MAM SUMMIT 2022, L’ARTIGIANALITÀ A CONVEGNO
Successo di pubblico e di critica al MAM Summit 2022 e alla mostra Homo Faber, un doppio appuntamento sul valore dell’alto artigianato italiano e internazionale, raccontato dai suoi protagonisti più virtuosi, che si è tenuto all’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. Una meta assoluta dell’arte e della cultura, a pochi minuti di vaporetto da piazza San Marco, dove scoprire il chiostro e le fabbriche benedettine, oggetto del pregevole intervento architettonico di Andrea Palladio, che costruì il nuovo refettorio dove Paolo Veronese dipinse Le Nozze di Cana e accanto, ma anche la sede della Fondazione Cini, un monumento culturale alla città dei Dogi, assolutamente da visitare. Una propaggine di Venezia, che dal 982 fu centro spirituale ed economico di rilievo divenuto dopo la caduta della Serenissima caserma e prigione, per poi risorgere in un luogo di aggregazione con il suggestivo Auditorium, il Labirinto dedicato a Borges nei 25 anni dalla morte e la monumentale biblioteca.
Un giacimento bibliografico eccezionale, dove gli antichi incunaboli si fondono con le più moderne tecnologie, ubicato nel cuore del complesso che ospitava l’antico dormitorio dei padri benedettini. Oltre 300.000 volumi e 1000 metri lineari di scaffale aperto, con argomenti che spaziano dalla storia dell’arte, al teatro, dall’orientalistica, a un fondo antico di oltre 2000 volumi, insieme a un’imponente raccolta di periodici e una microfilmoteca sulla storia di Venezia, a cui si aggiungono fondi di pregio come quello di Tiziano Terzani. Un’isola che per secoli è stata l’orizzonte che i grandi della musica, dell’arte e della letteratura potevano ammirare mentre soggiornavano negli alberghi che guardano alla laguna. Dalle suite del Danieli goderono di quel panorama straordinario Dickens, Balzac, Wagner; dal London Palace Tchaikowsky e D’Annunzio; dalle finestre dell’Hotel Metropol si sono affacciati Sigmund Freud, Marcel Proust e Thomas Mann, mentre Antonio Vivaldi impartiva lezioni di musica e componeva i suoi capolavori più celebri. L’evento Homo Faber, è stato una straordinaria occasione di riflessione sull’alto artigianato, nel quale scoprire i ‘Tesori viventi’, attraverso 15 mostre, 22 curatori e design internazionali, 12 ‘Tesori nazionali giapponesi viventi’, potendo quasi toccare 400 oggetti unici realizzati da 350 design e artigiani, provenienti da oltre trenta paesi del mondo, mentre aveva luogo il primo summit nazionale tra i Maestri d’Arte e Mestiere dell’enogastronomia e dell’ospitalità promosso da ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana, con il supporto di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.
Un avvenimento che accende i riflettori sulla formazione e sui riferimenti dell’artigianalità più autorevoli di cui dispone il nostro paese, che ha richiamato a Venezia esponenti di rilievo internazionale dell’enogastronomia italiana, insieme a un folto pubblico e a tantissimi giovani. Un’esposizione realizzata dalla Michelangelo Foundation for Creativity & Craftsmanship, che ha selezionato le più raffinate artigianalità, espressione di saperi secolari dove il talento emerge senza porsi steccati di sorta attraverso materiali e tecniche diversissime fra loro, dando vita a performance dal vivo, anche digitali, ponendo una particolare attenzione al fil rouge che lega Europa e Giappone e connota questo primo summit. Un grande evento che ha posto l’accento sui 39 MAM italiani, “beni culturali viventi” dell’enogastronomia e dell’ospitalità, mettendo in evidenza il rilievo che hanno le artigianalità, volano di sviluppo economico e turistico, nel patrimonio culturale di un Paese, con l’intento di creare un dialogo con le istituzioni perché prendano a cuore questo tema così rilevante, come accade in altri paesi del mondo, come il Giappone con i Ningen Kokuhō – Tesori Nazionali Viventi, o in Francia con i MOF – Meilleur Ouvrier de France. Ma anche un’opportunità per conoscere le professionalità e le competenze dei formatori e degli allievi di Alma, che si sono potute esprimere all’interno di Alma Circle il lounge allestito all’interno della Compagnia della Vela, uno spettacolare spazio vetrato che guarda Venezia, attiguo alla Sala conferenze e alla sede della mostra, per alcuni giorni diventato un temporary, che ha ospitato le Tasting Experience curate da produttori di chiara fama premiati negli anni scorsi. Il via ai lavori dopo i saluti istituzionali del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Stefano Patuanelli, dell’Assessore allo Sviluppo Economico e Turismo del Comune di Venezia Simone Venturini, del Presidente di ALMA Enzo Malanca che ha affermato: “ALMA ha iniziato una campagna di sensibilizzazione verso i più alti livelli istituzionali, con il preciso obiettivo di portare anche in Italia il dovuto riconoscimento della Cucina Italiana come forma d’arte; e questo incontro, per quanto ci riguarda, fa parte di questo percorso”. Davide Rampello, direttore artistico e curatore, ha tenuto una lectio sul valore dei beni culturali viventi nelle scuole di arte e mestiere, indagando le origini storiche e culturali che queste figure hanno lasciato alla storia artistica italiana: “Ma la cucina è cultura? Noi pensiamo che la cultura sia esercizio delle arti, è il nostro stare al mondo: il rapporto che creiamo con noi stessi e con ciò che c’è intorno è la cultura della vita. Oggi la ristorazione è un riferimento fondamentale per la cultura perché è rimasta uno dei pochi luoghi di incontro, di convivio fra uomini. Tutto questo si realizza a tavola. Dovremmo pertanto riconsiderare in maniera più attenta la grande funzione sociale, culturale ed economica di chi opera nel mondo della ristorazione, poiché la cucina, luogo del ristoro, è la prima molla, il primo desiderio di chi arriva in Italia, la spina dorsale di tutta l’economia turistica del Paese”.
Maddalena Fossati, direttrice della rivista La Cucina Italiana, ha moderato la tavola rotonda introducendo gli interventi dei relatori. Massimiliano Alajmo, chef dell’omonimo gruppo con sede a Le Calandre, ristorante 3 stelle Michelin da 20 anni, ha affermato: “Gli artigiani per noi corrispondono alla tavolozza dei nostri ingredienti, attraverso le loro mani e il loro sentire danno luce alle proprie creazioni e per noi è un’opportunità unica dare loro visibilità. Il nostro progetto è sempre legato alla sensorialità: alle Calandre cerchiamo di far vibrare i nostri ospiti attraverso il contatto con tutto quello che compone il contesto, cercando di far percepire l’uomo. I tavoli stessi delle Calandre sono delle sculture che provengono dallo stesso tronco d’albero. Nell’artigianalità si esprime un sentire che è individuale, non esiste una verità ma esistono le verità e la possibilità che abbiamo oggi è quella di accarezzare queste diversità per avere un’immagine di quella che può essere la grande bellezza”.Corrado Assenza, Maestro d’Arte e Mestiere 2020, titolare con la sua famiglia del Caffè Sicilia, ha raccontato la millenaria tradizione dell’artigianato gastronomico siciliano: “ho scelto questo mestiere per missione e l’ho portato avanti per passione, perché vi fosse un domani per i giovani. In un laboratorio di pasticceria, così come in una cucina, il valore dell’artigianato e la conoscenza dell’artigiano si tramandano quotidianamente, con il fare che parte dal pensare, che si concretizza sul foglio bianco che ciascuno di noi si trova di fronte ogni giorno al mattino quando si sveglia. Questo è quello che faccio con i miei collaboratori. È un’agorà privato dove ci si confronta e le prove che faremo ci uniranno. Ogni giorno partiamo con un progetto nuovo, che accostiamo a quelli già esistenti per disegnare ciò che saremo domani. Ma la cosa fondamentale dell’artigiano è che tutto questo lo dedica a sé stesso, e poi a tutti quelli con i quali viene a contatto e lo fa giorno dopo giorno”.
Roberta Garibaldi, amministratore delegato di ENIT – Agenzia Nazionale per il Turismo, ha delineato a più ampio respiro il panorama turistico italiano: “Gli artigiani sono un elemento fondamentale per il turismo che caratterizza l’Italia. L’artigianalità va preservata perché è un pilastro del nostro paese, cosi come l’arte del cucinare. Se perdiamo tutto questo, rischiamo di omologarci agli altri paesi. I turisti arrivano qui per la cultura, per il paesaggio e il cibo, quest’ultimo elemento fondamentale della loro scelta, una tradizione che va preservata e tutelata”. Alberto Cavalli, Direttore Generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte di Milano si è soffermato sui giovani e sull’importanza della formazione: “Homo Faber è una cornice che ha attirato migliaia di turisti di ogni età, appassionati e cultori dell’arte. Abbiamo visto migliaia di giovani e giovanissimi “persi” – o forse ritrovati- negli spazi espositivi della Fondazione Giorgio Cini, curiosi di osservare questi grandi maestri, e di fronte a queste abilità restare ammaliati. Offrire degli esempi virtuosi e concreti penso sia un investimento per noi stessi: dedicare tempo ai giovani è fondamentale e sappiamo che il tempo è una risorsa scarsa, preziosa. Investire tempo nella formazione e risvegliare l’interesse dei giovani è tanto più urgente quanto entusiasmante. I giovani ricercano più autenticità e dal nostro piccolo e privilegiato serbatoio di Homo Faber, negli oltre 1000 oggetti delle 15 mostre create da 22 curatori, artigiani e designer, non avete visto cose, ma artigiani realizzare dei beni. Siamo umani e abbiamo il desiderio di trasformare il mondo: questo è Homo Faber, artefice di un destino di una visione, di una previsione di una realtà migliore”. Andrea Sinigaglia, Direttore Generale di ALMA ha tratto le conclusioni della tavola rotonda: “E’ importante individuare i maestri e seguirne la luce, il cuore viene toccato dalle loro azioni. Confrontarsi oggi con personalità che dedicano la vita a un mestiere è una cosa che accende il cuore. Credo che ALMA abbia il grande compito, oltre che di fare una didattica sempre più innovativa, di dare luce a queste persone, raccontando le loro storie con un incontro tra artigiani che attraverso il loro operato creano un patrimonio secolare, figlio di un nuovo rinascimento per il nostro paese. Quando lo riscopriremo capiremo effettivamente l’inestimabile valore che abbiamo tra le mani. Il senso del MAM Day è riunire alcuni tra questi grandi artigiani, lanciando un forte appello per elevare a modelli internazionali queste realtà da cui dobbiamo prendere esempio, specie all’interno di una cornice come Homo Faber, inno alla dignità del lavoro”.