Maison Taittinger, i volti della Champagne

Se si potesse fare una radiografia alla Champagne, per indagare senza barriere un mondo multiforme e complesso, il risultato non sarebbe un’aggrovigliata immagine da interpretare, perché si leggerebbe un semplice nome: Taittinger.

Il motivo è semplice: Taittinger è una Maison atipica eppure classicissima, eterogenea ancorché lineare, indiscutibilmente un modello originale di quel concetto di Maison du Champagne che quasi tutti abbiamo in mente.

Clovis Taittinger

Ho avuto il privilegio di visitare Taittinger poche settimane fa. Ed avendo la fortuna di frequentare la Champagne in maniera costante, è stato sorprendente scoprirmi meravigliato e interessato ad una realtà come questa.

Ma andiamo per punti: Taittinger è organizzata in modo impeccabile, ma è anche molto familiare e alla mano. Ha una gamma di Champagne eccellenti, in alcuni casi straordinari, una gamma che sembra a prima vista troppo ampia, ma poi quando li assaggi ti rendi conto che ogni etichetta ha il suo ruolo, la sua identità, il suo valore. Non è intrisa di marketing quindi? Tutto il mondo dello champagne ruota, giustamente, attorno ad un marketing quasi esasperato, basta venire qui in champagne un paio di giorni per rendersene conto. Stiamo ovviamente parlando delle grandi maison, categoria a cui Taittinger appartiene di diritto. Ma qui è diverso, è inutile negarlo. Si respira un’aria leggera, entusiasta, vera, tipica delle piccole realtà. E poi l’eleganza innata di ogni dettaglio e i numeri impressionanti della Maison ti fanno capire di non essere in uno sperduto paesino tra le vigne, ma nel cuore della capitale, della Champagne.

D’altronde basta leggere brevemente la storia della Maison Taittinger, anche in questo caso una storia del tutto anomala e originale, una storia familiare, allora come oggi, anche se nel frattempo il mondo si è capovolto.

È il 1915, la Grande guerra impazza e Pierre Taittinger, originario della Loira, partecipa, come ufficiale sotto gli ordini del Generale de Castelnau, alla battaglia di Champagne, che oppone francesi e tedeschi. Ben presto s’innamora dello splendido Château de la Marquetterie, il quartiere generale dei transalpini. Finita la guerra ritorna in questi luoghi e prende il controllo della Maison Forest-Fourneaux (fondata nel 1774), prima di riuscire ad acquistare il castello nel 1932. È l’alba per la storia di Taittinger, che pone le proprie basi nella Butte Saint-Nicaise di Reims, una zona paesaggistica da oltre diciotto secoli, oggi sede della Maison e visitata da più di 60 mila persone l’anno. Se la parte esteriore dell’Abbazia è stata distrutta durante la Rivoluzione Francese, i livelli sotterranei risalenti all’epoca gallo-romana, a 18 metri sotto terra, furono utilizzati nel 13° secolo dai monaci benedettini e oggi sono riconosciuti anche dall’UNESCO come patrimonio mondiale. In queste cavità calcaree del IV secolo, invecchiano le cuvèe Taittinger, dove la temperatura rimane a dieci gradi e l’umidità al 90% per tutto l’anno.

Château de la Marquetterie

Il quadro quindi incomincia a schiarirsi: uomini, famiglia, passioni, solide basi. Questi elementi però non sono sufficienti per poter definire con precisione il profilo di Taittinger, ne manca ancora uno, non di poco conto: un patrimonio di oltre 288 ettari di vigneti di proprietà, una quantità inimmaginabile per la Champagne. E qui entra un altro elemento d’indagine: la lungimiranza. Nel dopoguerra le vigne della Champagne erano state quasi rase al suolo e i prezzi erano risibili, se paragonati a oggi. Inizia così un’acquisizione massiccia che porterà la Maison ad avere 288 ettari distribuiti su 37 Cru, situati soprattutto nell’area della Montagne de Reims, di Pierry e della Côte des Blancs. Un patrimonio sì, ma anche la garanzia di poter controllare direttamente la produzione di uve in particolare Chardonnay, il segno distintivo della Maison.

Questo ha consentito da sempre la produzione di champagne eleganti, raffinati, vibranti, vivaci e puri. E se, come dico spesso, non è con la poesia che si fanno buoni vini, è proprio la prova delle etichette di Maison Taittinger a sorprendere più di ogni altro fattore.

Le cuvèe prodotte da Taittinger sono ben 10: dal brut ai numerosi millesimi, passando per il Prélude. La grande distanza rispetto al modello convenzionale dominante sul mercato emerge già dal brut: un prodotto di altissima qualità, il vero biglietto da visita della filosofia della Maison. Per ragioni quantitative il brut è sempre il prodotto con cui gran parte degli appassionati si identifica, così la famiglia Taittinger, soprattutto dal 2006, si è impegnata nel garantire una selezione rigorosa della cuvée caratterizzata per la maggioranza da Chardonnay e conseguentemente da una freschezza impagabile.

Il Comtes de Champagne è la cuvée più celebrata, nata nel 1952 e famosa in tutto il mondo. Se la Comtes de Champagne Rosé è la cuvée più rara della casa, è il Blanc de Blancs a portare avanti l’immagine della Maison da mezzo secolo. Composta da solo Chardonnay invecchiato per almeno dieci anni nelle caves, è un capolavoro di stile ed eleganza. La sua fortuna giovarsi delle uve Chardonnay dei migliori Grands Crus della Côte des Blancs (Avize, Chouilly, Cramant, Mesnil-sur-Oger, Oger, Bergères-les-Vertus, Vertus) e di vini di prima torchiatura, che garantiscono una finezza senza pari.

Tra gli altri Champagne Taittinger il Prélude Grands Crus è una cuvée particolarmente avvincente, assemblaggio di Chardonnay e Pinot Noir (50%) selezionati esclusivamente da vigneti con una valutazione pari a 100% nel sistema di classificazione degli Champagne. Per l’assemblaggio vengono utilizzati solo i primissimi succhi della torchiatura, finezza e struttura necessarie a consentire a questo grande champagne di invecchiare nelle cantine per molti anni.

Splendidi i millesimati di Taittinger, creati con la medesima grazia e attenzione. Un posto di rilievo alla Folies de la Marquetterie, forse lo champagne che ci ha sorpreso di più, grazie alla sua originalità e alla sua vibrante peculiarità. Folies de la Marquetterie è il primo champagne monovigneto nella storia di Taittinger: è un assemblaggio Chardonnay (45%) e Pinot Noir (55%), prodotto in quantità molto limitate. Dopo le vendemmie verdi del vigneto Folies che circonda Château de la Marquetterie a Pierry, la casa di famiglia dei Taittinger, vengono selezionati solo i succhi della prima torchiatura e alcuni vengono vinificati in grandi botti di quercia. E’ realizzato come vino “gastronomico”: ha uno stile unico, in grado di accompagnare anche i piatti gustativamente più robusti.

Insomma una meraviglia. Come il passato, il presente e il futuro della Maison Taittinger.

Vitalie e Pierre Emmanuel Taittinger

 

Degustazione

Comtes de Champagne Rosé 2006 – 98/100

Pinot Noir al 70% e Chardonnay al 30%, ovviamente da vigneti Grands Crus, con l’aggiunta di un 12% di vino rosso di Bouzy. Finezza inesauribile per un capolavoro di armonia e struttura. Aromi di fragola e zenzero, potenzialmente immortale.

 

Comtes de Champagne Blanc de Blancs 2006 – 97/100

Lo Chardonnay alla sua massima espressione stilistica. Un’icona ideale e preziosa: l’acidità, la vibrante mineralità e una freschezza fruttata e nobile si fondono in maniera suggestiva e armonica.

 

Comtes de Champagne 2005 – 97/100

Cambia l’annata, ma il risultato è il medesimo: un altro raro esempio di identità per quanto riguarda lo Chardonnay. Più corposo e strutturato rispetto al 2006, è di una ricchezza esuberante tra note agrumate e speziate.

 

Comtes de Champagne 1999 – 94/100

Più etereo rispetto al 2007 e al 2006, svela aromi evoluti, assolutamente piacevoli e intriganti: sottobosco, pan brioche, cardamomo e mandarino cinese.

 

Folies de La Marquetterie – 94/100

Uno champagne atipico e attraente. Folies de la Marquetterie ha tutte le caratteristiche per farsi desiderare soprattutto a tavola: acidità, ricchezza, rotondità, spessore.

 

Brut Millésimé 2012 – 94/100

Un giovanissimo ma già pronto vintage da uve Chardonnay e Pinot Noir in eguale misura. Armonico, levigato, in perfetto equilibrio tra acidità e rotondità, che tradotto significa eleganza.

 

Prélude Grands Crus – 93/100

Altro assemblaggio alla pari tra Chardonnay e Pinot Noir. Finissimo e fresco, sapido e minerale, un ulteriore esempio di stile, tanto per non tradire la filosofia della Maison.

 

Brut Rosé Champagne Prestige – 93/100

Come si produce un eccellente rosé? Così, come questo Prestige Rosé, intenso, fruttato, carnoso, fresco e armonico. La quantità di vino rosso è alta (15%), e se ne giova tutto l’insieme. Un 30% di Chardonnay dona quella freschezza che a volte manca nei rosé.

 

Brut Champagne Réserve  – 91/100

Ultimo mirabile esempio di uno champagne ideale, il Brut Réserve (Chardonnay 40%, Pinot Noir and Pinot Meunier 60%), si distingue per una vivacità esemplare. Lo Champagne perfetto da bere in ora momento della giornata. Fruttato, floreale e di piacevolezza assoluta.

 

Photo Credits Luc Valigny, Oliver Doran, Dominique Cabrelli, Erol Gurian