SU GOLOGONE, ARTE E OSPITALITÀ IN BARBAGIA

Quella tensione del viaggiatore, tutta rivolta a saziare la fame di conoscenza e a fare il pieno bellezza, tra i luoghi che conducono all’incanto non può che essere appagata nella nostra Italia tutta. E se si attraversa il mare, si approda nei mille volti della Sardegna, che hanno voci di mille colori e contorni ancestrali. In questa isola, il viaggiatore conosce il fascino della scoperta, che è ancora più vivido nell’entroterra, nella Barbagia descritta da Carlo Levidei paesi di pastori, che mi parevano ancora avvolti in un’ombra lontanissima”. Quei paesi della provincia di Nuoro, che si estendono sui fianchi del Gennargentu, il massiccio il cui nome in lingua sarda significa “la porta dell’argento”.

In questo gioco di etimologie e colori, ad accompagnare il viaggiatore è sempre la sensazione costante di essere finiti su un piano temporale sfalzato, dove gli abitanti ostentano ancora orgogliosamente il vestiario tipico ma al contempo in ambivalenza, si avverte l’eco del mondo. In tal senso, una delle testimonianze più chiare, riverbera dai murales di Orgosolo, dove scorre la storia, tutta e non solo quella locale.

In questo contesto, c’è anche chi virtuosamente traduce in ospitalità il carattere seducente e magico di questo territorio. Giovanna Palimodde, pittrice e collezionista sarda, è la mente dell’experience hotel Su Gologone. L’hotel in Oliena, nei pressi della più importante sorgente sarda da cui prende il nome, è una dimora di arte e tradizione, in cui si concentra l’essenza della Barbagia. In aprile ha aperto la stagione 2023 e tra le novità, ha appena inaugurato l’Art Studio, una suite con piscina privata con tanto di tavolozza, colori e pennelli perché pensata per lasciare libero spazio non solo a riservatezza e relax ma anche alla creatività degli ospiti.

La storia di Hotel Su Gologone, affonda negli anni Sessanta, quando l’imprenditore Peppeddu Palimodde, decide di aprire un ristoro ai piedi del Su Gologone, fuori dalle rotte turistiche, proprio dove nel corso dei millenni l’unica vera protagonista è stata la natura che con la sua forza, ha scavato con l’acqua, meandri attraverso le viscere del sottosuolo per riaffiorare in superficie come un piccolo lago incastonato tra alte pareti di roccia dolomitica.

Un eden naturalistico che nel 1961 ha ispirato Giovanni Antonio Sulas, l’artista eclettico di Nuoro, chiamato da Giuseppe Palimodde a trasformare il piccolo locale in un albergo ristorante, curandone i particolari architettonici, gli interni e gli arredi, usando come forma di ispirazione le tipologie proprie delle antiche case di Oliena.

Presto quel luogo, diventerà un crocevia di artisti e intellettuali – che già dagli inizi del Novecento animavano la vicina Nuoro, per questo soprannominata l’Atene della Sardegna – dai quali Peppeddu acquisterà anche opere d’arte.

Si capisce bene il motivo per cui la figlia, Giovanna sia cresciuta con questa devozione per la bellezza: è qui che comincia la passione per i dettagli, il collezionismo che la porterà anche ad intraprendere un percorso di studi che ne farà una talentuosa pittrice, intrecciando la sua vita con quella di artisti come Liliana Cano, sua maestra, alla quale dedicherà anche una camera dell’hotel.

Ma Giovanna ha fatto molto di più perché in Su Gologone ha raccolto una delle più importanti collezioni di artisti sardi. A lei, infatti, si deve una importante operazione di valorizzazione del territorio che la vede costantemente impegnata a recuperare pezzi di storia e cultura sarda, con l’intento di diffonderla non solo in Italia ma anche nel mondo per far uscire allo scoperto ciò che troppo spesso non è riuscito ad emergere, per il carattere introverso di questa terra che è rimasta sempre ai margini rispetto ai processi storici che hanno interessato il resto dell’Italia.

Così, in Su Gologone è possibile ritrovare opere dei più grandi artisti sardi del Novecento ma anche preziose raccolte di tessuti, di quadri, di ceramiche e di arredi, costumi tradizionali dal 1870 al 1950, maschere tipiche, ceramiche artistiche dal 1800 al 1950, mobili intagliati dal 1700, oggetti di uso quotidiano del mondo pastorale.

Dai gradini immersi nei fiori, dai quale si giunge all’ingresso, dove inaspettatamente si snodano vicoli e corridoi, in cui si trovano le 70 stanze, fino in terrazza dove si aspetta che la sera tinga di rosso il Supramonte, i colori si intrecciano con suggestioni e atmosfere.

E sono sempre i colori ad indicare il sentiero per le camere di Su Gologone. Ognuna è una esperienza, dalla Suite alla Camera Classic: tutte sono arredate con pezzi unici con intonaci bianchi e pastello, porte in legno azzurrine, mobili antichi rimodernati, cassapanche e travi di ginepro, tessuti tipici sardi e preziosi dipinti.

Biancheria, cuscini e altri pezzi di arredamento sono firmati Botteghe Su Gologone, il marchio di arredamento per la casa fondato e guidato nella realizzazione da parte delle artigiane sarde, da Giovanna Palimodde.

La collezione è ospitata per la vendita in un angolo della splendida terrazza dell’hotel, proponendo in un trionfo di colori le nuove collezioni casa, tessuti, ceramiche, cuscini, i runner, i servizi di piatti, i bicchieri, le tovaglie ma anche gioielli. Elementi dal sapore semplice ma sempre chic, si fondono con dettagli che definiscono l’anima sofisticata del brand ammiccando al lato più eccentrico della Barbagia.

Ogni giorno Su Gologone, propone esperienze diverse, come i Percorsi d’arte, il Percorso delle Erbe, sessioni di yoga in Terrazza dei Desideri, lezioni di cucina con la signora Franca che con le sue mani esperte, tipiche delle donne nuoresi, insegna a fare culurgiones o gnocchetti sardi, mentre qualche ora dopo si potrà scegliere di rilassarsi in piscina o prenotare un massaggio. Per gli amanti della storia, è possibile programmare un tour archeologico alla scoperta della straordinaria epopea del periodo nuragico (1800-600 a.C.). Vicino Su Gologone, infatti, il complesso di Serra Orrios, il sito di Sedda ’e sos Carros, il villaggio di Tiscali, la grotta Corbeddu dove fu ritrovato intatto lo scheletro di una regina di 5.000 anni fa.

Gli amanti della natura, invece potranno visitare l’area sorgiva del Su Gologone e le campagne di Dorgali, in particolare Ispinigoli la profonda cavità che attraverso una scala di 280 gradini scende al centro della terra, che secondo la leggenda, era il luogo dove venivano sacrificate le vergini: l’eco che giunge dal fondo sembra proprio un lamento femminile. Fino a scoprire tra Oliena e Urzulei, Su Gorropu, il canyon più grande d’Europa: vi scorre il rio Flumineddu, tra pareti rocciose alte in alcuni punti fino a 500 metri.

L’hotel Su Gologone, proprio come il territorio che lo ospita, è fatto di innumerevoli luoghi da vivere e attività da praticare: dal nido del Pane alla Terrazza dei Sogni, dal Bar Tablao con la vicina Champagnoteque alla Corte di Su Re, fino a Sos Nidos.

La cucina di Su Gologone propone piatti rituali, fatti di devozione, che sanciscono la sacralità del luogo: è la celebrazione della Sardegna più autentica. È possibile assaporare piatti di pesce nell’intimo ristorantino by the pool oppure accomodarsi nel ristorante tipico, con vista sul grande camino ritrovando in tavola pasta fatta in casa, i maccarones de busa, i culurgiones, i ravioli di ricotta, l’antica minestra nuorese su filindeu citata più volte nei romanzi di Grazia Deledda, il pane frattau, il minestrone dell’orto, la ricotta di pecora, le zucchine con il pecorino, le seadas al miele.

Mentre si scoprono questi piatti antichissimi, alcuni così rari, Giovanna cammina tra i tavoli e svela il mito che si cela dietro, trasformando un pranzo o una cena in una esperienza magica.

E forse più di tutto, se è vero che “siamo ciò che mangiamo”, è nella cucina che si può esprimere in sintesi l’ineffabile essenza di Su Gologone, un luogo che ruota attorno simbolismo e leggenda, dove ogni persona ha una storia di cui far tesoro e seguendo l’antica morale, si fa il pieno di elisir di giovinezza, se si degusta il cannonau, e la pasta, che ha regole precise ma non si può in alcun modo teorizzare, può donare anche fortuna e immortalità.

 

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