JACKIE O’, IL VERO FASCINO DEGLI ANNI ‘80
Jackie O’, iconico salotto alle spalle di Via Veneto, è ancora il simbolo della Dolce Vita romana. Un luogo dalle più belle serate della capitale all’insegna del divertimento che iniziano con una buona cucina tradizionale per poi proseguire con il pianobar e la discoteca con live music, amatissimo dai VIP italiani e dai personaggi del Jet Set internazionale sin dai tempi della sua apertura. È un indirizzo nato più di mezzo secolo fa grazie all’intuizione di Gilberto Iannozzi: da quel momento il celebre locale di Roma in via Boncompagni non ha mai smesso di brillare. Il suo nome, Jackie O’ è stato creato da Gil Cagné, conosciuto come il “truccatore delle dive”, che fu un omaggio ad un’icona di quegli anni, Jacqueline Kennedy Onassis. Il locale, diventato subito protagonista della mondanità capitolina, da allora è frequentato da divi, nobili, giornalisti, notorietà provenienti da tutto il mondo.
Indimenticabili le atmosfere vivaci che con passare delle ore diventavano sempre più allegre grazie alla musica e alle canzoni del piano bar, dove da lì a poco anche gli ospiti si mettevano a cantare intorno al pianoforte i grandi successi italiani e internazionali senza tempo. È davvero lunga la lista delle star che negli anni hanno varcato la porta del Jackie O’, come ricorda Veronica Iannozzi, figlia di Gilberto: “Alain Delon, Gina Lollobrigida, Mick Jagger (The Rolling Stones), la principessa Margaret di Inghilterra, Liza Minelli, Andy Warhol ma anche nomi italiani come Stefania Sandrelli, Paolo Villaggio, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni”.
Il gioco di oro e nero che si creava tra le pareti scure e le luci dei candelabri, si rifletteva nei molteplici specchi, si sentiva il tintinnio dei bicchieri di cristallo e il rumore dell’argenteria, i camerieri, presieduti da un autorevole maître, servivano con abilità gli ospiti, e qua e là si intravvedeva il flambé delle crepes Suzette o dei gamberi al Cognac. Ah, le classiche immagini degli anni ‘70 e ‘80! Eppure tutto questo non è scomparso negli anni, come era successo a molti altri locali dell’epoca. Anche oggi, appena varcata la soglia dell’ingresso, prima ancora di arrivare alla mitica scalinata, si comincia a respirare quella atmosfera glamour, fatta del saluto dello storico parcheggiatore, dei busti dorati sulle scale, di poltroncine di velluto bordeaux al guardaroba, della raffinata tappezzeria, ma soprattutto dello spirito di accoglienza d’altri tempi, fatta di calore, gentilezza e disponibilità.
A coordinare il servizio in sala c’è la mano esperta di Gianni Caddeu, figura di riferimento del ristorante, per i clienti storici e i nuovi, in grado di far sentire tutti coccolati. È la sua grande esperienza a dar vita anche ai classici piatti alla lampada, realizzati in sala davanti agli ospiti. Il ristorante è suddiviso in diversi spazi, comunicanti ma nello stesso tempo intimi. All’ingresso si intravvede una griglia e la cucina a vista sempre in fermento, le candide tovaglie, la mise en place in argenteria, i morbidi divanetti e la moquette che attutisce i rumori; in ogni angolo del Jackie O’ ancora oggi si respirano storia e glamour. E quando arriva il caloroso benvenuto della proprietaria, Veronica Iannozzi, una perfetta padrona di casa con il suo elegante savoir faire, si dà il via a una serata piacevolissima e spensierata.

Risotto Carnaroli, provola affumicata, Champagne e foglia d’oro
Qui la tavola è, ed è sempre stata la protagonista. E oggi lo è ancora di più grazie ai piatti dello chef Federico Sparaco, che vizia gli ospiti con una cucina squisitamente italiana, a tratti nostalgica, con continui rimandi allo stile inconfondibile degli anni ’70 e ’80. Non mancano, quindi, piatti iconici, ormai simboli del ristorante, come il vitello tonnato, il riso al salto, arricchito e personalizzato in stile Jackie ‘O, con pistilli di zafferano, fondo d’osso buco e parmigiano, e l’elegante risotto Carnaroli con provola affumicata, Champagne e foglia d’oro, ispirato all’indimenticabile creazione del maestro Gualtiero Marchesi.

Vitello tonnato
Non mancano, naturalmente, nemmeno le crepes Suzette alla lampada, così piacevolmente d’antan, servite con il gelato alla vaniglia; l’intramontabile cocktail di gamberi, la tartare di manzo rifinita al tavolo dal maître o il filetto al pepe verde flambato direttamente in sala per dare un piccolo spettacolo.
Tutte le etichette della ricca cantina sono selezionate con cura dal giovane e talentuoso sommelier Manuel Pompili. Oltre ad accompagnare le cene, la cantina è stata messa al centro del Wine Club del Jackie O’, un luogo creato per gli appassionati di vino, per approfondire o conoscere nuove etichette grazie ad una serie di appuntamenti dedicati.… E alla fine della lunga serata, prima di risalire l’iconica scalinata, ci si ferma un attimo in un corridoio a contemplare le numerose fotografie di personaggi storici, che negli anni hanno frequentato Jackie ‘O, un luogo dal fascino intramontabile.