Roberta Previdi, architetto di formazione, negli anni ’90 prende in mano l’eredità di famiglia, la storica villa di Torre di Terzolan dove nel 1300, gli Scaligeri, ovvero I Della Scala, una delle signorie più potenti d’ Italia avevano la loro tenuta di caccia. Il contorno racconta il fascino dell’alta Val Squaranto, un territorio incontaminato dove la natura domina spingendosi verso una piena connessione con essa. “Boschi, ulivi, prati e una bellissima biodiversità, rendono questo posto unico e ideale per la coltivazione delle uve del territorio, vigne ben esposte e ventilate poste in alta collina, ai margini dei Monti Lessini” racconta Roberta Previdi, la cui condizione le piacque a tal punto da decidere di farne un progetto di vita.
Roberta Previdi e il suo team
Un progetto imprenditoriale che iniziò dall’olio, con Niccolò Ridolfi, fiorentino di nobili origini, che avvio qui nel 1350 la produzione di vino e olio, e oggi con Roberta che presto incluse anche il vino, rimanendo però sempre in un contesto di natura, arte e storia. Roberta fonda la sua azienda nel 2015. Sei ettari di proprietà di prosperosi olivi e due ettari e mezzo di vigneto tutto intorno alla villa, coltivati esclusivamente in agricoltura biologica, ospitano le uve che danno vita ai vini più nobili della Valpolicella. “Torre di Terzolan è un vero e proprio château alla francese con annessa la cantina di produzione da cui si ottengono circa 13.000 bottiglie” continua Roberta.
Allevati nel pieno rispetto della natura e dei sui ritmi, i quattro vigneti della Torre di Terzolan, La Mezzaluna, La Pala, Il Binte e Il Brolo – tre guyot e una pergola – mantengono le varietà autoctone Corvina, Corvinone, Rondinella e qualche filare di Croatina, lavorate senza alcun particolare intervento. Il processo si conclude in cantina, non prima che nell’antico portico Torre di Terzolan le uve appassiscano in modo naturale e ottimale, favorite dal passaggio delle fresche correnti d’aria della Val Squaranto.
Tempo e sapienza sono gli ingredienti essenziali per una produzione contemporanea, tre etichette fortemente legate al territorio, a suoli e terreni stratificati dove le rocce carboniche sono alla base della tessitura argillosa e una ricchezza minerale che spinge sull’identità del vino, che si fa verticale, morbido, longilineo, naturalmente sapido. L’acciaio, le anfore Tava, le barrique francesi completano un processo produttivo che pretende la massima adesione al territorio, una produzione che si avvantaggia di lunghi affinamenti dopo un appassimento naturale.
Le uve 65% Corvina, 25% Corvinone, 10% Rondinella sono fermentate e vinificate tradizionalmente, con rimontaggi e delestages. Affinano per tre mesi in bottiglia dopo sei mesi in anfora e acciaio. Fresco, leggermente sapido, con delicati profumi di ciliegia, frutta scura ed erbe officinali, è un sorso vellutato di assoluto vigore, dai tannini profondamente equilibrati.