DOMENICO CLERICO: CANTO LIBERO

Tutto ebbe inizio in quel lontano 1976 quando un giovane Domenico Clerico, prendendo le redini dell’azienda di famiglia scrisse così: “Caro Papà, è con grande onore che accetto di far proseguire l’azienda che tu hai creato in una vita di fatiche!”. Era una piccola azienda in un tempo immaturo per il mondo del vino e in un territorio langarolo ancora sopito rispetto al fermento che Oltralpe si cominciava a respirare. Tre ettari di Dolcetto a Monforte d’Alba, per cominciare. Il vino da sempre un canto libero, espressione di quotidianità e di lavoro, mentre una nuova generazione di vignaioli dalla fine degli anni ’70, con coraggio tentava di guardare oltre. La consapevolezza che tutto stava cambiando prese forma, mentre la Francia insegnava al mondo cosa fosse la qualità, attraverso gesti e concetti fino ad allora impensabili. Il diradamento in vigna, l’uso delle botti piccole, la concentrazione di corpo e frutto. Scelte condivise, la volontà di “nessun compromesso”, la ricerca di peculiarità e pregevolezza, Clerico e quella sua speciale attitudine a credere nel domani, a immaginare possibilità e un futuro di sperimentazione sempre in un perimetro di concretezza e di personalità.

Nel 1977 l’acquisto di un terreno a Bussia nel cuore della omonima Menzione Geografica Aggiuntiva, dove produrrà il suo primo Barolo Bussia Briccotto. Nel 1981 compra nuovi appezzamenti vitati a Monforte D’Alba: a Ginestra, nascerà l’iconico Barolo DOCG Ciabot Mentin, poi Pajana nel 1990 e Mosconi nel 1995, per la sua punta diamante, Percristina, il Barolo DOCG dedicato alla figlia e prodotto solo nelle annate migliori. Tra il 2005 e il 2006 la prima annata di Aeroplanservaj, il Barolo DOCG di Serralunga d’Alba, l’aeroplano selvatico, il soprannome che il padre gli riservò visto il suo animo sognatore e fantasioso, spesso distante dal mondo reale.

Domenico Clerico non è solo Barolo: la Langa che ha in testa è totalmente piemontese con le sue uve tipiche: il Dolcetto, il Nebbiolo, la Barbera D’Alba. Frutti che rappresenteranno la sua riconoscibilità, raccontando una storia lunga quarant’anni, oggi custoditi dalla moglie Giuliana che, con un team di collaboratori, porta avanti una viticoltura immutata. Ventuno ettari vitati sulle colline di Monforte d’Alba e Serralunga: ripide pendenze per le migliori esposizioni in un terroir di origine sedimentaria e marina dominato dalle Marne di Sant’Agata fossili e da formazioni di Lequio. Una ricchezza di suoli e caratteristiche microclimatiche che determinano una base qualitativa eccelsa per una produzione di circa 110mila bottiglia, distribuita in 40 paesi del mondo.

Oscar Arrivabene (enologo) e Giuliana Clerico

Il suo pensiero d’altronde fu tanto identitario quanto rivoluzionario, distante da mode, tendenze o polemiche che volevano il Barolo moderno, dapprima concentrato e muscoloso, oggi più esile e raffinato. “La differenza fra modernisti e tradizionalisti non esiste più. E se penso a botte piccola o botte grande, penso che il legno è lo strumento che ciascun produttore utilizza per fare un grande vino, seguendo la propria interpretazione personale” diceva Domenico Clerico. “Dopo dieci anni di cantina e bottiglia, quello che conta è solo quello che hai fatto in vigna”.

Domenico e il suo lascito, la voglia di guardare sempre avanti e immaginare il futuro tra le tradizioni delle sue Langhe e il desiderio costante di migliorarsi. “Domenico ci ha fatto un grande regalonon smettono di ripetere la moglie Giuliana e Oscar Arrivabene, enologo e direttore generale della Cantina.

 

DEGUSTAZIONE

 

Visadì Langhe Dolcetto DOC 2019

92/100

Il vino capostipite, il vitigno più apprezzato in Langa e un’eccellenza tra accuratezza e precisione. Prodotto per la prima volta nel 1978 è vinificato e affinato secondo grande maestria esclusivamente in acciaio, dopo un’attenta selezione dei grappoli. Un sorso di delicata estrazione e di ampi profumi in cui spiccano le more, il lampone, il garofano. D’immediata bevibilità, esalta al massimo l’aromaticità e la bevibilità tipica del vitigno.

 

Capisme-e Langhe Nebbiolo DOC 2019

91/100

Vino nudo, essenziale, di spiccata personalità monfortina. Capisme-e in dialetto piemontese significa capiscimi, entra nel mio mondo. Un’etichetta opera d’arte contemporanea pensata per attrarre l’attenzione di chi la osserva: un riuscito esame della vista che porta a scorgere tra le lettere la frase in dialetto piemontese. Dalle vigne più giovani del Cru San Pietro viene vinificato con una delicata estrazione per preservarne ogni sfumatura. Naso vinoso, allo stesso tempo concentrato nei suoi aromi di fiori di garofano e marasca, una vena balsamica di eucalipto e un perfetto equilibrio che lo rende unico, avvolto in un palato di classicità e persistenza grazie al perfetto affinamento in acciaio e in anfora.

 

Barolo DOCG del Comune di Monforte d’Alba 2017

93/100

Dalle migliori vigne delle Menzioni Geografiche Aggiuntive di Ginestra, Bussia e Mosconi nasce il Barolo comunale di Domenico Clerico, un vino che ne racconta l’essenza nel quale costantemente si legge la gioia, la fatica, i grandi risultati. Un vino in costante evoluzione, smussato, prezioso, ossigeno di una nuova idea di Barolo, giocata su un corpo sottile e levigato, privo di asperità e un tannino che si mostra velluto e capacità espressiva. L’ambizione da sempre quella di voler essere la rappresentazione più pura del carattere di Monforte.

 

Ciabot Mentin Barolo DOCG Ginestra 2017

95/100

“Ciabot”, la casa nelle vigne, quasi un ricovero degli attrezzi; Mentin, il soprannome del vecchio proprietario di questa piccola dimora rurale che sorgeva tra i filari prima che Domenico Clerico l’acquistasse nel 1981. Ciabot Mentin nel cuore del Cru Ginestra è una delle migliori denominazioni nella storia di Barolo. Sorso plastico, enigmatico, una natura sensuale e corporea nell’incontro di una trama che annuncia gioventù. Al naso offre un variegato mondo di nuance: viola e rosa, bacche e frutti scuri turgidi, aromi di torrefazione e cacao, un pizzico di anice stellato. Palato disciplinato, carismatico, concreto, un equilibrio incapsulato in un continuo divenire.

 

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