ABBAZIA DI NOVACELLA: “INSOLITUS” SGUARDO AL FUTURO
Inafferrabile, di passaggio, irripetibile. Sono gli aggettivi che caratterizzano “Insolitus”, il nuovo progetto di Abbazia di Novacella. Una linea estemporanea che la cantina dedica al canale HoReCa, un progetto sfidante attraverso il quale proporre ogni anno una serie di etichette a tiratura limitata, sempre diverse, sia per la scelta dei vitigni, sia nelle modalità di vinificazione. «Il nome che abbiamo scelto vuole enfatizzare il nostro desiderio di percorrere strade differenti, appunto insolite, rispetto alla nostra classica produzione» spiega Werner Waldboth, direttore vendite di Abbazia di Novacella. «L’approccio artigianale che da sempre contraddistingue la nostra filosofia, sia qui a Novacella che nella tenuta Maklhof a Cornaiano, pensiamo sia coerente anche con il desiderio di voler innovare, senza mai accontentarsi dei risultati raggiunti. Solo in questo modo è possibile interpretare i cambiamenti in atto che esigono scelte oculate e attente. L’innalzamento delle temperature, il desiderio di perseguire la strada della sostenibilità ambientale, nonché la continua ricerca di vini che uniscano complessità, forte impronta territoriale e bevibilità, ci hanno spinto a voler trovare un nuovo spazio dove poter sperimentare con lungimiranza e coerenza. La lunghissima storia e la tradizione che abbiamo alle spalle, inoltre, ci consente di poter intraprendere questo viaggio all’interno di un percorso saldo e ben strutturato”.
Abbazia di Novacella, fondata nel 1142 dal beato Hartmann, è una delle realtà più antiche dell’Alto Adige. Un monastero che ospita ventidue canonici agostiniani che reggono il convento e portano avanti una delle realtà più longeve al mondo. Si producono 750mila bottiglie da 26 ettari di proprietà, ulteriori 60 ettari di vigneto sono disponibili grazie al contributo di una cooperativa. La produzione è orientata per il 70% su vitigni a bacca bianca come Sylvaner, Pinot Grigio, Grüner Veltliner, Kerner, Riesling, Gewürztraminer coltivati nella Conca di Bressanone, luogo ideale e particolarmente vocato. Il restante 30% è di uve a bacca rossa della tenuta Maklhof, tra Bolzano e Cornaiano. Venticinque etichette e due linee, Classica e Praepositus, entrambe frutto di una lunga esperienza che ha permesso di conoscere e interpretare il territorio, alla ricerca di quella qualità e precisione fino conduttore del lavoro vinicolo altoatesino. Una realtà in continuo dialogo con il mondo esterno, attratta da innovazione e sperimentazione ma con la precisa volontà di preservare luoghi e vigneti (tra i più a nord d’Italia), sostenendo il territorio, accogliendo il cambiamento climatico, percorrendo coerentemente nuove sfide.
OHM Bronner 2019 Mittemberg IGT
E’ la prima esperienza in bottiglia di Abbazia di Novacella sulle varietà Piwi, acronimo di PilzWiderstandfähige, che in tedesco significa resistenti agli attacchi dei funghi. “L’abbiamo chiamato Ohm, utilizzando il simbolo che indica l’unità di misura della resistenza elettrica a livello internazionale, perché pensiamo ben identifichi le caratteristiche di questo vitigno” afferma Celestino Lucin, enologo dell’Abbazia. Nasce da un lavoro di sperimentazione sui vitigni resistenti lungo 40 anni. Il vigneto è molto giovane, alla sua terza vinificazione, ed è collocato ad Appiano, in Oltradige, a circa 400 metri slm su base porfirica di terreni di origine morenica. La zona è particolarmente calda, il clima perfetto per il raggiungimento del corretto sviluppo e di una maturazione, che sebbene tardiva, è generalmente completa. “Qui le temperature medie sono più alte e con questo vitigno riusciamo ad ottenere un vino che mantiene un’ottima acidità, oltre che un grado alcolico contenuto”. Ohm Bronner 2019 Mitterberg IGT fermenta in vasche di acciaio dove matura per circa 6 mesi prima dell’imbottigliamento. Una sfida al cambiamento climatico e alla sostenibilità secondo i dettami di Abbazia di Novacella, senza tralasciare la qualità e una complessità nella persistenza gustativa per cui si riconoscono i caratteri floreali del tiglio e dell’arancio, di agrumi verdi come cedro e lime. Si accompagna ad un concetto di freschezza per nulla ordinario, ad una sapidità gustativa che richiama in bocca una nota idrocarburica che il vino conserva in modo esile ma molto personale. Si caratterizza per un finale lungo e appagante. 1350 bottiglie prodotte e un potenziale di maturazione di almeno 5 anni.
Quota, Pinot Bianco 2018 Alto Adige Doc
Passo nobile e piglio elegante. Il secondo vino si confronta con i grandi vitigni a bacca bianca raggiungendo a 650 metri di altezza, una sintesi espressiva di eccellenza. Le vigne si arrampicano all’interno di un vigneto particolarmente ripido e formato da terrazzamenti che poggiano su suoli composti da depositi morenici permeabili, con esposizione Sud-Ovest. “In questo caso il nome Quota identifica la provenienza del vigneto di Pinot Bianco, il più a settentrione dell’Alto Adige, in grado di regalare al vino una grande personalità” afferma l’enologo Lucin. Rese per ettaro di 50 hl e 1370 bottiglie prodotte da fermentazione alcolica, fermentazione malolattica e affinamento in barrique per un terzo nuove. Un calice ricco e opulento, dal sorso fresco e generoso.
Hora Orange Wine, 2015
Qui si trova tutta la territorialità della Valle Isarco. “Tempo e pazienza, sono questi i due segreti di questo nuovo vino, caratterizzato da una trama olfattiva di grande complessità e originalità” commenta Celestino Lucin. Hora, infatti, “dopo una fermentazione sulle bucce di circa 10 giorni, ha sostato per 24 mesi in botti di rovere da 30 ettolitri e per 18 mesi in barrique, prima di riposare ancora per un anno in bottiglia prima della sua commercializzazione”. Vigneti di varietà Sylvaner di 15 anni, allevati a 720 metri di altezza in località Novacella e una resa per ettaro di 50 hl. 1500 bottiglie per un orange wine caratterizzato da una precisa traccia geosensoriale. “È nato un orange wine avvolgente, particolarmente ricco sia nei profumi che al palato, pur mantenendo quel tratto di dinamicità e tensione, tipico dei nostri vini e che anche in questo caso abbiamo voluto cercare con costanza”. Lo spettro olfattivo è infinito e particolarmente intenso, a tratti pungente con i suoi profumi citrini di scorsa di arancia rossa e ribes. In bocca la nota amaricante di Karkadè si prolunga in sinergia e continuità gusto olfattiva, lasciando il posto a delicate fragranze di fiori di ibisco e cera d’api. Un vino intenso, coriaceo, dai tratti salini e dal tannino prensile. Si assicura al palato concedendo emozioni e lunghe sensazionali tattili.
“Insolitus vuole rappresentare per Abbazia di Novacella un luogo di confronto e uno sguardo verso il futuro, un connubio tra materia, sapienza e tempo” conclude il direttore Werner Waldboth . “È un cantiere aperto, all’interno del quale vogliamo sentirci liberi di osare, sempre con l’obiettivo di creare vini che ben si integrino con il nostro importante passato, ma allo stesso interagiscano con i cambiamenti che stiamo vivendo”.