COME È ANDATA AL PAESTUM WINE FEST 2025?

Conclusa con successo la XIV edizione del Paestum Wine Fest. Tre giorni nei quali, alcune migliaia di visitatori, tra addetti ai lavori, wine lover e semplici appassionati, hanno invaso pacificamente l’ex Tabacchificio di Paestum (Salerno), per il più grande festival del fare business del Centro e Sud Italia, tra innovazione, formazione, cultura del vino e network internazionale.

Alessandro Rossi

Impeccabile la direzione creativa di Alessandro Rossi, che ha guidato la nuova formula improntata in particolare, sulla cultura del prodotto, sul confronto con i più importanti personaggi del vino e soprattutto sul favorire il business, insieme al presidente del Paestum Wine Fest Angelo Zarra, al conduttore ufficiale della manifestazione Marco Di Buono e a Davide Gangi, CEO & Founder di Vinoway Italia. “La manifestazione è cresciuta tantissimo” ha affermato Alessandro Rossi, Direttore del PWF, “la cittadina di Paestum è una meta affascinante, dal valore storico notevolissimo, ma non così facile da raggiungere; tuttavia, questo non ha fermato le migliaia di visitatori e le decine di giornalisti giunti al PWF 2025. La XIV edizione ha confermato le linee guida che ci eravamo posti, dare ampio spazio alla parte business, mentre il prossimo anno investiremo maggiormente sulla tecnologia per abbattere le distanze, attraverso eventi mediatici che ci daranno l’opportunità di avere con noi grandi personaggi che si trovano in remote parti del mondo, sempre tenendo presente il suffisso business che è un elemento fondamentale per noi. Modificando i giorni della manifestazione, che quest’anno si è svolta da domenica a martedì, abbiamo portato al PWF 30 tra i più grandi importatori di vino a livello mondiale, insieme a moltissimi operatori di settore, arrivati dalla regione e dalla penisola. Lo scopo è quello di creare un grande salotto del vino, che favorisca gli operatori, sempre di più internazionalizzando, perché sia possibile il confronto, possano nascere e confermarsi relazioni e si generino opportunità di business. Merano è tanto scomoda quanto Paestum, se ci pensiamo, ma è diventato un contenitore per l’ospitalità ed è quello che vogliamo diventi Paestum, un evento nel quale anche il clima favorisca l’incoming e il parlarsi fra aziende, operatori, comunicatori, non una fiera, ma un luogo dove si fa cultura, si parla di contenuti e si affrontano le criticità, evidenziando i problemi del mondo del vino e proponendo soluzioni, alternando esclusive masterclass con i più grandi personaggi del vino, a verticali con brand di alto profilo”.

Tabacchificio Cafasso

I tre giorni campani, che hanno avuto luogo all’interno dello storico Tabacchificio Cafasso, un suggestivo sito di archeologia industriale che l’intellettuale Gillo Dorfles, chiamava “Simbolo della Piana del Sele”, rimarranno impressi in chi era presente, grazie alla splendida cornice, a pochi passi dai templi greci, ai contenuti, al confronto, allo scambio di opinioni e all’alto livello dei vini in mescita. Un’opportunità di fare cultura per l’intero settore, che ha evidenziato l’esigenza stringente di momenti forti di questa natura, dove alimentare la propria professionalità, in un comparto che sta vivendo profondi mutamenti e ha bisogno di idee e nuovi modelli. Tre giorni punteggiati da masterclass, approfondimenti, presentazioni di libri, incontri con le più influenti figure del vino, per scoprire I trend italiani in America, con Charlie Arturaola; Le non bollicine dei fratelli Lunelli; Le Langhe di Pasquale Pellissero; I bianchi dell’Etna e del Vesuvio; Il Chianti Classico Lamole di Lamole, di luce e di roccia; e a decine di altri eventi. Illuminante la ricerca sui Giovani e il Vino, presentata nei giorni del PWF 2025, a cura del prof. Vincenzo Russo, professore Ordinario di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing e coordinatore del Centro di ricerca Neuromarketing dell’Università IULM: “E’ il secondo anno che vengo al PWF e trovo che la manifestazione sia sempre più vicina al mondo del vino, ponendosi sempre nuovi e ambiziosi obiettivi di crescita per il comparto. Nel mio intervento ho parlato di una ricerca che abbiamo portato a termine sui giovani, che credo sia molto interessante e possa essere utile per capire un ambito che non conosciamo così a fondo. Si parla sempre tanto di giovani, ma effettivamente manca un osservatorio”. Vincenzo Russo rappresenta una vera autorità nel neuromarketing, declinata in questi anni attraverso numerose collaborazioni nei più diversi ambiti, ponendo particolare attenzione al mondo del vino e del food. “La nostra ricerca ha esplorato gli individui che hanno un’età intorno ai 24-28 anni, partendo da un progetto che nasce in collaborazione con Davide Gangi di Vinoway, Assoenologi Sardegna e Sardegna Ricerche, con lo scopo di studiare i giovani, da una parte chiedendo loro quello che si aspettano e dall’altra misurandolo con tecniche neuroscientifiche. Chiedendo loro quello che si aspettano, emergono elementi interessanti riguardo appunto all’esperienzialità, sempre più i giovani si aspettano una comunicazione molto meno autoreferenziale, meno difficile e meno poetica, come accade molte volte nelle etichette c’è tanta poesia e poca informazione. Da un’etichetta i giovani si aspettano di capire quali sono i sentori che loro troveranno, perché se tu glieli dici loro li sentiranno, quali sono gli abbinamenti, perché non sono competenti su questo aspetto, in particolare su vini difficili come gli Orange Wine o le bollicine rosa per intenderci, e poi indicazioni su quello che tu cantina fai per il mondo, c’è molta sensibilità da questo punto di vista nei giovani, quindi il tema dell’ambiente, il tema dell’impegno sociale, il tema della possibilità di fare esperienza anche ludica in cantina, non sempre in effetti le cantine sono disponibili verso i giovani, è difficile ad esempio visitarle dal lunedì al venerdì quando invece loro sarebbero più facilitati ad andare. Un altro elemento importante è quello che i giovani non ci dicono e qui andiamo sul neuromarketing, noi misuriamo quello che loro provano emotivamente con tecniche neuroscientifiche e lì scopriamo delle contraddizioni, per esempio ci dicono che vogliono delle etichette particolarmente ardite e poi quando gliele presenti rimangono più colpiti emotivamente da quelle più classiche, alla francese per intenderci, tra l’altro quelle classiche vengono percepite molto più autentiche, più garantiste, forse perché non si fidano dell’eccesso, che rientra fondamentalmente negli stili di vita di questo ultimo periodo. Un altro elemento fondamentale, per esempio, riguarda il fatto che loro ci dicono che vogliono la bottiglia leggera perché è sinonimo di sostenibilità, poi quando gli mettiamo in mano una bottiglia pesante l’encefalogramma si attiva molto più positivamente e ci dicono che quel vino è più buono rispetto a quello con la bottiglia più leggera, cioè il cervello ancora associa in maniera istintiva e inconscia il peso con la qualità. Questo è il problema, quindi utilizzare una sorta di Young Wine Neuro Engagement Index è una somma di indicatori, dove abbiamo da una parte quello che i ragazzi ci dicono riguardo al tipo di vino, anche il gusto, vini un pochino più leggeri, un pochino più freschi, un pochino più semplici, la loro descrizione, quello che la cantina fa e l’accoglienza, sono tutti elementi che noi valutiamo oltre la parte neuro per dare alle cantine un indice che gli permette di poter riflettere, su quanto sono attrattive nei confronti dei giovani. L’abbiamo fatto con la regione Sardegna partendo da un vitigno complesso come il Cannonau, abbiamo già riferito a circa una ventina di cantine, indicazioni su come modificare la loro comunicazione per attrarre i giovani, partendo dai dati.

Molto attesa ha preceduto la consegna degli 11 premi speciali consegnati in occasione del Paestum Wine Festival 2025, dove Alessandro Rossi e il direttivo del PWF hanno indicato le figure dell’enogastronomia che più si sono distinte nell’ambito delle rispettive professioni. Federico Menetto (Premio speciale PWF), Franco Pepe – Ambasciatore del territorio nel Mondo, Bruno Petronilli (Migliore giornalista enologico), Naima Aboussakkine (vincitrice della borsa di studio e Premio Intrecci), Fabio Piccoli (Premio Miglior Comunicatore dell’Anno), Ivano Valmori Ceo TellyWine®, (Premio all’Innovazione), Antonio Calabrese (Premio Professionista nel Vino e nella Vita), Edoardo Cardella (Premio alla Carriera), Chiara Di Gianni (Miglior Agenzia Emergente), Giuseppe Mocciola (Premio Comunicazione Digitale), Lorenzo Taggio (Premio Miglior Responsabile Area Aziende Vinicole). Abbiamo raggiunto due di loro per alcune impressioni a caldo.

Franco Pepe



Franco Pepe, grande imprenditore nella ristorazione, ha ricevuto il riconoscimento in virtù della sua dedizione all’enogastronomia e alla sua capacità di portare il territorio e l’Italia, ovunque nei 5 continenti: “sono orgoglioso di questo riconoscimento e devo ringraziare Angelo Zarra e Alessandro Rossi, oggi raccolgo il frutto del mio lavoro, sono anni che insieme ai miei collaboratori, cerco di raccontare il valore dell’abbinamento pizza-vino, il mio percorso è iniziato con Luigi Veronelli, che scrisse pagine per me indimenticabili sul mio rapporto con il vino, quando ero ancora con i miei fratelli e Pepe in Grani non esisteva. In cantina conservo una scelta di oltre duecento etichette e in sala ho quattro sommelier, specializzati nell’abbinamento pizza, una figura professionale differente da chi propone il vino nella ristorazione. Ogni giorno si interrogano su come valorizzare l’esperienza sensoriale che si può vivere da Pepe in Grani a Caiazzo o nella Filiale a Erbusco in Franciacorta, provando i miei impasti e le mie farciture, per indicare percorsi di degustazione adeguati, con il meglio dell’enologia campana e nazionale. Quella del PWF è una formula nuova che arricchisce il mondo del vino ed è destinata ad avere successo. Questo premio rappresenta davvero qualcosa di molto importante per me”.

Bruno Petronilli e Alessandro Rossi durante la premiazione

Bruno Petronilli, direttore responsabile di James Magazine, di Spirits Magazine e di Sparkling & Dining Magazine, il cui primo numero uscirà a fine giugno, ha ricevuto dal PWF il premio di “Miglior giornalista enologico”, per il suo denso percorso professionale e per l’innovativo format editoriale creato nel 2017, quando ha fondato James Magazine, una rivista luxury, che ha segnato uno spartiacque nella critica enogastronomica, rivolgendo verso l’universo del vino e tutte le sue multiformi sfaccettature, un approccio scrupoloso, esplorando resort da sogno, l’arte italiana in tutte le sue forme, i luoghi da visitare assolutamente in Italia e nel mondo: “ho avuto la notizia del premio pochissimi giorni prima e sinceramente non me l’aspettavo, ma sono felice di essere riuscito ad essere a Paestum, ripensando completamente la mia agenda, che mi portava in tutt’altri luoghi. Sono onorato dell’importante riconoscimento, che sintetizza la mia vita professionale, le tante collaborazioni, il mio amore spassionato per il mondo del vino, quello che ho fatto nella mia carriera e le iniziative editoriali che negli ultimi anni hanno caratterizzato la mia vita professionale, non ultima la nuova rivista sulle bollicine e sul fine dining, le mie due più grandi passioni, che nelle prossime settmane sarà in edicola, come ho annunciato sul palco. Ringrazio gli organizzatori, ritirare un premio è sempre una bellissima emozione e farlo in occasione di un evento così importante è stata un’occasione per rivedere tanti produttori, colleghi e amici”.