GALATEO E BUONE MANIERE, IL RITORNO DI UN’ANTICA TRADIZIONE

Il primo a parlare di Galateo fu monsignor Giovanni Della Casa che scrisse in proposito un trattato, “Galateo overo de’ costumi” sulle regole di buona creanza. L’ecclesiastico e letterato di origine fiorentina lo intitolò così perché lo dedicò al suo amico Galeazzo (latinizzato Galatheus) Florimonte, vescovo di Sessa Aurunca in Campania, noto per essere una persona dai modi cortesi. Era il 1550 e l’uomo, all’epoca, si trovava nell’abbazia di Nervosa, sulle pendici della marca trevigiana. In questo libro Giovanni Della Casa assume il ruolo di insegnante di etica, estetica e pedagogia. Per sapere cosa sia cambiato da quel tempo e cosa s’intenda per Galateo e Buone Maniere oggi nel 2021, ci siamo rivolti al presidente dell’Accademia Italiana Galateo, Samuele Briatore.

Samuele Briatore, presidente dell’Accademia Italiana Galateo

Per galateo intendiamo un codice “non scritto” di norme comportamentali che mirano alla buona educazione. La flessibilità, l’imprevisto, le abitudini personali sono contemplate o danneggiano il senso del galateo?

Se per abitudini intendiamo il restare nella nostra “comfort zone” limitando un’evoluzione del nostro essere, allora sì, sono in disaccordo con il senso del galateo. Certe abitudini comportamentali limitano la nostra libertà, per esempio quella di darci la possibilità di reinventarci, di restare coerenti con il nostro pensiero, ma senza danneggiare gli altri. Dovremmo ricordare che la routine ci rende pigri e spesso miopi nella sperimentazione. L’idea che abbiamo di noi stessi non deve cambiare, ciò che il galateo insegna è la coerenza con noi stessi, ponendo la massima attenzione verso il prossimo.

 

Tutti noi siamo dotati di istinto, questa spinta naturale che può influire negativamente sulle relazioni. Si può reagire a un insulto con le buone maniere?

Certo che è possibile. Utilizzare le buone maniere non vuol dire essere “fessi” solo perché non rispondiamo con lo stesso tono a un insulto. Significa, al contrario, utilizzare i codici comportamentali ed educativi per raggiungere un risultato ottimale. Le persone che lasciano fluire la propria istintività e sfogano la loro rabbia, incuranti del dolore che provocano, resteranno sempre in balia delle loro emozioni.  Dominare l’istinto significa non scendere al livello della reazione dell’altro, ma essere piuttosto riconosciuti come autentici, rimarcando una giustizia, senza offendere. Si pensa erroneamente che essere galanti si perda di credibilità e autorevolezza. A un insulto ricevuto si risponde con altrettanto livore, come a dire che, se non mi metto sullo stesso piano, perderò in partenza. La verità è che ferisce di più una reazione composta che una bagarre concitata.

 

Ogni giorno portiamo in scena molti personaggi che interpretano il nostro quotidiano. Alcuni di loro sono davvero odiosi, insopportabili. Dovremmo sopprimerli per rispettare le norme del galateo?

No, dobbiamo solo imparare a gestirli, ma non li metterei da parte. Ciò che non ci piace di noi stessi, va semplicemente migliorato nel tempo. Sento spesso dire: “Sono così e non cambio”. Tutti noi siamo tanti personaggi a seconda dell’ambiente e delle persone che incontriamo, perché non accettarlo? Se esce la parte odiosa di me cercherò di comprenderla, di capirne il senso. Dovremmo imparare ad amare le nostre personalità senza per forza pensare di venire etichettati come borderline.

 

Potremmo definire il galateo il “balsamo dell’anima”?

È un balsamo dell’anima. Vivere in un ambiente piacevole con relazioni autentiche, sincere non aiuta forse a fluidificare quei rapporti che solitamente sono ostili?  

 

Ricordo una tua frase che mi ha fatto sorridere: “Conosci il galateo e divertiti a infrangere le regole”. È meraviglioso, quando possiamo permetterci di farlo?

Infrangi una regola solo se la conosci a menadito. Ti porto un esempio per farti capire meglio. Se decido di presentarmi alla prima della Scala di Milano vestito di rosso non mi stupirò di essere preso di mira dai fotografi o di essere giudicato dagli altri. Se conosco il galateo dell’abito, so che un abito rosso è vietato in questa occasione. Sono consapevole di ciò che faccio e conosco le conseguenze che provocherà la mia scelta. In questo caso infrango una regola, ma l’ho pensata.

 

Nel galateo la parola prende forma, ciò che pronunciamo influisce sullo stato emotivo dell’altro. Come facciamo a essere costantemente vigili su noi stessi?

È molto difficile. Possiamo però allenarci. Vedi, sappiamo che l’energia mentale e fisica si autorigenera quindi più ci abituiamo a tenere alta l’attenzione sull’altro, più diventerà naturale farlo. Resto comunque dell’opinione che se ci troviamo in imbarazzo a relazionarci per N motivi con una persona, dirlo con delicatezza sia la soluzione migliore.  Delle volte basterebbe una semplice verità piuttosto che sforzarsi ad essere accoglienti, quando tutto il tuo corpo rivela uno stato d’animo diverso e avverso.

 

In homepage sul sito Accademia Italiana Galateo leggiamo: “Vuoi ricevere gli strumenti necessari all’acquisizione di maggiore consapevolezza e autostima che ti permetteranno di trovarti a proprio agio in qualsiasi ambiente sociale?” Mi ricorda molto un percorso di counselling, è così?

Sì è proprio così. Il galateo non è un insieme di regole da imparare a memoria, bensì un modo per ingentilire l’animo.  Un animo gentile possiede tutte quelle skills che ci permettono di sentirci a nostro agio in qualsiasi ambiente usando una serie di linguaggi consoni per ogni occasione.

 

“Le regole delle buone maniere” e “Come usare le parole giuste” sono i tuoi libri, so che stai lavorando su un terzo, puoi anticiparci qualcosa?

Sono felice dell’uscita del mio terzo libro che parlerà del “Galateo dell’amore”. È una guida all’educazione emozionale, ci farà capire che non siamo soli, che succede a tanti di non sapere come gestire un amore, una perdita o una relazione difficile. Nel libro affronterò queste tematiche dando spunti di riflessione e strumenti per come agire. In contemporanea, ti do uno scoop a metà, uscirà anche il quarto libro, ma non ti posso svelare altro, per il momento.  

 

Per concludere diciamo che il galateo è un impegno sociale, che si può migliorare ogni giorno, un percorso difficile, essere consapevoli è un impegno. Nel tuo lungo percorso di Maestro mi puoi dire quale “galateo” è il più duro da digerire?

È quello della coerenza. Essere coerenti con sè stessi abbiamo visto che è difficilissimo.  Dobbiamo lavorarci tanto e costa fatica, ma si può fare.

 

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