SICILIA EN PRIMEUR 2025: VINO, SOSTENIBILITÀ, RICCHEZZA CULTURALE

Il calore e l’ospitalità siciliana hanno dato il via anche quest’anno alla XXI edizione di Sicilia en Primeur, la prestigiosa rassegna vinicola organizzata da Assovini Sicilia, che ogni anno attira giornalisti da tutto il mondo per un viaggio alla scoperta del patrimonio enologico e culturale siciliano. L’evento ha confermato l’importanza del vino come ponte tra passato e futuro in un’isola che continua a incantare con la sua bellezza e la sua ricchezza culturale. Fondata nel 1998 da Giacomo Rallo, Diego Planeta e Lucio Tasca, Assovini Sicilia è oggi una realtà consolidata che raccoglie 101 aziende, perlopiù familiari, produttrici di circa 900 etichette, di cui il 99% vini Doc. Con un export che rappresenta oltre il 55% delle vendite, i vini siciliani raggiungono più di 100 Paesi. L’Europa si conferma il principale mercato, seguita dal Nord America, scelto dall’82,6% delle imprese, e dall’Asia, considerata strategica per il 63% delle aziende. A unire i produttori è l’amore per la terra e la consapevolezza che il vino siciliano rappresenta un valore distintivo nel panorama enologico internazionale.

Mariangela Cambria

Dal 6 al 10 maggio, 100 giornalisti provenienti da Italia, Europa (Francia, Polonia, Svezia, Germania, Norvegia) e da paesi extraeuropei (Canada, USA, Giappone, Cina, Corea del Sud, Taiwan, Israele, Brasile, Regno Unito) hanno esplorato l’isola per scoprirne il territorio, la cultura e la straordinaria ricchezza enogastronomica. Il tema di Sicilia en Primeur 2025, “La Cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro”, ha guidato undici press tour, dall’Etna a Pantelleria, da Marsala ad Agrigento, da Monreale a Lipari, per concludersi a Modica, il 9 e 10 maggio.

Sicilia en Primeur ha, inoltre, offerto l’occasione per riflettere sulla vendemmia 2024 e sulle prospettive future, con particolare attenzione alla sostenibilità, grazie al lavoro della Fondazione SOStain Sicilia. Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, ha più volte sottolineato il ruolo del vino come elemento centrale della cultura universale: “il vino non è solo un prodotto agricolo o commerciale, ma una testimonianza storica che attraversa secoli e civiltà. Oggi la cultura del vino si traduce anche in cultura del viaggio: un percorso che parte dalla vigna, attraversa il lavoro della terra e un ciclo annuale, fino ad arrivare al bicchiere, alla bottiglia, alle tavole di tutto il mondo”.

Infine nel cuore di Modica, al Castello dei Conti, la Sicilia del vino si è riunita per riflettere sul passato e guardare con determinazione al futuro, celebrando l’ultima annata con oltre 300 etichette presentate durante una degustazione tecnica guidata dall’AIS. Un’annata segnata da siccità e instabilità climatica, sfide superate grazie all’ingegno e all’esperienza dei viticoltori siciliani, custodi di una tradizione vinicola millenaria. La vendemmia, la più lunga d’Italia con 100 giorni di raccolta da ovest a est, ha imposto nuove strategie agronomiche per affrontare la crisi idrica. Iniziata a metà luglio in Sicilia occidentale con un anticipo di quindici giorni, si è conclusa a fine ottobre sull’Etna. Secondo il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, la situazione risulta eterogenea: a nord-est la produzione è nella media, mentre a ovest si registra un calo più significativo. Complessivamente, la quantità di uva raccolta è diminuita del 20%, ma la qualità è stata straordinaria. Alcuni vitigni si sono dimostrati particolarmente resilienti, come il Nero d’Avola, il Grillo e il Frappato, varietà simbolo dell’enologia siciliana.

Proprio durante il convegno “La cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro”, ospitato presso il Teatro Garibaldi di Modica, il Master of Wine Andrea Lonardi ha evidenziato la complessità del contesto socio-economico: “Occorre affrontare il momento con realismo e analisi critica, per garantire un futuro stabile al settore vitivinicolo”. Con 97.000 ettari di vigneto e 35.000 aziende, la Sicilia rappresenta uno dei pilastri del vino italiano, con la Doc Sicilia che conta 7.202 viticoltori e 530 imbottigliatori. Anche la sostenibilità è un tema cruciale per il futuro del vino siciliano. Progetti come SOStain Sicilia si confermano esempi virtuosi, con iniziative innovative come Honeybees and Vineyard, che mira al ripopolamento delle api e al biomonitoraggio ambientale. Grazie al protocollo SOStain e al supporto del FAI, le api diventano sentinelle silenziose della biodiversità. Un altro passo importante è stato la creazione della bottiglia “leggera” Centopercento Sicilia, con il 95% di vetro riciclato, frutto della collaborazione tra O-I e Sarco, con il coinvolgimento dell’Anci. Attualmente dal peso di 410 grammi, sarà ulteriormente alleggerita a 360 grammi, riducendo anche le emissioni di CO₂ del 12%.

Altra sinergia messa in campo durante Sicilia en Primeur, è l’evento organizzato insieme all’Enoteca Regionale Sicilia sud-est e l’Ats Strade del vino Cerasuolo di Vittoria, dedicato a una delegazione di giornalisti nazionali ed esteri, ospiti di una degustazione alla scoperta dei vini del territorio. La denominazione riconosciuta Doc nel 1973 e Docg nel 2005, celebra i vent’anni dalla sua nascita. Sicilia en Primeur si è conclusa con le dichiarazioni di Mariangela Cambria: “Il vino non può essere privato della sua essenza più pura: il suo valore culturale. La nostra cultura del vino promuove il brand Sicilia nei mercati di tutto il mondo, valorizzando la sua storia, diversità e unicità”. L’enoturismo, oltre a rappresentare un’opportunità economica, è stato valorizzato come un’esperienza immersiva con una forte valenza culturale, inserita in un contesto storico in cui la Sicilia è Regione Europea della Gastronomia 2025, Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 e Gibellina Capitale dell’Arte Contemporanea 2026.

 

assovinisicilia.it