POKER D’ASSI, QUANDO IL PAIRING FA LA DIFFERENZA
Le nuove frontiere del pairing raccontano, in linea generale, della volontà di stupire: si ragiona per assonanze e per contrasti, ma il più delle volte c’è la precisa volontà di sorprendere il palato dei commensali. Poi però c’è il paring tradizionale e rigoroso, quello delle complicità, delle raffinatezze e degli incontri indovinati e, in questo caso, anche del colore in comune, il rosso.
Già, ecco il rosso delle mille nuances delle carni pregiatissime di Beefbar Milano, nel cuore della città, e le altrettante cromie dei grandi rossi di cantine, sono grandi firme, quali l’albese Pio Cesare, l’altoatesina Tenuta J. Hofstätter e l’aretina Sette Ponti.
I riflettori si accendono quindi sui quattro protagonisti di una recentissima e riservata cena che ha fatto incontrare tutti gli attori: Beefbar Milano è oggi uno degli indirizzi più raffinati, e di importante impatto architettonico, della città, nel cuore della piazza all’interno dell’ex Seminario Arcivescovile milanese per una cucina, il nome ne è immediato rimando, di proposte a base di carni d’eccellenza. Alcuni esempi? Il Croque sando al prosciutto di manzo, formaggio filante e salsa Beefbar, il Szechuan Pepper Beef, la Tagliata di Hanger steak di Wagyu marinata al gochujang, la Carbonara di Kobe beef, l’Amatriciana di manzo affumicato, le Pappardelle al ragu “bolognese” di wagyu e vitello con Parmigiano 101 mesi e il Cordon bleu, filetto di vitello farcito con prosciutto di manzo, tartufo e formaggio fondente.
Piatti iconici e di raffinati sapori che hanno incontrato, con la cantina Pio Cesare, Barolo Pio e Barolo Ornato, declinati in tre diverse annate per profumi e palati differenti ma, tutti, accomunati da notevole eleganza. A cambiar regione, rimanendo però con le stesse proposte gastronomiche, hanno colpito l’impatto e la struttura di Barthenau Vigna S. Urbano Pinot Nero Alto Adige DOC, tre le differenti stagioni enologiche presentate da Tenuta J. Hofstätter, mentre le altrettante annate di Oreno, la tenuta è Sette Ponti, si sono palesate come Supertuscan eleganti e potenti che uniscono Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Petit Verdot.
Ne è derivata una danza giocosa, gioiosa e delicata di accostamenti indovinati tra piatti, e vini di formati rari e annate memorabili, che non ha decretato un vincitore e, del resto, lo scopo non era certo quello. Un pairing libero e personalizzato, quindi, come una importante e armonica sinfonia, con musici di alto profilo e tra loro coesi, accompagnati da un direttore d’orchestra che risponde al nome di Gabriele Pica, Head Sommelier di Beefbar Milano, che li ha guidati con maestria.