ARABBA, LE QUATTRO STAGIONI

Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera. Se ripenso ai recenti tre giorni passati ad Arabba, il principale centro della valle del Fodom ai piedi dell’imponente e austero massiccio del Sella, nel cuore delle Dolomiti, mi viene in mente il meraviglioso e intimista film del 2003 del compianto regista e sceneggiatore sudcoreano Kim Ki-duk. Richiami e similitudini possono essere almeno due, soprattutto per chi ha avuto modo di vederne l’opera cinematografica: paesaggi incantati, in una dimensione che rasenta fiaba e sogno ad occhi aperti, ad Arabba e dintorni dominati dalle mille sfumature di verde di enormi boschi e dolci declivi di prati rigogliosi in quasi tutte le stagioni dell’anno, e l’unicità e respiro di silenzio e suggestioni, che invogliano a prendersi cura di sé, del proprio corpo, della propria mente.

Le stagioni, appunto: non si pensi che luoghi così montani (siamo oltre i 1.500 metri di quota) siano da vivere unicamente in estate, corta in verità ma così densa di tutto, e inverno, giacché qui è anche paradiso per gli amanti di ogni sport ed esperienza legati al mondo della neve, che qui non manca mai. Tutt’altro, ma ci si tornerà più sotto. Sono terre antiche, che raccontano dominazioni, genti ed etnie, e storia, con tracce evidenti se si pensa, per esempio, al castello di Andraz, di cui magari non sopravvive proprio tutto della sua architettura, ma quel che è rimasto è ben conservato e testimonia una vita, anzi più d’una, vissuta lunga mille anni. Ma questo è solo un esempio, seppur importante, per iniziare a conoscere un lungo cammino, in parte travagliato, di queste terre così colme di tutto; ma la conoscenza può essere tale solo respirandola in queste terre così colme.

Tutto per tutti: se, si accennava, Arabba e i suoi dintorni sono paradiso per tutti gli sport montani propri delle stagioni fredde e bianche, grazie anche a un comprensorio di piste e percorsi per tutte le età e capacità, anche l’estate, mai troppo calda quassù, invoglia a sentieri, trekking e percorsi di mountain bike di ogni tipo e difficoltà (oltre, ovviamente di dolce far niente avvolti nel silenzio e nel verde solcato da fiumi e torrenti dalle acque cristalline in contesti di panorami mozzafiato). Ma, appunto, non vanno ignorate le stagioni “di mezzo” che presentano suggestioni, imput e caratteristiche per tutti i gusti; qui primavera e autunno sono colori e tepori unici di pura quiete, e le importanti escursioni termiche sono più che giustificate e, mai, eccessive né fastidiose, invitando a mille attività e momenti di dolce pigrizia per altrettanti desiderata.

Anche la ricettività alberghiera e la disponibilità di appartamenti per qualche giorno (o più di qualche) è per chiunque, per tutte le tasche, stili di vita, usi e costumi ma, sempre, di più che dignitoso livello qualitativo e importante identità, figlia di un senso, innato e intelligente, di istintiva ospitalità amicale unito a un’idea di un look montano mai banale, anzi del tutto personale. Neppure la tavola si presenta come ordinaria e scontata: se è pur vero che è ovvia la presenza, in luoghi montani, di salumi, carni e formaggi questi devono avere purezza, qualità e identità e, anche, raccontare storia e genti di chi, nella valle del Fodom, ha sempre vissuto.

Qui, il desco ha il Dna del posto. Il palato scopre eleganza e sapori marcati, ma mai troppo evidenti o invadenti, men che meno facili. Lo stesso vale per i vini, importanti e pieni di profumi e sentori di questi luoghi, ma che non lasciano mai la sensazione di averne abusato; sono puri, come del resto il territorio da cui nascono.

In sintesi, a tavola e nei calici si narrano autenticità e specificità della valle del Fodom. Si spera che queste poche righe, proprie di un’esperienza vissuta, trasmettano e possano rendere l’idea, seppur in minima parte, di una scoperta quasi inaspettata; l’invito è quello di vivere, in ogni stagione, Arabba e i suoi dintorni, per una fruizione completa in ogni momento dell’anno, come da incipit, e per tutti.

 

arabba.it