JULIÁN ORTIZ: “CALI CITTÀ CULTURALE PER NATURA”

Laureato in Scienze della Comunicazione e dell’Educazione, Julián Ortiz è originario di Armenia, capoluogo del dipartimento colombiano di Quindío, anche se attualmente vive a Cali, dove affianca il suo lavoro di responsabile culturale della rete Alliance Française di Cali al suo lavoro di fotografo per diversi brand e settori. Nel suo portfolio fotografico risalta il suo lato più personale, la sua visione trasgressiva e artistica. Julián Ortiz ci trasporta con il suo lavoro nell’arte della fotografia più festosa, anche la più autentica, quella basata sulla luce, sui movimenti e sui volti immortalati in ogni angolo del mondo. Una fotografia che apre nuovi scenari che reinterpretano la scena quotidiana vista attraverso il ritmo, l’allegria delle persone che condividono ogni storia attraverso una creatività suggestiva e diretta allo stesso tempo. Il lavoro di Julián Ortiz è trasformativo e ha un impatto autentico, trasmettendo in ogni istantane il suo marchio personale, molto riconoscibile per dinamismo ed estetica, attraverso il quale ci avvicina alle emozioni dei personaggi che ritrae. Le sue fotografie descrivono, informano e invitano anche l’immaginazione dello spettatore a completare e diventare parte della scena. Un autore di sostanza e forma, un artista multidisciplinare e un nome imprescindibile nel panorama artistico e culturale di Cali. Pur essendo uno dei migliori e rispettati ospiti tra artisti provenienti da tutto il mondo, Ortiz è l’artista della diversità. Il suo lavoro emana una profonda passione per la vita, la luce e la libertà, un’inarrestabile curiosità nel decifrare le persone e scoprire i loro spazi e movimenti attraverso l’arte della sua fotografia.

Cosa motiva il tuo lavoro? “La luce motiva il mio lavoro. Sicuramente sono un amante della luce. I miei amici fotografi lo dicono quando collaboriamo insieme, che dipendo necessariamente da quella luce naturale dell’ambiente e da quelle luci artificiali che danno quella sensazione di magia, di irrealtà alle fotografie. Questa è una delle mie motivazioni. I volti inoltre mi motivano molto: mi sento molto a mio agio a scattare fotografie per il settore moda, per marchi e prodotti. Anche il movimento del corpo mi motiva molto. Ho avuto ottime esperienze scattando fotografie di ballerini. È un’esperienza molto bella. Quel mix tra movimento e luce è forse la mia più grande motivazione”.

Raccontaci la tua esperienza come responsabile della cultura presso l’Alliance Française. “È un’esperienza molto bella. Sono arrivato per caso nel 2018. Conoscevo già l’Alliance Française, avevo studiato francese e avevo grandi amici all’interno dell’istituto. Ed è così che mi hanno chiamato a occuparmi della direzione culturale. È un’esperienza molto bella perché mi permette di incontrare artisti meravigliosi, persone bellissime che realizzano progetti bellissimi e mettono in scena processi di ricerca, socializzazione, il lavoro con varie comunità, attività che danno la possibilità di lasciare la scrivania e lavorare in ambiti diversi. E rimango qui con il desiderio di continuare questo percorso”.

Avvicinaci all’arte di Cali, quali tendenze ci sono? “La città ha del potenziale in tutti i settori dell’arte. È una grande città, è la città che ospita la Biennale Nazionale di Danza, oltre ad essere la sede dei festival teatrali. C’è un entourage di esperti di fumetti. C’è una cultura hip-hop che incornicia tutta l’arte della break-dance, del freestyle, del muralismo, dei graffiti, che è una manifestazione molto bella. La città è adornata con la street art, è la culla del cinema. Ci sono grandi processi letterari. Ci sono fiere culturali di grande importanza a livello nazionale. È una città culturale per natura, si respira cultura ovunque”.

Quali movimenti ispirano la città? “C’è una grande cultura intorno alla musica, all’arte, alla gastronomia e alle tradizioni del Pacifico colombiano. Lo sguardo verso l’oceano è la grande corrente. L’identità afrocolombiana è quasi lo specchio della città. In termini di immagine e di design visivo, c’è grande attenzione verso la discendenza africana. La stessa cosa accade con la musica, quel fantastico mix tra salsa, Currulao e musica del Pacifico. Lo stesso vale per la gastronomia. Questa sincronia tra le arti del Pacifico e le arti universali dà vita ad alcune correnti molto interessanti e molto tipiche della città”.

 

 

Cover: Julián Ortiz