CHIUSA IN AUTUNNO, UNA MONTAGNA SILENZIOSA E ROMANTICA
Il ritmo rallenta e il paesaggio si tinge d’oro e di rame, i sentieri si coprono di foglie e i boschi profumano di terra e resina. È un autunno fatto di esperienze semplici ma profonde: camminare lungo le antiche vie del Törggelen, fermarsi nei masi per gustare vino novello, speck tagliato al momento e castagne appena arrostite. Tutto intorno, vedute da cartolina: piccole chiese adagiate sui crinali e panorami spettacolari che si aprono sulla Valle Isarco. Benvenuti a Chiusa e nei suoi dintorni, uno scorcio altoatesino dal fascino discreto ma che riesce a conquistare l’anima di ogni visitatore. Tra silenzi dorati e atmosfere rarefatte, l’autunno è un invito a perdersi e ritrovarsi, passo dopo passo, tra vigneti e castagneti, dove il profumo del legno si mescola a quello del mosto e ogni angolo racconta antiche storie di montagna, di ospitalità e di tradizioni che riescono ancora a emozionare.

Il bello di Chiusa è anche la sua posizione strategica. Siamo nel cuore della Val d’Isarco, e dell’Alto Adige, a 523 metri di altitudine, a pochi chilometri da Bolzano e Bressanone, ma lontani dal turismo mordi e fuggi. Qui si viaggia lentamente, si gusta il territorio tra trattorie genuine e locande storiche, si scoprono antichi masi, castelli e chiese nascosti tra le pieghe del paesaggio. Chiusa (in tedesco: Klausen), riconosciuta tra i “Borghi più belli d’Italia” e conosciuta anche come “Città degli artisti”, è una meta che affascina tanto i buongustai quanto gli amanti della cultura e della spiritualità. Gli appassionati di enogastronomia sanno che questa è una delle aree vinicole più settentrionali d’Italia, dove nascono vini eleganti e profumati. Ma il territorio sa offrire anche molto altro: frutti antichi e sapori sinceri. Pere, prugne, speck, dolci della tradizione. Il tutto si scopre nei masi, nelle locande, lungo strade di campagna.

Chiusa ha un’anima profonda. Ne è testimone il Monastero di Sabiona, con una cappella e due chiese, che svetta sulla valle. Questo antico luogo di pellegrinaggio benedettino custodisce tracce della prima cattedrale vescovile risalente al V-VI secolo. Dal 1686 è abitato dalle monache di clausura, e dal 2024 affidato ai padri cistercensi. Si raggiunge con una tranquilla camminata di mezz’ora dal centro, attraverso boschi e pendii, con un finale che regala panorami maestosi. E per chi ama l’arte, vale una sosta anche solo per seguire le tracce di Albrecht Dürer, che durante il suo viaggio verso l’Italia si fermò proprio qui. Dal luogo oggi chiamato “pietra di Dürer”, il famoso artista dipinse uno dei suoi celebri paesaggi, regalando a Chiusa un segno indelebile nel tempo.

Passeggiando tra le strette vie medievali del borgo, tra palazzi nobiliari e botteghe artigiane, ci si perde in un’atmosfera autentica. Le insegne raccontano ancora degli antichi mestieri (come Via Molini o Via Tintori) e ogni scorcio svela un dettaglio d’altri tempi. Da qui, l’autunno si esplora a piedi: lungo il “Keschtnweg”, il Sentiero del Castagno, si cammina tra colori intensi e agriturismi accoglienti dove gustare la cucina del territorio. Il Sentiero delle Prugne, a Barbiano, invita a scoprire un frutto simbolo della zona, mentre il Sentiero del Vino attraversa dolcemente vigneti infiammati dall’autunno. Sull’Alpe di Villandro, il Sentiero del Pino Mugo è un’immersione tra conifere e silenzi. Chi vuole allungare l’itinerario può spingersi fino a Barbiano, il paese dalla torre pendente, più inclinata perfino di quella di Pisa. Da qui parte un sentiero facile e suggestivo che porta a Bad Dreikirchen – Bagni Tre Chiese – un micro borgo alpino fatto di edifici storici e tre piccole cappelle vicine tra loro, a oltre 1100 metri di quota. La natura qui sorprende anche con le cascate di Barbiano, dove le acque del Rio Ganda si gettano giù in otto spettacolari salti, il più alto dei quali raggiunge gli 85 metri, un vero spettacolo per gli occhi e per l’anima.

Velturno, invece, a pochi minuti d’auto da Chiusa, fu già nel 1577 la residenza estiva dei principi vescovi di Bressanone. Oggi il paese – incastonato tra oltre 3300 castagni – si sviluppa lungo il versante destro della Valle Isarco, estendendosi dal fondovalle fino alla cima del Monte del Pascolo, la “montagna di casa” di Velturno. A soli dieci minuti d’auto da Chiusa c’è infine Villandro, affacciato su uno degli alpeggi più panoramici della regione, che si estende tra 1.700 e 2.500 metri di altitudine. Da qui lo sguardo spazia fino alle Dolomiti occidentali: Sciliar, Odle, Sella, Alpe di Siusi. Una passeggiata tra pascoli e larici dorati, vale quanto un viaggio. E per chi vuole portarsi a casa un ricordo profumato, il pino mugo locale arricchisce grappe e unguenti dal profumo intenso, perfetti per evocare, anche a distanza, l’essenza dell’autunno altoatesino.

E poi ci sono le feste, come le “Settimane delle Castagne” a Velturno, dal 18 ottobre al 9 novembre 2025. Con oltre 3.000 esemplari che ne disegnano il paesaggio, il castagno è l’anima verde del borgo. Escursioni guidate tra i boschi, raccolte esperienziali, laboratori per bambini, degustazioni e piatti tipici della cucina contadina si intrecciano con la convivialità del Törggelen, l’antica usanza autunnale altoatesina fatta di vino novello e specialità locali. Momento clou della rassegna, la grande Festa delle Castagne anima il centro storico con il mercato “Nigl” e stand delle associazioni locali. L’appuntamento sul calendario per la 20esima edizione della “Festa del Törggelen” a Chiusa è dal 19 al 21 settembre 2025. Nei menù: canederli, insaccati con crauti, carne in salamoia, strudel di mele, castagne e vino novello. E poi: il tradizionale corteo per i vicoli e l’incoronamento della nuova Regina del Törggelen. E, naturalmente, il Siaße, il mosto d’uva appena fermentato. Un rito che racconta l’autenticità dell’Alto Adige più vero. Come arrivare? In auto: l’uscita dell’autostrada A22 del Brennero è quella di “Chiusa-Val Gardena”. Il suggerimento green è invece il treno: a Chiusa ci si può arrivare direttamente in treno con la ferrovia della Pusteria.
klausen.it