NOMOS, BELLEZZA “REGOLARE”
Nomos, il nuovo hotel nel rione Regola a Roma, prende il nome dal termine greco antico che significava “legge”, “ordinanza”, legato al concetto di “regola” intesa come somma norma di vita comportamentale. Anche se l’hotel Nomos di normale, inteso come “usuale, abituale”, non ha proprio niente. Nato grazie ai lavori di restauro dell’antico monastero francescano fondato dall’ordine nel XVIII secolo, e noto come “collegiu siculum”, l’hotel sorge in un rione dal passato importante, sede di edifici storici rilevanti per lo sviluppo delle arti fin dall’epoca romana, fino ai capolavori del Rinascimento e alle opere del Barocco. Nomos, con la sua bellezza rigorosa dalle sfumature beige e greige grazie alla prevalenza di travertino, il tipo di marmo più usato a Roma, toglie letteralmente il fiato e la parola. Le ampie vetrate permettono di intravvedere le sale austere dall’arredamento minimal. La sensazione di entrare in un monastero diventa più forte dopo aver varcato la soglia. Gli alti soffitti a volta richiamano al silenzio religioso nonostante una leggera musica lounge di sottofondo. L’abbigliamento del personale ricorda le tuniche monastiche, sempre nelle tonalità beige; gli ampi interni e le larghe scale affascinano e colpiscono con la maestosità di un palazzo reale che sfiora l’umiltà di un convento.

Il progetto di art interior e art direction è stato curato da HENRYTIMI, artigiano artista, imprenditore italiano e firma internazionale. Tutte le opere funzionali e i pezzi unici per Nomos Hotel sono stati realizzati su disegno per valorizzare gli spazi e creare un ambiente di armonia assoluta pur nell’austerità sottrattiva che caratterizza da sempre HENRYTIMI: il ‘minimalismo materico’. Per questo sono stati scelti solo materiali naturali capaci di dialogare tra loro e allo stesso tempo fondersi in un’esperienza emozionale di grande sensorialità, come accarezzare il lino grezzo dei tovaglioli o sfiorare il legno dei tavoli del ristorante. E così Nomos Ante, il ristorante gourmet, e Nomos Bar diventano l’estensione naturale della filosofia del luogo: un’esperienza sensoriale che mette al centro l’ospite. Il Nomos Bar, che si trova all’interno di un cortile intimo e raccolto, può accogliere fino a ventiquattro sedute in marmo travertino, disposte attorno a nove tavoli anch’essi in travertino, che sembrano emergere dal pavimento. Un luogo ideale per iniziare ad entrare nello spirito di Nomos. Le tre sale del ristorante, di cui una privata, invece, accolgono nove tavoli e ventotto coperti, e regalano la sensazione di un eremo perduto nel tempo.

Giulio Zoli
I totem nascondono gli elementi funzionali quali posate e tovaglioli; i larghi tavoli in legno e le sfumature tra argilla e calde terre regalano all’ambiente un’aura contemplativa ma accogliente. Al timone della cucina c’è Giulio Zoli, uno chef romano con diverse esperienze importanti, anche stellate, alle sue spalle, che gli hanno permesso di creare il proprio stile, contemporaneo e personale. Uno dei suoi tratti distintivi sono le salse: non semplici accompagnamenti, ma strumenti essenziali del racconto gastronomico che connettono tempi, culture, terre e memorie.

“Per me Nomos è un punto di svolta: il primo progetto in cui assumo la responsabilità di executive chef. È una sfida che accolgo con entusiasmo e determinazione, perché la filosofia del progetto si lega perfettamente alla mia visione di cucina” racconta Zoli. “La mia idea di cucina si fonda sugli equilibri: cotture precise, ricerca attenta delle materie prime, eleganza nelle forme, ma anche identità e bilanciamento dei sapori. L’armonizzazione dei contrasti e l’intreccio fra memorie italiane e influenze lontane sono il cuore del mio processo creativo”.

Tortellino di coniglio
I suoi tre menù degustazione – principio, misura, compimento – sono i tre percorsi che l’ospite può scegliere per avvicinarsi alla filosofia di Nomos: Arché – Il Principio (tre portate a scelta libera): il viaggio comincia dall’origine. Arché è il seme, il primo contatto con la cucina di Nomos. Métron – La Misura (cinque portate): la tappa centrale celebra l’equilibrio tra tecnica e suggestione; è il cuore del percorso, dove armonia e proporzione guidano l’esperienza. Télos – Il Compimento (nove portate): il percorso si conclude con il compimento, non come fine, ma come piena realizzazione: una sintesi di sapori, tecniche ed emozioni che esprime appieno la filosofia di Nomos.

Quaglia cotta al barbecue
Tre sono i piatti ai quali lo chef tiene in modo particolare: Spaghetti Citrus, Tortellino di coniglio e Quaglia. Gli spaghetti cucinati in estrazione di provola affumicata, burro al tè lapsang souchong, genziana e limone, con un finale agrumato e polvere di capperi, celebrano la pasta come emblema della tradizione italiana, proiettandola in una dimensione cosmopolita. Il tortellino – pasta fresca ripiena di coniglio con latte di ceci, albicocca fermentata e sumac, cotto in un jus aromatico di coniglio con menta, finocchietto fresco e carvi – è un omaggio alla pasta fresca ripiena, dove la materia prima italiana dialoga con le spezie e gli aromi di viaggi esotici e mercati lontani.

Cicoria & cicoria
Infine la quaglia, cotta al barbecue, con gambero rosa crudo, peperone arrostito, cipolletta borettana sott’aceto, salsa tonnata e uovo poché di quaglia, misticanza al nero di seppia e una salsa intensa di quaglia e teste di gambero, contornata da un samosa di zampette in stile thai con XO sauce, è un simbolo di armonia fra contrasti e stratificazioni, tra terra e mare, crudo e cotto, croccante e fondente, l’Asia e il Mediterraneo.

Con l’ospitalità tailor-made, creata da Antonio Cannoniero, restaurant manager e sommelier, la sala diventa un’estensione naturale della cucina dello chef Zoli. La carta dei vini, curata anch’essa da Cannoniero, contiene circa 200 referenze, frutto di un’attenta selezione tra eccellenze italiane e grandi classici internazionali. Non solo etichette iconiche, però, ma anche piccoli produttori di nicchia, capaci di sorprendere i palati più esigenti.

Ile flottant
Eppure l’esperienza al Nomos non è fatta solo di design impressionante, servizio irreprensibile e cucina eccellente, ma anche di piccoli dettagli come cortesia, sorrisi e attenzioni. Ma a fare la differenza ci sono l’atmosfera primordiale, le mille sfumature di beige e un vortice di emozioni raramente provate prima.
nomoshotel.com
Photo credits: Dario Borruto