ANDRÉ DERAIN. SPERIMENTATORE CONTROCORRENTE

L’idea di dedicare una mostra al padre della corrente Fauve, altresì sperimentatore di stili riconducibili all’Avanguardia, all’Impressionismo ed al Cubismo André Derain, è nata in Simone Soldini , direttore del Museo D’arte di Mendrisio, dopo una visita al Museè Du Pompidou di Parigi. Il tempio dell’arte moderna parigino, costruito negli anni ’70 per volontà dell’allora Presidente della Repubblica Francese George Pompidou, è stata la fonte di ispirazione di una delle mostre più interessanti del 2020, dedicata interamente a Derain toccando tutte le sue molteplici personalità artistiche: dal pittore allo scultore al ceramista, dal fotografo al costumista.

Derain Ritratto, 1935 Archives G.Taillade Parigi

Visitabile fino al 31 gennaio 2021, l’antologica è davvero imperdibile, perché racconta magistralmente uno degli artisti che hanno più contribuito a cambiare il mondo dell’arte a cavallo tra XIX e XX secolo, avendo sperimentato stili differenti con un tocco personale inconfondibile. L’esposizione del Museo di Mendrisio si apre con i disegni che Derain realizzò per la messa in scena di grandi opere teatrali negli anni ’30 e ’40. I costumi sono eleganti e raffinati, al punto da sembrare disegnati da uno stilista di alta moda, e raccontano di quella Parigi culturale a cavallo tra le due guerre madre dei più famosi artisti e letterati della storia contemporanea; guardando i bozzetti di Derain sembra di sentire l’odore dei cafè parigini in cui i grandi uomini di cultura disquisivano della bellezza dell’opera appena vista in teatro.

DERAIN Bozzetto per “Jack in the box”, 1926 © 2020, ProLitteris, Zurich

Nella stessa sala, lo spazio centrale è dedicato alle sculture: per quanto Derain non fosse noto come scultore, le opere da lui realizzate sono particolarmente ammalianti: in parte denunciano una chiara influenza dell’arte africana (da sottolineare che fu proprio lui a introdurre Pablo Picasso in questo mondo), in parte ricordano le sculture primitive a carattere religioso delle popolazioni sumere e babilonesi. Scrutandole, si avverte da parte dell’artista, la volontà di trasmettere al fruitore quel “non so che” che trascende le forme e mostra l’essenza primitiva del soggetto; un processo ben più evidente nella pittura di Derain, che accompagna lo spettatore per ben cinque stanze nel Museo di Mendrisio.

DERAIN Le Maquignon © 2020, ProLitteris, Zurich

Le opere pittoriche fanno emergere l’impressionante versatilità dell’artista, con un incredibile mix di quadri dallo stile Fauve, avanguardista, cubista, primativista, ma anche realista, grazie alla sezione dedicata ai ritratti ed ai nudi femminili che restituiscono alla perfezione forme, anatomie ed espressioni dei soggetti rappresentati. I quadri Fauve, come del resto è tipico dello stile di cui Andre Derain è uno dei padri fondatori indiscussi, hanno colori accesi e “selvaggi”, forme indistinte ma ordinate e, con il loro caos, fanno da contraltare invece ai paesaggi, raccontati romanticamente con una vena melanconica. Le scene mitologiche hanno invece un’impronta stilistica riconducibile all’Avanguardia vera e propria, con opere che ricordano la mano di Vassilij Kandinskij, mentre nei quadri a soggetto antropomorfo a dominare è lo stile cubista. Non mancano anche nature morte e scene di vita quotidiana, che vogliono (forse) omaggiare con lo sfondo nero e la plasticità delle forme, un’insospettabile stile caravaggesco.

DERAIN Portrait de Geneviève en bleu © 2020, ProLitteris, Zurich

Non ultima per importanza, l’interessantissima citazione presente all’interno dell’esposizione, dell’André Derain ceramista e fotografo. Il ceramista ha creato molteplici opere (per lo più vasi e piatti) decorati con disegni delicati e colori vivaci, che oggi appartengono a collezionisti privati. I soggetti dei suoi piatti sono molto vicini all’arte di Picasso, in particolare nell’opera Couple enlacè e Sans titre, Trois baigneuses che molto ricorda le Madamoiselle d’Avignon, realizzata da Picasso nello stesso anno della ceramica di Derain (1907).

DERAIN La clairière, ou le déjeuner sur l’herbe © 2020, ProLitteris, Zurich

L’anima da fotografo invece non presenta affinità con nessun grande illustre precedente o contemporaneo, raccontando forse, meglio delle altre discipline, il suo grande amore per l’universo femminile; a prevalere sono nudi femminili e donne ritratte in scene di vita quotidiana, anche se non mancano scorci paesaggistici e ritratti di animali.

DERAIN L’Estaque © 2020, ProLitteris, Zurich

L’antologica di André Derain, curata da Simone Soldini, Barbara Malacrida e Francesco Poli, è senza dubbio imperdibile per chi, appassionato d’arte, vuole scoprire (o riscoprire) uno degli artisti più importanti del secolo scorso, elemento determinante per tutte le più grandi correnti artistiche a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Una tappa obbligata per chi desidera fare una gita fuori porta nel Canton Ticino, il Museo di Mendrisio è stato fondato nel 1982 e sorge negli spazi dell’Antico Convento dei Serviti; organizza periodicamente mostre dedicate a grandi artisti Novecenteschi, ma possiede anche un’interessante collezione privata che parte dal XVI secolo.

 

 

André Derain

Sperimentatore controcorrente

 

A cura di Simone Soldini, Francesco Poli, Barbara Paltenghi Malacrida

 

fino al 31 gennaio 2021

 

Museo d’arte di Mendrisio
Piazzetta dei Serviti 1

 

museo.mendrisio.ch

 

Cover: André Derain, Paysage de Provence © 2020, ProLitteris, Zurich (dettaglio)