CRIOTERAPIA: VOLERSI “BENE” CONGELANDOSI PER ALCUNI MINUTI?
Un primo ringraziamento va fatto a Carl Von Linde, senza la sua invenzione del freezer nel 1876 la carne non si conserverebbe a lungo. Ben venga quindi il congelamento del cibo, ma mai avremmo pensato di entrare in una ghiacciaia a meno 150 gradi centigradi per bruciare 800 calorie: uno shock termico che si vende come “miracolo” e che si chiama Crioterapia.
Fino a ieri c’erano le saune per spurgare tossine e perdere acqua in eccesso, oggi la “terapia del ghiaccio” fa tendenza perché “fa bene” non solo a traumi e contusioni, ma anche nel campo estetico. In poche parole il procedimento è molto veloce e consiste nell’immergere il proprio corpo nella vasca “da brividi” per 2, massimo 3 minuti.
Una volta entrati in un nano secondo arriva il messaggio di “allerta gelo” all’ipotalamo, che reagisce con un’immediata vasodilatazione sistemica. In pratica il nostro corpo aumenta in maniera vertiginosa la circolazione del sangue per evitare il congelamento, con il risultato di una riattivazione automatica del sistema immunitario che rigenera il corpo e la mente in pochissimo tempo.
La terapia così pensata promette una diminuzione della cellulite e della ritenzione idrica, un aumento del metabolismo e della microcircolazione. In pratica il segno meno vince su tutto: i gradi della temperatura, le kilocalorie, la cellulite, lo stress, le tossine e la ritenzione idrica.
Ma veniamo ai dubbi, legittimi. La cura “agghiacciante” che i personaggi celebri dello star-system praticano regolarmente come anti-age o per dimagrire, deve essere conseguenza di una approfondita visita medica per evitare reazioni corporee inattese o spiacevoli conseguenze. Ma questo è buon senso.
Un po’ di informazioni che normalmente non vengono messe abbastanza in evidenza sono, per esempio, che la reale temperatura percepita dal corpo non è –150 gradi ma –15, che appare decisamente più sopportabile. Altro dettaglio non trascurabile è l’obbligo, prima di entrare nei cilindri di acciaio del ghiaccio, di indossare un paio di guanti e delle calzature particolari molto calde, perché sono le estremità che subiscono lo shock prima del resto del corpo. Poi ecco sprigionarsi una nube di gas azoto liquido che porta la temperatura a –150°/–170°…
Negli Usa la Food and Drug Administration non ha certificato nessun effetto della terapia sul metabolismo umano, come nessuna conseguente perdita di peso, oltre a certificare in sostanza nessun beneficio. Non c’è nessuna prova scientifica, se non un’evidenza di grande rilevanza economica, visto che ogni seduta costa fino a 250 dollari.
Alcuni esperti dell’University of Manitoba hanno dichiarato che “noi siamo dei grossi pezzi di carne e non bastano tre minuti per abbassare la nostra temperatura a 10 gradi. La nostra temperatura interna è stabile a circa 37 gradi, e quando scende attorno ai 27 si rischia l’arresto cardiaco. Dichiarare che «La vostra pelle apparirà più compatta, luminosa, radiosa ed elastica, ringiovanita nel suo aspetto, le vostre rughe saranno più levigate e avrete bruciato 800 calorie in due minuti, grazie all’ incremento delle endorfine ed allo stimolo del vostro sistema immunitario» significa dichiarare il falso. Queste sono le informazioni che si leggono sui depliant, indirizzate a una clientela non informata, che si illude e si entusiasma sui nuovi metodi estetici non medici né chirurgici per ringiovanire”.
D’altronde ognuno di noi è libero di provare sulla propria pelle ogni sorta di elisir di eterna giovinezza, anche quello di congelare il proprio cervello e sperare di trovarlo identico dopo l’ibernazione.