James’ 7 Best natalizio: dopo grandi vini bianchi selezionati da Giordana Talamona, questa volta ci dedichiamo ai vini rossi. Sofia Landoni ci accompagna tra meravogliose bottiglie, un viaggio attraverso terre iconiche italiane, ma con una straordinaria escursione in Francia e … in Armenia.
Sbalorditivo, nella finezza di un naso ricco ma appuntito, preciso, di perfetta compostezza. Il frutto scuro è carnoso e avvolgente, eppure il timbro agrumato e le note di felce sanno rinfrescare il bouquet, a cui fa da sfondo una speziatura pungente che ricorda ora il pepe, ora la curcuma. Si annuncia come un vino intrigante e si conferma tale, in bocca. Accarezza delicatamente con la morbidezza del suo tannino e afferma il suo corpo solido, destando sempre l’attenzione con un’immancabile nota pungente: quella della sua freschezza tesa e ancora viva.
Nasce da un incrocio avvenuto in natura fra Cabernet Franc e Merlot ed è oggi monopolio dell’azienda Il Carnasciale, che ha fatto del Caberlot la sua preziosa firma. Poche bottiglie numerate, per raccontare la complessità del cioccolato, delle spezie, della bacca di ginepro e della noce moscata, la confettura di more, il cuoio e la traccia di peperone ereditata dal progenitore. Ancora complesso, in bocca, fresco e pungente, con un tannino suadente e il corpo rifinito in ogni suo dettaglio. Amplifica, in persistenza, l’eleganza del suo passo e la densità forte del suo carattere.
Kupra: un nome, un vino, un’identità. Il suo profilo, da qualunque parte lo si approcci, è uno dei più eloquenti che ci siano. Il fruttato rosso e croccante di ciliegia, amarena, visciole, e poi il cuoio, la leggera e soffusa delicatezza di vaniglia, la punta balsamica che lo rende attraente ed una nota distintiva di incenso, spezia misteriosa e complessa. Morbido e succoso, in bocca, scalpitante nel suo tannino ancora giovane e vivo, pregno di talento e potenzialità. La freschezza anima ancora l’impeto del suo carattere, che parla già di eleganza. Un’eleganza che, tra qualche anno, diventerà la classe composta dei miti.
È uno scrigno antico e prezioso, che contiene la storia di una vita ed un mare di ricordi. La trama granata, resa quasi aranciata dal tempo, apre ad una complessità difficilmente scomponibile in sentori netti, ma che sfuma da una confettura di frutti di bosco ad un chiodo di garofano, per poi correre rapidamente al mondo del pellame e del cuoio, senza dimenticare il ricciolo ribelle della punta quasi vegetale. La bocca parla con il linguaggio elegante del suo tannino vellutato, delicato e discreto. La freschezza vivida esalta i sentori di liquirizia e violetta, che ritornano nelle diapositive della sua persistenza.
La finezza dei Pinot Noir di Francia si riconosce ad occhi chiusi, poichè basta solo il naso e, poi, il palato. Introduce un vago sfondo di frutta rossa, da cui fa capolino una traccia di petali di rosa. Inaspettate nuance di tamarindo, scorza d’arancia e spezie delineano una complessità ermetica ma di assoluto fascino. La bellissima verticalità del sorso, la pienezza del corpo e l’eleganza del tannino aprono le braccia ad una freschezza altrettanto fine e presente. Sfuma in una delicata nota di mandorla amara che può solo confermare il pregio di un vino eccellente.