WARSTEINER, L’ALTERNATIVA ALCOHOL-FREE AL FINE BEVUTA
Un paio di settimane fa, assieme a due storici compagni di bisboccia, mi sono sottoposto ad un rigoroso esperimento scientifico. Il nostro obiettivo era capire se, dopo una “classica bevuta” come ne abbiamo fatte centinaia negli ultimi anni, il nostro tasso alcolemico sarebbe stato “illegale”. Non lo avevamo mai fatto, ma nell’ambito dell’alienante campagna terroristica sorta dopo l’approvazione del nuovo codice della strada, ci era sembrato necessario affrontare il problema in maniera definitiva. Primo passo, acquisto mirato di un costoso etilometro che garantisse risultati precisi e attendibili. Secondo step, la scelta della “bevuta”: siamo in tre, quattro bottiglie sono il minimo sindacale. Due grandi Champagne, due grandi Barolo, insomma gli standard a cui siamo, da sempre, abituati. Due ore e mezzo la durata della cena, durante la quale le bottiglie filano via lisce. Alla fine, eccoci al fatidico momento del verdetto. Consumato l’ultimo calice, le misurazioni: per tutti e tre siamo leggermente sopra i limiti del 0,50, ma dopo mezz’ora scendiamo sotto il livello legale per poter riprendere l’auto senza il panico di incontrare una pattuglia e tremare all’idea di essere sottoposti ad un controllo.
L’entusiasmante esperimento scientifico ci ha dimostrato due cose. Per cominciare non è cambiato nulla rispetto a prima e le nuove regole non ci hanno “stravolto” l’esistenza. Basta non esagerare e controllarsi. D’altronde in molti paesi esteri la tolleranza è “zero”, quindi in Italia – azzardo l’ipotesi – siamo ancora fortunati. La seconda è più sottile e obiettivamente può cambiare l’abitudine di chiudere una serata e una bevuta con il classico “bicchiere della staffa”. Da sempre concludo con un distillato, di solito un whisky, un cognac, un calvados. Ecco, qui si pone il problema: consumare un prodotto a minimo 40 gradi stravolge tutto, il tasso alcolico schizza alle stelle e se non sei nel salotto di casa è decisamente improponibile. A meno di celebrare il “fine bevuta” con una piacevolezza alcohol–free.
Escludendo l’acqua – sempre buona per carità – ci può venire in aiuto un fragrante birra analcolica, il cui solo pensiero ci avrebbe ripugnato qualche mese fa. Ma grazie a Warsteiner, abbiamo capito che: “si può fare”. Avevo ricevuto qualche bottiglia, per una proposta d’assaggio. Erano lì, nel frigo, languide e trascurate, come quel pomodoro e quelle carote avvizzite che sedimentano tristemente nel cassetto delle verdure per mesi. Quella sera però, ho allungato una mano, ho brandito una bottiglia di Warsteiner 0.0% e mi sono fatto coraggio. Fresca, ovviamente leggera, gradevolissima, il palato rinfrancato da una chiusura, per una volta, “diversamente piacevole”. Ci sta, funziona.
La sorpresa di essermi affacciato senza timore alla finestra di un mondo fino ad allora sconosciuto, mi ha spinto a chiedere alla Warsteiner maggiori informazioni, che vi riporto per dovere di cronaca, perché il mercato evolve, le abitudini cambiano, la cultura del consumo responsabile si sta rafforzando giorno dopo giorno.
Secondo i dati che l’azienda mi ha fornito il segmento delle birre 0.0% è in forte espansione e con esso emergono nuove opportunità per l’intera filiera. Investire nella dealcolizzazione significa per Warsteiner guardare avanti, creando valore per il consumatore e sostenendo l’evoluzione del mercato. Warsteiner 0,0% è una birra dealcolizzata attraverso un processo industriale estremamente costoso: viene realizzata per evaporazione sottovuoto, a bassa temperatura, così da mantenere tutte le proprietà organolettiche ed il gusto, garantendo la massima sicurezza alimentare per i consumatori.

Luca Giardiello
“Warsteiner 0.0% è un’opportunità per un nuovo modo di vivere la birra” ci scrive Luca Giardiello, Amministratore Delegato di Warsteiner Italia, “permette di ampliare la scelta per un consumatore moderno sempre più attento ai nuovi trend. Ogni birra ha il suo momento e le sue occasioni. Warsteiner 0.0% è una pilsner con il nostro stesso standard di qualità: può essere gustata in qualsiasi contesto, in libertà!”. La riflessione dell’azienda è condivisibile quando sottolinea che il mercato delle 0.0% non riguarda solo la birra: la competizione è anche con i soft drink, le bevande zuccherate, le alternative artificiali che per anni hanno dominato la categoria delle opzioni analcoliche.
Quindi la Warsteiner 0.0% può rappresentare una risposta autentica e naturale. “Warsteiner ha un’esperienza pluridecennale nella produzione di birre 0.0%” continua Giardiello. “Sappiamo quanto sia importante sostenere questa crescita con un ecosistema adeguato: una distribuzione più capillare, un’educazione del consumatore e politiche fiscali che favoriscano la diffusione delle birre analcoliche, dai locali alla distribuzione moderna”.

Giovanni Mondini
Warsteiner Italia annuncia una serie di iniziative strategiche per supportare l’evoluzione del segmento. Giovanni Mondini, Trade Marketing Manager, ci comunica che “nei prossimi mesi saremo protagonisti di una campagna offline e online, eventi e attivazione dei punti vendita per portare Warsteiner 0.0% nei luoghi della socialità e dell’intrattenimento. Una proposta complementare che permette a chiunque di scegliere liberamente. Il messaggio è chiaro: 0,0% alcol, 100% puoi. Puoi brindare senza pensieri, alla salute di un nuovo equilibrio tra piacere e responsabilità: per un consumo sempre più consapevole”.
Il mercato sta evolvendo e Warsteiner è pronta a valorizzare questa opportunità con visione e concretezza, anche grazie ai formati disponibili. Infatti, alle bottiglie da 33cl si affianca la grande novità dei fusti da 20 litri, un’esclusiva fra i big del mercato italiano, per offrire l’esperienza di una birra senza alcol anche alla spina.
In conclusione, siamo certi che continueremo a bere bene, a rendere protagonisti delle nostre serate Champagne e Barolo, senza paura di alterare le nostre abitudini. Anzi, un filo le cambieremo, perché alla fine una Warsteiner 0.0% ci sta proprio bene.
I tempi cambiano. E noi con loro.