MAO TORINO: ACQUA, ISLAM E ARTE
Alcuni dei più importanti musei europei ed extraeuropei – tra i quali l’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford, il L.A. Mayer Museum of Islamic Art di Gerusalemme, il Benaki Museum di Atene, il Museo de La Alhambra di Granada, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, il MUCIV – Museo delle Civilta’ di Roma – hanno messo a disposizione le loro preziose opere per realizzare una grande mostra che racconta il rapporto tra acqua e Islam, dalle sue radici più antiche ai suoi tanti complessi sviluppi, sino alle necessità più recenti.

Bacile e versatoio tombak, Turchia, prima metà XIX secolo. Rame dorato (tombak) inciso. Brocca h. 40 cm, bacile diam. 64 cm. Private Collection, Brussels

Bacile di al-Malik an-Nasir Muhammad b. Qalawun. Egitto o Siria, periodo Mamelucco, prima metà XIV secolo
Ottone incrostato in argento e oro. 21,6x 50,5x 39 cm. Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli, Inv. n. 112109/1145

Bacile, Egitto o Siria, fine XV secolo. Ottone sbalzato e inciso. 36,5 cm. Museo Poldi Pezzoli, Milano

Secchiello, Iran Orientale, tardo XV – inizio XVI secolo. Fusione in ottone inciso ed ageminato con filo d’argento. 10 x 20.4 cm. Courtesy of the L.A. Mayer Museum for Islamic Art, Jerusalem, Israel
Tra l’acqua e il mondo islamico esiste infatti un rapporto antico e intimo. Le ragioni climatiche lo spiegano solo in parte: vi è un’eredità antica di culture e civiltà precedenti, un senso religioso profondo e tante complesse ragioni sociali e culturali. L’acqua appartiene ai nostri sogni più profondi: evoca la maternità, la pulizia, la purità, la sensualità, la nascita e la morte. Questo naturalmente vale per ogni civiltà, ma nell’Islam tale serie di idee ha trovato un suo senso più profondo, facendo dell’acqua uno dei cardini stessi dell’esistenza umana: un cardine tanto spirituale quanto sociale ed estetico.

Fiasca, Iran, XVII secolo. Fritta decorata in blu e nero sottocoperta. 31 x 22 x 12 cm. The Ashmolean Museum, University of Oxford. Gift of Gerald Reitlinger, 1978

Fiasca, Iran, XVII secolo. Fritta decorata in blu e nero sottocoperta. 31 x 22 x 12 cm. The Ashmolean Museum, University of Oxford. Gift of Gerald Reitlinger, 1978

Brocca a lustro, Iran, Kashan, XII-XIII secolo. Fritta invetriata e dipinta a lustro. 22,3 x 19,2 cm. MAO Museo d’Arte Orientale, Torino

Fiasca del pellegrino acroma, Iran, XIII-XIV secolo. Terracotta non invetriata con decorazione stampata. 26 cm. MAO Museo d’Arte Orientale, Torino
La mostra “Goccia a goccia dal cielo cade la vita. Acqua, Islam e Arte” in programma al MAO di Torino dal 13 aprile al 1 settembre 2019, è una narrazione attraverso immagini, reperti, libri e miniature: tecnologia, vita quotidiana e arte, che per secoli si sono rispecchiate nelle tante diverse fruizioni dell’acqua.

Fodera di cuscino per sofà, Turchia, Bursa, XVII secolo. Velluto controtagliato broccato a filo metallico. 107 cm x 63 cm. Benaki Museum, Athens
Grazie ai prestiti concessi dalle più importanti istituzioni europee ed extraeuropee, da autorevoli collezionisti privati e alle preziose opere custodite al MAO, l’esposizione testimonia la varietà e la ricchezza di manufatti legati al tema e all’uso dell’acqua. Tra gli oltre 120 manufatti esposti, vi saranno bocche di fontane siriane, brocche iznik, tappeti che coprono un arco temporale che va dal XVI al XIX secolo, una coppa in vetro iraniana del IX-X secolo, uno spargiprofumo del XII secolo proveniente dall’India, oltre a numerosi manoscritti.

Thomas Hope, Vista delle acque dolci d’Europa a Istanbul, 1790 circa. Acquerello su carta. 41 x 60.5 cm. Benaki Museum, Athens
Verranno raccontate le canalizzazioni siriane, i giardini di Spagna e i bagni di Istanbul. Ma non solo. Vi sarà spazio anche per guardare all’eredità islamica nel mondo europeo: dal cinquecento sino all’orientalismo ottocentesco – nelle vetrine troveranno spazio straordinari oggetti “trasformati”, come il vaso d’arte fatimide del X-XI secolo con montatura di manifattura fiorentina del 1555 diventato un reliquiario o oggetti ispirati al mondo islamico, come il catino da barbiere di manifattura veneta – fino a scoprire che tanto di quel passato non ci è solo vicino, ma ci appartiene intimamente.

Tappeto a giardino Chaharbagh, Persia Nordoccidentale, XVII secolo. Ordito in cotone, trama in lana, nodo asimmetrico in lana. 242 x 208 cm, frammento. Collezione Zaleski, Courtesy Galleria Moshe Tabibnia
L’allestimento gioca con il suono e il movimento dell’acqua, così da far immergere opere e visitatori in un paesaggio di armonie sonore e visive. Richiamando impianti e simboli, la mostra si suddivide in quattro tematiche principali. Un percorso scandito da grandi temi, che servano a sottolineare le caratteristiche comuni di tale relazione, pur mostrando l’importanza delle varie differenze culturali e regionali dei mondi islamici.

Costumi orientali, Manoscritto. Seconda metà del XVIII secolo. 19.7 x 15.5 x 4.4 cm. Biblioteca dell’Archiginnasio, Bologna
Il percorso comincerà dalla fruizione religiosa: la parola del Corano, il pellegrinaggio, la preghiera, la purificazione. E per questa via il pubblico entrerà poi nella seconda sala, per una necessaria sosta nell’hammam, nel bagno inteso come luogo di purificazione e aggregazione, per sottolinearne il senso religioso, igienico e sociale. Poi si seguiranno i percorsi dell’acqua sino all’interno delle case e dei palazzi, nella vita quotidiana, tra sostentamento e convivialità, per affrontare infine il tema dell’approvvigionamento, degli acquedotti e delle fontane. Per questa via sarà inevitabile uscire infine negli spazi aperti, quelli dell’agronomia e del giardino, per parlare di campagne, di oasi e degli spazi domestici o pubblici adibiti alla coltivazione e alla ricreazione. Tecnologia, vita quotidiana e arte, che per secoli si sono rispecchiate nelle tante diverse fruizioni dell’acqua. Per non dimenticare quanto tutto questo parli al presente, visto che l’acqua è oggi forse il bene più fragile e conteso e che troppa parte del mondo musulmano lotta e soffre per l’accesso a quella risorsa.
Goccia a goccia dal cielo cade la vita
Acqua, Islam e Arte
13 aprile – 1 settembre 2019
a cura di Alessandro Vanoli
MAO
Museo d’Arte Orientale
via San Domenico 11
Torino
maotorino.it
Cover: Bacino, Iran – Afghanistan (Khorasan), ambito ghaznavide, seconda metà del XII sec. Lega di rame con decorazione incisa. 11,7 cm – Ø 43.8 cm. Museo d’Arte Orientale – MUCIV