MESSICO, QUANDO IL DESERTO CANTA AL MARE

Pedro sorride sornione guardando le nostre facce incredule alla vista del piatto di Almejas chocolate che ci ha appena portato. In verità, le dimensioni di questa specie di conchiglie Saint Jaques sono davvero super e, soprattutto, gustosissime, servite fresche con uno spruzzo di lime e con l’immancabile bicchiere di tequila bordato di sale. Del resto il ristorante Bismark-Cito è considerato il tempio dei crostacei e del pesce fresco.

Siamo nel cuore dell’Avenida Alvaro Obregon, il malecón (lungomare) di La Paz, la capitale della Bassa California del Sud in Messico. La città è l’anima quieta del Mar di Cortez sospesa tra cielo e mare, rifugio perfetto per chi ama il tempo dilatato. Ogni cosa si muove con una lentezza armoniosa, come se la vita avesse deciso di rispettare il ritmo delle maree.

Il cuore pulsante di La Paz è il suo malecón, la passeggiata lungomare che si snoda per chilometri abbracciando la costa. Al tramonto, il cielo si tinge di sfumature incredibili, dall’arancione bruciato al rosa pastello, riflesse come in uno specchio sul mare calmo. Artisti, ciclisti, salutisti e famiglie intere si mescolano in un’atmosfera vivace ma mai frenetica.

Ogni panchina sembra un invito a contemplare l’infinito tra mito e realtà, mentre statue di bronzo raccontano storie di sirene, balene e pescatori. L’ospitalità è una sorpresa affascinante così come l’offerta culinaria che spazia dal “pescado zarandeado”, grigliato su carboni ardenti, ai tacos di pesce, un simbolo della cucina locale. Il tutto accompagnato da una birra artigianale o, per chi cerca qualcosa di più tradizionale, da un bicchiere di tequila reposada o mezcal. Per comprendere il legame profondo che lega da millenni questa gente al mare, è d’obbligo vistare Il Museo de la Ballena e il Museo Regional de Antropología. La Paz è sicuramente un luogo dell’anima. Una città che invita a rallentare, a immergersi nella contemplazione di ciò che è semplice e vero. Tra i colori della Baia e il silenzio del deserto, tra l’immensità del mare e la familiarità della comunità locale, La Paz si rivela non solo come una destinazione, ma come un’esperienza che si imprime nel cuore.

Ne abbiamo definitiva conferma navigando senza fretta, lungo la costa. Il nostro capitano, Paco Castro, così come tutti gli altri, hanno l’anima green e raccolgono ogni genere di rifiuto che incontrano. Qui il respiro possente del mare non deve essere rovinato dall’incuria umana. La costa si dipana tra mare e deserto creando scenari primordiali, gli stessi che Frida Kahlo trascorrendovi una breve vacanza con il suo amato Diego Rivera cristallizzò con la frase: “Qui il deserto canta al mare, e l’anima può finalmente ascoltare“.

La nostra meta è l’isola di Espíritu Santo, l’isola delle meraviglie nascoste, santuario di biodiversità che il grande oceanografo Jacques Cousteau definì “l’acquario del mondo. La sua bellezza disarmante attrae come un miraggio, una fusione tra deserto e mare dove ogni angolo racconta storie di antiche forze geologiche e di incredibili forme di vita. Una linea di scogliere bianche e rosate si stagliano nell’azzurro del cielo, quasi come se una mano invisibile abbia spolverato pennellate d’ocra lungo le sue insenature, creando uno spettacolo cromatico che sfida le leggi della percezione.

Baie incastonate in gusci di roccia ci fanno sentire moderni esploratori, come quando gettiamo l’ancora nella meravigliosa Playa Ensenada Grande, considerata una delle più belle spiagge del mondo per la sua sabbia bianca e, le acque turchesi che ondeggiano lievi al ritmo delle maree. È qui che il silenzio si fa protagonista, un silenzio che racconta l’eterna battaglia degli elementi. La roccia, scolpita dal vento e dall’acqua, in forme che assomigliano a cattedrali naturali, è testimone del tempo.

La vera magia però, si rivela sott’acqua, nell’habitat naturale di oltre 500 specie di pesci e mammiferi marini. In particolare quando raggiungiamo gli scogli di Los Islotes, conosciuti anche come “La Lobera”, in cui prospera una nutrita colonia di leoni marini. L’acqua calda invita a tuffarsi e, in men che non si dica, siamo in acqua, accompagnati nello snorkeling, dai guizzi gioiosi di questi curiosi e simpatici animali che, si avvicinano sin quasi a farsi toccare, in un entusiasmante caleidoscopio di colori ed evoluzioni.

Tuttavia, Espíritu Santo non è solo natura selvaggia ma, anche un luogo dove le antiche popolazioni lasciarono tracce importanti, come i dipinti rupestri che risalgono a millenni. Pitture, nascoste in grotte naturali che rivelano come l’isola era considerata luogo sacro, un portale tra la terra e il divino.

Questo paradiso, sebbene Parco Nazionale, è molto fragile, per questo le visite sono contingentate, chi ha la fortuna di approdarvi deve lasciare solo tracce invisibili. Espíritu Santo non offre solo panorami da cartolina. Rappresenta un viaggio interiore, uno stato d’animo, una fuga dall’ordinario, un invito a riflettere, a percepire la magia di luoghi dove il respiro della Terra si sente ancora vivido e autentico.

Lasciamo su questi scogli una parte di noi così come scrisse lo scrittore americano John Steinbeck: “Il mare, una volta lanciato un incantesimo, trattiene per sempre una parte dell’anima di chi lo osserva” Luogo simbolo sulla costa orientale è il Parco Nazionale di Cabo Pulmo, un santuario marino in cui, le attività umane, sono strettamente regolate per preservare l’ecosistema. La spiaggia di Los Arbolitos è perfetta per nuotare tra i coralli. Ancora una manciata di chilometri verso ovest per raggiungere il mitico Cabo San Lucas, dove Il Mar Di Cortez e l’Oceano Pacifico si incontrano, siamo in una degli spot migliori al mondo del whale watching, un luogo di magia i cui simboli sono gli speroni rocciosi “El Arco.

Questi luoghi, così diversi tra loro, raccontano una storia di armonia tra terra e mare. Dai tramonti placidi di La Paz alla vivacità di Cabo San Lucas, dalla quiete selvaggia di Espíritu Santo, alla vita sottomarina pulsante di Cabo Pulmo, ogni tappa di questo viaggio è un frammento di narrazione più ampia: quella della Bassa California del Sud, una dimensione sospesa, dove il tempo, sembra dilatarsi e la natura comunica attraverso il silenzio, la luce e la vastità.

 

 

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Photo credits: Mauro Parmesani