THE MEAT MARKET, TRILOGIA DELLA CARNE

L’inevitabile successo di The Meat Market, dopo i primi due ristoranti romani aperti a Testaccio e a Nomentano, ha portato all’inaugurazione di un terzo locale, nel modaiolo quartiere Prati. La formula di questo successo è semplice e sarebbe anche facilmente replicabile: un banco di carne, il menu che contempla i crudi, i burger e i tagli pregiati, l’ambiente easy ed accogliente. Ma è semplice solo all’apparenza, e ne sanno qualcosa i due imprenditori di origine pugliese, Anita Nuzzi e Vito Fiusco, che hanno avuto un’idea grandiosa di creare questo format. Il loro segreto è il perfetto connubio della materia prima eccellente, la sua sapiente lavorazione al banco e in cucina e la costante attenzione verso i clienti.

The Meat Market nasce quasi 6 anni fa con l’intento di introdurre tra le proposte enogastronomiche della Città Eterna le atmosfere delle tipiche steakhouse statunitensi e per offrire ai clienti dell’ottima carne in un ambiente famigliare. A gestire il nuovo locale è Anita Nuzzi, una giovane ristoratrice tarantina con diverse esperienze alle spalle nella Capitale.

Anita Nuzzi, gestore del terzo locale firmato The Meat Market

“Con l’apertura di questo terzo ristorante in Prati cercherò di portare la mia idea di ristorazione” afferma Anita “senza dimenticare, ovviamente, l’obiettivo principale del The Meat Market, ovvero quello di offrire la carne migliore in un ambiente con un servizio da ristorante. Sappiamo che è un momento molto difficile per l’intero mondo della ristorazione, ma crediamo talmente tanto in questo progetto che vogliamo dare un segnale di speranza, anche e soprattutto in questo periodo di emergenza”.

Il terzo The Meat Market si differenzia dagli altri innanzitutto per il design, minimal ed essenziale, gli spazi eleganti e l’atmosfera accogliente. Con questa terza insegna il ristorante vuole porsi quale vero e proprio salotto enogastronomico.  È un elegante spazio con sedute in pelle, da vivere a partire dall’ora di pranzo, passando per l’aperitivo fino alla cena. Il bancone della carne è sempre il focus del locale, esattamente come nelle altre sedi, ma è affiancato da un lungo banco bar color rame, riservato ai cocktail. È un locale industrial chic che ospita 40 coperti (nel rispetto delle normative anti-Covid) negli spazi interni e 30 nel dehors. Al piano sottostante c’è una sala che può essere riservata per diversi tipi di eventi: pranzi o cene di lavoro, piccole cerimonie private, degustazioni di vini e distillati.

Il menù del nuovo The Meat Market è decisamente invogliante, e porta una chiara impronta pugliese, sebbene non manchino i riferimenti internazionali.  Anita, originaria di Taranto ma trapiantata a Roma, ha deciso di omaggiare la terra d’origine e quella d’adozione privilegiando i sapori della cucina romana e di quella pugliese. Ai piatti ormai iconici del The Meat Market si affiancano alcune interessanti novità: South Experience (tartare di manzo, melanzane a funghetto in rosso, stracciatella di burrata su un nido di pasta kataifi), le succulenti Bombette Pugliesi e i nuovissimi Burger Ripieni. Si tratta, nel caso di questi ultimi, di carne di manzo con un cuore cremoso, nelle tre golose varianti: la Nerano (provola, parmigiano, zucchine fritte, crema di zucchine e maionese al basilico), il Carboburger (crema di pecorino, bacon croccante, salsa alla carbonara) e il Mortazzo (stracciatella al pistacchio con mortadella, pesto di pistacchi, maionese e rucola).

 

Tra le altre proposte troviamo le sfiziose Crocchette di Pulled Pork e Crocchette di Jamon Serrano, Cotoletta di vitello alla milanese, le Polpette al sugo e gli Special, tra cui la Poke Bowl di Pollo, il Lobster Bacon Roll, l’Hot Dog con wurstel Frankfurter e il Polpo arrosto su crema di patate e cime di rapa ripassate.

Da non dimenticare la regina delle materie prime, la carne. Nel maturatore trovano spazio i tagli pregiati come Fiorentina, Marchigiana, Scottona, Chianina e Piemontese, frollati a dovere. La carta di vini è piccola ma capace di soddisfare tutte le esigenze: bollicine nostrane e Champagne, rossi importanti e bianchi da non sottovalutare.

 

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