MOSNEL PRESENTA LA 44ª CUVÉE DI FRANCIACORTA BRUT
In Franciacorta, ci sono molti vini da raccontare e altri che, anno dopo anno, si raccontano da soli, attraverso la costanza, l’evoluzione e una personalità inconfondibile. È il caso del Franciacorta Brut Mosnel, primo Franciacorta della famiglia, nato nel 1979, e da allora interprete di un lungo percorso fatto di eleganza e profondo legame con il territorio.
Il Franciacorta Brut Mosnel incarna la filosofia della famiglia Barzanò, e di un’azienda che vive la Franciacorta con dedizione, misura e autentico spirito agricolo. “Da sempre lavoriamo per esprimere il nostro legame con il territorio nella qualità e piacevolezza che si ritrovano nel vino”, spiega Giulio Barzanò, che guida l’azienda di famiglia insieme alla sorella Lucia.
Mosnel, storica realtà della denominazione, è stata tra le prime a credere nella viticoltura biologica e nella valorizzazione dell’identità territoriale. Il parco vitato comprende 42 ettari e anche se lo Chardonnay è il vitigno principale, da sempre il Pinot Bianco è un tratto distintivo dello stile della maison.
Questa 44ª edizione si compone di Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero e, per la prima volta, di una punta di Erbamat, vitigno autoctono bresciano recentemente reintrodotto nel disciplinare e presente nel vigneto aziendale con un ettaro. “L’inserimento dell’Erbamat nella cuvée del nostro Brut, va ben oltre la sperimentazione”, spiega ancora Giulio Barzanò, “questa varietà è nota per la sua spiccata acidità e neutralità aromatica ed apporta una freschezza naturale alle basi, contribuendo a rafforzare l’identità territoriale del Franciacorta e ad affrontare in modo concreto gli effetti del cambiamento climatico”.

Lucia e Giulio Barzanò
Circa il 30% della base fermenta e affina in barrique e il tempo di affinamento sui lieviti arriva a 30 mesi, ben oltre i 18 previsti dal disciplinare: un tempo che permette al vino di acquisire complessità e profondità, mantenendo intatta la sua energia. “Il risultato è un Franciacorta di grande precisione e finezza”, lo descrive Giulio, “dove le note di sambuco e biancospino si intrecciano a sentori di agrumi, frutta bianca e gialla, erbe aromatiche e mandorla. Il perlage è sottile e vellutato, il sorso armonioso, fresco, con un finale teso e persistente. Un vino che non ha bisogno di riflettori: si lascia scoprire con naturalezza, come tutto ciò che nasce con autenticità”.
A fare da cornice a questo racconto in bottiglia, anche per la primavera e l’estate 2025, Mosnel rinnova il suo impegno nell’accoglienza in cantina, con un calendario di eventi che unisce vino, territorio e convivialità: degustazioni verticali, passeggiate in vigna, picnic tra i filari e nuovi format stagionali, tutti pensati per offrire un’esperienza vera, immersiva e rispettosa del ritmo della natura.