IL VECCHIO PASTIFICIO, L’ITALIA DI RICCARDO DELLA BELLA A TENERIFE

Il Vecchio Pastificio, ad Adeje, Tenerife, è un luogo dove maestria culinaria, creatività e memoria italiana convivono armoniosamente. Aperto nell’ottobre 2024 dallo chef Riccardo Della Bella, il ristorante nasce dalla volontà di portare un frammento d’Italia sull’isola, con attenzione alle radici regionali e alla qualità degli ingredienti.

Riccardo Della Bella

Qui, ogni portata racconta una storia, e le creazioni del pastificio diventano protagoniste di un percorso degustativo che intreccia emozione, tecnica e invenzione.

Il viaggio gastronomico si apre con una bollicina tagliente e precisa, il Mestres Visol Cava, che stuzzica il palato con freschezza, anticipando un gioco di rimandi tra ricordi e competenza culinaria. Il primo assaggio è affidato a un pane carasau croccante con tartare di pomodoro, dove la leggerezza del pane incontra la dolcezza e l’acidità del pomodoro, evocando l’estate e il sole italiano. Poi un colpo di scena che strappa il sorriso: una ciambella ripiena di carbonara, calda e avvolgente, dove il guanciale croccante e la cremosità della salsa si fondono in un equilibrio goloso che richiama la Roma conviviale e chiassosa.

Tartare del vecchio

Segue la Tartare del Vecchio, un piatto complesso di tonno spagnolo con teriyaki di Modena e kimchi, avocado, stracciatella e caviale. Profumi marini e note acidule si combinano con la cremosità dell’avocado e della stracciatella, modulando sapidità e carattere pungente del kimchi in un’esperienza stratificata e sorprendentemente armoniosa. Le Cozze cacio & pepe reinterpretano un classico romano: cozze al vapore, spuma di pecorino, croccante di calamaro e aria al pepe verde. Il contrasto tra la dolcezza delle cozze e la nota piccante del pepe verde crea un gioco di freschezza e calore, mentre la spuma avvolge il piatto con morbidezza e delicatezza.

Caciofella

La Carciofella è un omaggio dello chef alla sua compagna: carciofo confit e fritto, cuore morbido e aromatico, crema di topinambur, fico nero Canari e prosciutto d’anatra. Al naso arrivano profumi dolci e terrosi, mentre la texture croccante e morbida invita a un assaggio meditato. Il piatto unisce sapidità e dolcezza con armonia e richiama il gesto d’affetto che lo ispira: un fiore di carciofo dedicato alla donna amata, brillante e fiero come lei. Arriva poi Memoria, il cuore emotivo del menù. Ravioli di ricotta e spinaci, serviti con cremoso di noci e gorgonzola e composta di pere caramellate alla cannella, riportano Riccardo ai pomeriggi passati in cucina con la nonna. Il proverbio “al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere” introduce il piatto, dove l’impasto artigianale avvolge delicatamente il ripieno, mentre le pere caramellate sprigionano dolcezza e note aromatiche che si fondono al gorgonzola in un equilibrio poetico e sensoriale.

Plin

Plin, ravioli ripieni d’agnello con crema di yogurt e melanzane su fondo bruno, offrono consistenze contrapposte: la pasta al dente sostiene il ripieno succoso e aromatico, mentre la crema di yogurt aggiunge freschezza e morbidezza, creando un piatto elegante e calibrato. “Quello che non ti aspetti” sorprende: spaghettoni quadrati aglio, olio e peperoncino con alici del Cantabrico, ricci di mare, limone e bottarga. Il piatto sprigiona profumi di mare intensi e vibranti, mentre la pasta artigianale conferisce struttura e masticabilità, trasformando un classico italiano in un quadro complesso di sapori e sensazioni, con note iodate e agrumate che accendono il palato. Armonia porta ai secondi: sella d’agnello con millefoglie di patate e lardo, barbabietola, mela e ananas. La carne è morbida, succosa e intensa, le patate stratificate offrono un contrasto croccante, mentre barbabietola e frutta modulano acidità e freschezza in ogni boccone.

Babamisu

Il dessert, Babamisu, chiude il percorso con cremosità e leggerezza: mascarpone, babà al caffè e differenti texture al caffè creano un finale complesso e aromatico, raffinato, lasciando una scia persistente di piacere e memoria. In sala, Javier Santoni, maître e sommelier, guida l’esperienza con rigore e sensibilità. Tra le figure che più lo hanno ispirato figurano David Bosch, icona internazionale del vino; Johan Casajuana, che gli ha aperto la visione sul vino naturale e l’arte di relazionarsi con il cliente, un gigante di 2,10 m che si muove con leggerezza ed eleganza sorprendente; e Miguel Ángel Millán, giovane sommelier di DiverXO, che lo colpisce per conoscenze internazionali e umiltà. Javier è il vero “tasto on-off” della squadra di cucina: motore pulsante, motivatore e scintilla che dà energia all’intera brigata. La sua carta vini accompagna ogni portata con precisione, valorizzando gli ingredienti senza mai sovrastarne la struttura.

A Il Vecchio Pastificio, ogni piatto è un incontro tra competenza, sensibilità estetica e memoria emotiva. Le creazioni diventano filo conduttore di un racconto che attraversa regioni e ricordi, i vini selezionati da Javier Santoni accompagnano con misura ogni assaggio, e ogni gesto della brigata contribuisce a un’esperienza coerente e coinvolgente. Qui l’Italia non è evocata, ma vissuta: un luogo dove ricerca, passione e precisione convergono, trasformando un pasto in un percorso di senso e di piacere, in cui ogni dettaglio è pensato, calibrato e celebrato.

 

ilvecchio.eu