme alla sua famiglia, aspetta i suoi ospiti nell’elegantissima Tenuta Poggio il Castellare, arredata con gusto, con oggetti di antiquariato e con amore, perché far conoscere i prodotti della sua terra per lei è prima di tutto un atto d’amore. Bruna è pronta a tramandare alle prossime generazioni i segreti per creare un ottimo vino e per condividere con i suoi ospiti la sua eleganza e i profumi dei suoi terreni. Perché il vino è senza dubbio amore, condivisione e racconto di una terra che aspetta di essere scoperta attraverso i suoi sapori.