FRASCA, IL SOGNO
C’è qualcosa di irrimediabilmente attraente in ciò che è complesso, criptico, stratificato fino a non intravedere una fine, oscuro poiché intensamente profondo. Il fascino di un sottile spiraglio luminoso che trapela furtivo dalla fessura di una porta è pari solo a quello di una musica udita da lontano, così bella da interrompere di colpo i passi per lasciare l’orecchio in ascolto e, con esso, tutta l’anima.
Alcuni vini possiedono questa dote ineffabile. Ineffabile poiché nessuna guida, nessuna classifica e nessuna dicitura verbale potrà mai trovare il modo di sintetizzarla in un termine o in un numero. Alcuni vini, inoltre, somigliano terribilmente alla mano che li fa, nella loro riottosità ai fronzoli delle presentazioni, nella loro chiusura timida, nella loro riservatezza, nella prima impressione del naso.
Matteo Gerbi è oggi l’enologo di Frasca La Guaragna, azienda vitivinicola che vive sulla terra di Nizza Monferrato e che spegne appena la sua seconda candelina, a fronte di una gestazione di egual tempo. Era il 2017 quando l’americano Curt Frasca decise di entrare nel mondo del vino attraverso un atto concreto in cui essere protagonista a tutti gli effetti, producendo il suo vino. La zona prescelta era il Monferrato, simbolo più che mai di pionieristica landa di bellezza, promessa di un futuro di eccellenza che è, difatti, già un solido presente, se solo fosse guardato con sufficiente attenzione. Curt conosceva il tratto di una mano in particolare, quella di Matteo Gerbi, e ne aveva talmente tanta ammirazione da voler fare di quel tratto la firma dei suoi vini. Matteo, all’epoca, lavorava da Bruno Giacosa, in Langa, a seguito di diversi anni trascorsi come enologo in G.D. Vajra. Un vero e proprio barolista, insomma, che aveva fatto delle durezze e dell’eleganza uno stile di gusto, ancora più che di produzione.

Matteo Gerbi, enologo dell’azienda Frasca La Guaragna
Curt desiderava proprio la finezza. E i vini creati da Matteo, in effetti, erano esattamente così. Vini snelli, taglienti, dritti, dotati di una classe estrema e fortunatamente incapaci di vestirsi di qualsivoglia accondiscendenza nei confronti di un gusto stanco e pesante. La tensione, quella linea sottile e pungente che tiene desta l’attenzione del sorso, l’eleganza essenziale: questo Matteo cercava, e con questo tratto delicato ma incisivo lui riusciva a far danzare i suoi vini, sempre.
I primi due anni furono di pura esplorazione. Servivano dei terreni, servivano delle vigne, certo. Ma non dei terreni o delle vigne qualunque. Ci vollero parecchi sopralluoghi e tante, tantissime valutazioni per scegliere cosa lasciar andare e cosa invece iniziare a sentire come proprio. Sì, perché la cosa a cui Matteo si sente più appartenere è proprio la terra. Con essa Matteo trova la complicità nel silenzio, in quel dialogo che non ha convenevoli, ma che è solo sostanza. A volte è brutalità, a volte è dono gratuito, mentre altre volte è semplicemente delicatissima fragilità, ma proprio per questo sembra rispecchiare quei momenti e quei colori che l’essere umano non potrà mai strapparsi di dosso.
Una volta scelte e acquistate le vigne, fu il turno della cantina. Serviva dotarsi di una struttura provvisoria, che rispondesse all’unico criterio della funzionalità e dell’efficienza, in attesa del completamento del vero progetto, ossia la costruzione della cantina all’interno della tenuta La Guaragna. Alla Guaragna ora, in mezzo agli 11 ettari di vigna di proprietà, vi è solo una cascina fatiscente. Il sogno di Curt e Matteo prevede la demolizione di quelle mura che han vissuto il loro tempo, per lasciare spazio al sorgere di una novità, prosecuzione di ciò che già palpita tra i filari da un paio d’anni. Al momento, Matteo vinifica in un capannone adibito sapientemente a cantina. Una cantina che lui stesso si è costruito dal nulla, scegliendo e acquistando tutto, dal più piccolo tubo fino alla più grande botte.
La prima vendemmia di Frasca è datata 2019, a carico di sole uve rosse: Barbera, Grignolino e Freisa. Quel tempo tanto atteso da Curt e Matteo era finalmente arrivato. Un progetto durato 4 anni e che solo ora, nella primavera 2021, muove i suoi primi passi nel mercato del vino. Per Curt questo è il grande sogno; per Matteo è il progetto della vita; per coloro che collaborano in questa realtà è una sfida da accogliere e brandire come si farebbe con le redini di un cavallo finalmente in corsa, dopo una lunga attesa ai blocchi di partenza. Ciò che accomuna tutti loro è l’appartenenza. L’appartenenza a una terra e a una realtà dotata di nome, luogo e contorni, da sentire propria e su cui investire tutto.
L’obiettivo “dei Frasca” è dare lustro a un territorio, quello monferrino, attraverso dei vini che siano innanzitutto di palato. La loro massima energia, il loro carattere e il loro distintivo profilo elegante risiedono nella bocca, esplicitati in un sorso che sa essere incisivo tanto quanto uno sguardo capace di colmare il silenzio.
DEGUSTAZIONE
BARBERA D’ASTI 2019
93/100
Prepondera sul fiore, ancora più che sul frutto. Ricorda il profumo degli iris e la nota acidula del ribes. Il tutto si conferma al gusto, dove mostra la sua scattante snellezza in un sorso freschissimo e leggero.
BARBERA D’ASTI LA VEJA 2019
95/100
Una Barbera che proviene dalla vigna più vecchia della proprietà. Quei tralci di 90 anni sanno regalare delle bacche dense, equilibrate già nel frutto. Il legno grande le accompagna per 4 mesi, restituendo al termine di questo tempo un nettare scuro e intrigante. Il naso mostra una parte di tabacco e una leggerissima punta di muschio, deviando dalla tipica confettura di frutto rosso in favore di un’eleganza dai colori fascinosamente cupi.
GRIGNOLINO D’ASTI 2019
93/100
Rispecchia il timbro varietale come non mai. Il naso si divide tra una parte gentile di fiore e pot pourri, e una decisamente speziata che ricorda il cumino e il pepe nero. Il sorso è molto rude, in quella decisa affermazione tannica e nell’acidità mostrata senza veli, senza paura del suo carattere scontroso.
NIZZA DOCG 2019 – CAMPIONE DI VASCA
96/100
Barbera, in purezza, proveniente dalla Guaragna e dalla zona di Agliano. Ai 6 mesi di botte segue una sosta in acciaio, fondamentale affinchè il vino trovi il suo equilibrio su quel filo sottile che si chiama eleganza. Il naso è complesso, un po’ terroso e un po’ speziato, con tratti quasi balsamici e una particolare nota di liquirizia. Qui si fa largo un po’ più di corpo, nel sorso, sebbene la cadenza sia data, ancora una volta, dalla freschezza e dal tannino. Chiude sulla nota di liquirizia e persiste a lungo.
BARBERA D’ASTI 2020 – CAMPIONE DI VASCA
92/100
Colore vivo, luminosissimo. Il naso insiste sull’amarena, la ciliegia e il frutto rosso in generale, con uno sfondo un po’ terroso di fungo. Come nella sua natura varietale, si compone nell’acidità, che qui è ancora molto giovane e legata a una spiccata sapidità.
GRIGNOLINO D’ASTI 2020 – CAMPIONE DI VASCA
94/100
L’annata 2020 ha regalato delle durezze meno dirompenti. La spezia, la rosa, la caramella al frutto rosso e l’agrume si legano a dare un naso improntato sulla piacevolezza. La bocca è fresca e tannica, eppure di grande eleganza nelle sue movenze. Persiste sull’impronta tannica omogenea e composta, spina dorsale di un sorso ugualmente fresco ed espressivo a livello varietale.
FREISA D’ASTI 2020 – CAMPIONE DI VASCA
96/100
Molto interessante. Si intuisce la complessità di un naso coeso, inscindibile, che lascia trapelare il frutto e sfuggire una nota speziata quasi di curry, senza permettere al naso di scrutarlo fino in fondo. Il sorso si veste di un’eleganza tannica, ruvida, bellissima. La pressione del tannino è incisiva ma omogenea, senza risultare aggressiva o scomposta. Finissimo, persiste nel ricordo delle sue fascinose rudezze.
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