Le comete prima s’illuminano, poi percorrono la propria orbita, fino alla loro distruzione. Alcune impiegano anni, altre pochi istanti. Ma ogni volta ci lasciano delle tracce, come ad indicarci la direzione da seguire nelle nostre attività, in quel momento.
La voglia di sperimentare, lo spirito innovatore e la curiosità di giocare con varie componenti, hanno dato vita ai vini della linea Le Comete. Ognuna delle Comete è unica e irripetibile, come un’impronta digitale. Esattamente come la speciale etichetta applicata a queste bottiglie, che rappresenta una coda di cometa disegnata a mano, con un polpastrello.
Già negli anni Ottanta, le prime previsioni sui futuri cambiamenti climatici spinsero Alois Lageder a prendere in considerazione vitigni diversi e a coltivarli a titolo sperimentale, per capire se e in quale misura fossero idonei a sopportare, nell’odierno contesto geologico, temperature medie più elevate e condizioni atmosferiche estreme.
A luglio la Tenuta Alois Lageder lancia dunque sette Comete: ZIE∙XV, TIK∙XV, BLA∙XIII, BLA∙BLA, VIO∙XIII, SEN∙XIV e TAN∙XIII, prodotte in un numero di bottiglie molto limitato.
Con Le Comete, Alois Lageder vuole spingersi oltre i confini convenzionali, facendo leva sul potenziale dell’Alto Adige nella produzione vinicola, sempre con l’intento di migliorare la qualità dei propri prodotti.
“Abbiamo deciso di chiamare questo progetto ‘Le Comete’ proprio perché questi vini sono delle ‘evoluzioni’, degli esperimenti”, dichiara Alois Clemens Lageder, sesta generazione dell’azienda di famiglia, e continua “questi vini influenzano il nostro lavoro quotidiano, lasciano delle tracce, ci aiutano anche a riconoscere i nostri limiti, e come le comete passano, vanno via e, chissà, magari ritornano, o forse no… È una ricerca costante attraverso cui domani potremo continuare ad avere bottiglie di grande energia e bevibilità”.
ZIE XV
CAOS. MOVIMENTO. FORMA.
Dal caos – affermava Joseph Beuys – scaturisce il movimento, che alla fine diventa forma. Probabilmente anche Rainer Zierock, amico di famiglia, si era preso a cuore questo principio. Decise di mettere insieme numerose barbatelle raccolte in tutto il mondo, e di piantarle in appezzamenti misti insieme ad Alois Lageder. Al momento della vendemmia, alcuni di questi vitigni hanno grappoli ancora immaturi, con un’elevata acidità. Altri, invece, sono fin troppo maturi, con uve ricche di aromi e un grado zuccherino elevato. Una parte, infine, presenta una maturità fisiologica ideale. Noi vinifichiamo queste uve tutte insieme, ed è sorprendente vedere come ciascuna componente contribuisca a creare l’equilibrio complessivo del vino ottenuto. È il tipo di caos che ci entusiasma, e che a sua volta prende una sua forma definita.
TIK XV
EVER TRIED. EVER FAILED. NO MATTER. TRY AGAIN. FAIL AGAIN. FAIL BETTER.
Samuel Beckett non poteva trovare parole più azzeccate: a volte vale davvero la pena di spingersi oltre i confini azzardando qualcosa di cui non possiamo prevedere l’esito. Molti anni fa, cominciammo a coltivare dei vitigni abituati a crescere in condizioni termiche diverse. TIK∙XV é un risoltato di questi esperimenti.
BLA XIII
TRASPORTARE LA TRADIZIONE NEL FUTURO.
Fin quando era ancora il bue a trascinare il carro delle uve vendemmiate dal vigneto alla cantina, quasi tutto il mosto restava a contatto con le bucce e i raspi per alcune ore. Solo quando il bue dovette cedere il passo al trattore, la macerazione sulle bucce perse inizialmente di significato. Ma è proprio con la macerazione che diamo al mosto quel tempo di maturare che in passato era di competenza del bue, e oggi la utilizziamo per “trasportare” nel futuro alcuni vitigni autoctoni che negli ultimi anni erano quasi scomparsi.
BLA BLA
TRASPORTARE LA TRADIZIONE NEL FUTURO.
Simile al BLA∙XIII, ma ottenuto miscelando due annate: per farla breve, un bla-bla.
VIO XIII
CURIOSI DEL FUTURO.
Da parecchi anni, ormai, sperimentiamo con vitigni nuovi, soprattutto per capire quali di questi, in futuro, saranno più idonei alle temperature più alte e agli eventi atmosferici estremi che si prevedono nel nostro territorio. Ecco perché abbiamo messo a dimora dei vitigni provenienti da varie zone di produzione dell’ Europa meridionale, pensando che in Alto Adige avrebbero prodotto dei vini con un’acidità più alta e un tenore zuccherino più contenuto. VIO∙XIII, al momento, si sta rivelando uno dei nostri esperimenti meglio riusciti.
SEN XIV
SU E GIÙ.
Per più di due anni, questo vino ha ricominciato e smesso di fermentare, con un su e giù continuo. Finché alla fine si è fermato a circa 30 grammi di zuccheri residui. Imbottigliato con la sua dolcezza naturale, SEN∙XIV è frutto dell’elegante interazione fra zuccheri residui e acidità.
TAN XIII
VIVACITÀ E PROFONDITÀ.
Ci sono dei vitigni che utilizziamo da più di trent’anni, e che possiamo ritenere di conoscere abbastanza bene. Altri, invece, pure dopo 30 anni d’esperienza continuano ad essere un enigma. Solo adesso, piano piano, cominciano a svelarci i loro risvolti segreti, e noi ci divertiamo a scoprirli. Anche nelle annate più fredde, il vitigno del TAN∙XIII riesce ad arrivare alla piena maturità fisiologica, e lascia piacevolmente stupiti per il suo grado alcolico moderato e la sua acidità vivace e incisiva.