NUOVE SFIDE PER LA DENOMINAZIONE GARDA DOC

Si trova a un passo da Verona la sponda più a sud del Lago di Garda, con quella geografia frastagliata e lussureggiante, quei borghi quieti, densi di storia, a ridosso dei colli morenici, che durante il Risorgimento furono teatro di epiche battaglie per l’Indipendenza italiana. Anche Dante Alighieri ne rimarrà colpito, invitato a Verona dai Della Scala, in seguito all’esilio di Firenze, tanto da scriverne nella Divina Commedia: “Lo primo tuo refugio e ‘l primo ostello, sarà la cortesia del gran Lombardo che ‘n su la scala porta il santo uccello, ch’io te avrà sì benigno riguardo che del fare e del chiedere, tra voi due, fia primo quel che, tra li altri, è più tardo.” (Divina Commedia. Paradiso, canto XVII, v. 70). Tra il 1303 e il 1304 verrà ospitato a Verona da Bartolomeo Cangrande e successivamente dal 1312 al 1318, dal fratello Cangrande della Scala, soggiornando complessivamente nel veronese per sette anni, un periodo nel quale il lavoro del sommo poeta sarà prolifico, scriverà buona parte del Paradiso ma anche il “De Monarchia” e un cospicuo numero di lettere e missive. Un periodo fecondo che porterà Dante a parlare del Garda anche nell’Inferno, ritornando sulla riva veronese del Lago, citando la fortezza di Peschiera costruita dagli Scaligeri a scopo difensivo, raccontando di un luogo dove tre circoscrizioni si sfiorano e dove il vescovo di Verona, quello di Trento e quello di Brescia si sarebbero potuti incontrare per officiare insieme.

E anche oggi non mancano i motivi per venire sul Garda. Da queste parti il vino e la gastronomia sono una cosa seria, complementari alle bellezze di un’area unica al mondo, che totalizza ogni anno numeri da record e che è stata oggetto di un convegno dal titolo: “Dinamismo, alta qualità e legame con il territorio: le parole chiave del sistema vitivinicolo Garda Doc”. Promosso dal Consorzio Garda Doc, nell’ambito dell’evento “Garda Wine Stories” è stata un’occasione di confronto che ha visto la partecipazione di oltre 30 giornalisti nazionali e internazionali, nella storica cornice dell’antica Dogana di Lazise. Ai saluti istituzionali del Presidente del Consorzio, Paolo Fiorini, sono seguiti due interventi densi di contenuti, che hanno testimoniato l’importanza, l’appeal e i margini di miglioramento dei vini Garda Doc nel panorama enologico contemporaneo.

Il contributo di Eugenio Pomarici del Centro per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia degli Studi di Padova, si è focalizzato su: “Garda Doc, la forza di un sistema d’area integrato e innovativo – situazione competitiva, opportunità minacce e proposta di elementi strategici per l’evoluzione dell’offerta Garda” e ha fatto emergere l’efficace approccio del Garda Doc, le sue notevoli potenzialità e le notevoli performance raggiunte nel mercato interno e in quello internazionale, grazie a un ampliamento dei territori coltivati e a un aumento del numero di viticoltori, con una beneaugurante crescita quantitativa: +46% dal 2017 e una produzione che nel 2023 ha oltrepassato i 410.000 quintali di uva. Di tutto rispetto anche la capacità di innovare e diversificare del Garda Doc, che oggi offre una gamma di vini sempre più ampia in risposta alle necessità del consumatore contemporaneo rivolgendosi a diversi target, mentre le bottiglie prodotte, in sei anni sono passate da 6,1 a 18,6 milioni.

Lo studio lascia trasparire quanto anche in ambito vitivinicolo sia evocativo il brand “Garda”, nel ricondurre il consumatore a un’area densa di storia dall’innegabile bellezza che la rende unica e viene percepita in modo molto positivo, in particolare nell’Europa centrale. I margini di miglioramento, viceversa, riguardano la mancanza di specificità distintiva della denominazione, che suggerisce di lavorare maggiormente sulle varietà Chardonnay e Pinot Grigio, per favorire un posizionamento più alto nel mercato. Appare evidente che per ottenere una maggiore coesione e un’identità più definita, andranno intensificate le attività di promozione e valorizzazione da parte del Consorzio, dando peso al turismo locale, facendo rete con i produttori e gli operatori turistici, rafforzando il messaggio che il comparto vinicolo è tutt’uno con il territorio del lago di Garda e offre tantissimo in tal senso, attraverso wine tour, visite, degustazioni e attività correlate alla cultura storica ed enogastronomica locale. Il secondo intervento che ha visto come relatore Angelo Zago, del Dipartimento Scienze Economiche dell’Università di Verona, si è basato su un’analisi approfondita condotta per esplorare l’interesse verso i vini Garda Doc, attraverso ricerche effettuate su Google.

I risultati dello studio finanziato dal CT Garda Doc, ha sottolineato, quanto “Garda” sia il termine più ‘cliccato’ tra le principali Denominazioni veronesi, in particolare da Germania, Austria e Olanda, oltre che dalle regioni italiane di Trentino Alto-Adige e Lombardia e quanto, nelle categorie specifiche delle “bevande alcoliche”, Paesi come Austria, Germania e Inghilterra mostrino un interesse crescente verso i vini Garda Doc. Soprattutto nelle regioni italiane menzionate, la parola Garda viene maggiormente cercata, rispetto ad altre denominazioni come Valpolicella e Lugana, evidenziando la stretta correlazione che lega turismo e vino e che la strada da perseguire concentrando le attività promozionali nelle aree di maggiore interesse è quella giusta. “Questi interventi – chiude il Presidente Fiorini – non solo confermano la popolarità dei vini Garda Doc a livello nazionale e internazionale, ma offrono anche fondamentali spunti per future strategie di marketing e promozione, al fine di valorizzare in modo crescente e sinergico il legame tra il territorio del Garda e il suo prestigioso prodotto vinicolo”.

Il Consorzio Garda Doc, opera in un territorio collinare dalle caratteristiche paesaggistiche uniche, tra Lombardia e Veneto, protetto dalle montagne e affacciato sul bacino più grande d’Italia, interessando le province di Brescia, Mantova e Verona, dove dal 1996 sorge la Doc Garda. Un’area di produzione vitivinicola che comprende le 10 storiche zone di produzione del territorio gardesano, che nel 2015 ha ottenuto il riconoscimento ministeriale ed opera erga omnes dal 2016. Il Consorzio Garda Doc rappresenta oggi 250 produttori “da uva a bottiglia” della denominazione, promuovendo una fra le più preziose eccellenze enogastronomiche d’Italia.

 

 

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