LIDO PALACE, 122 ANNI DI CHARME ED ELEGANZA
Mentre nel 1899 il Lido Palace di Riva del Garda inaugura, il mondo è in fermento e si guarda al nuovo secolo con apprensione e ottimismo. A Londra Guglielmo Marconi riesce a dimostrare che è possibile proiettare un fascio di onde elettromagnetiche; ha inizio la spedizione verso il Polo Nord, con la nave Stella Polare di Amedeo di Savoia-Aosta, duca degli Abruzzi; a Torino viene fondata la Fiat; mentre nascono Ernest Hemingway, Humprey Bogart e Fred Astaire. Quella sera di San Silvestro del 1899 si levano i calici per celebrare il primo giorno di apertura dell’Hotel Lido Palace, una magione raffinata e lussuosa che si confronta con gli altri Palace del mondo, in una cittadina di villeggiatura già molto in voga dove arrivano artisti e intellettuali del calibro di Thomas e Heinrich Mann, Franz Kafka e Friedrick Nietzsche. Un indiscutibile fascino che ha resistito a oltre cento anni di storia e capovolgimenti, attraversando senza troppo scomporsi epoche diverse, pur mantenendo quell’aurea principesca tipica dei Palace, gli alberghi di lusso che caratterizzarono la villeggiatura dei nobili e delle classi abbienti.
Vi soggiornarono l’erede al trono Arciduca Francesco Ferdinando, la Granduchessa russa Olga Alexandrova, sorella dello Zar Nicola II, il miliardario americano Vanderbilt e successivamente re Vittorio Emanuele e la Regina Elena. Una località ricca di storia, sorta sulla sponda nord del lago più esteso d’Italia, che ha rappresentato per oltre un secolo la destinazione più a sud dell’Impero asburgico, che regnerà sul Trentino e su Riva del Garda dal 1810, fino all’annessione all’Italia a seguito della Prima Guerra mondiale. La fondazione di Riva, chiamata dai romani Ripa, adagiata sulle rive settentrionali del Benaco (antico nome del lago di Garda), sembra risalga ai Reti, o forse ai Camuni e agli Euganei, come ci conferma il ritrovamento della ‘tegola di Monte San Martino’, una brocca che riporta incisioni in alfabeto camuno del I° o del II° secolo a.C.
Cime, castelli, borghi medievali e natura selvaggia, amati dalla famiglia imperiale che soggiornava tra Riva e Arco, in uno splendido scenario fatto di collina, montagna e lago, capace di offrire un ampio ventaglio di itinerari per appassionati di natura, trekking, nordic walking, escursionismo, mountain bike, ma anche vela, windsurf, free climbing, arrampicata sportiva e canyoning. Un hotel di charme con una settantina di dipendenti e 42 tra camere e suite, che nel 2011 è stato interamente ristrutturato grazie al visionario progetto dell’architetto Alberto Cecchetto, coniugando in armonia la parte storica e quella moderna. Al timone dello storico resort vi è il general manager Gabriele Galieni da otto anni alla guida del Lido Palace, dopo esperienze di rilievo in hotels del comparto luxury, un periodo iniziale nella CIGA di Bagnasco e dell’Aga Kahn, 5 anni a Venezia, 6 a Roma, 5 a Rimini, trent’anni a Milano, collaborando con i grandi nomi dell’ospitalità luxury nazionale, dall’Excelsior del Lido, al Gritti, dal Danieli, al Principe di Savoia, dal Minerva al Westin Palace, al Grand Hotel di Rimini.
“Dopo un lungo periodo di inattività e decadenza, abbiamo concretizzato un innovativo concetto di design italiano, frutto della ristrutturazione del 2011 ad opera dell’architetto Claudio Cecchetto” conferma il GM Galieni “Abbiamo impiegato materiali di nuova concezione come il Corian dei bagni e il Cortel utilizzato all’esterno e nella pavimentazione degli ampi spazi comuni, in una riuscita combinazione di resina e parquet”. La lungimirante visione dell’architetto aggiunge alla hall un grande cubo di vetro all’ingresso moltiplicando gli spazi per gli ospiti e per il servizio degli addetti, rendendo gli ambienti confortevoli e chic, mentre l’area ristorazione e il ristorante gourmet ‘Il re della Busa’ è posto nella parte nuova, come se fosse la prua di una nave che idealmente prende il largo. “Il particolare effetto lucido del pavimento è ottenuto grazie al Cortel, una tecnica di corrosione elettronica del materiale, che da quasi l’impressione di passeggiare sull’acqua, ma per ottenerlo occorre trattarlo nel cuore della notte, una mansione che il portiere ha molto a cuore e svolge con incredibile dedizione e guai se qualcuno durante il giorno ha un po’ maltrattato il suo pavimento. Il medesimo materiale con un trattamento differente è stato impiegato nella realizzazione di alcune sezioni della parte esterna. L’esclusivo resort sulle rive del lago è frutto di un’operazione finanziata per il 51% dalla Provincia di Trento, che ha fortemente creduto nell’investimento per riqualificare la blasonata struttura, insieme a una cordata di imprenditori locali che mantengono il management, una gestione di successo con un bilancio a profitto già nel 2016, quando il bilancio di previsione prevedeva un pareggio nel 2017.”
Riva del Garda è una destinazione che ha un fascino unico difficilmente spiegabile: il centro storico e il lago protetto dalle cime frastagliate che lo circondano, gli hotel storici, le rive, una cittadina vocata al turismo di qualità che ora sta facendo scelte importanti anche per una clientela business. “Si sta costruendo il nuovo Palazzo dei Congressi che sarà realizzato in circa tre anni nei pressi del Lido Palace, con un investimento della Regione di oltre 28 milioni di euro. Ogni anno il ranking di questa parte del Trentino si dimostra estremamente positivo e frutta sempre piazzamenti da podio, riuscendo ad esaudire con successo i 94 indicatori che esplorano la qualità della vita delle località italiane. Un mix efficace quello tra il Lido Palace e Riva, che insieme al fascino dell’hotel, la pulizia, la sicurezza, l’ambiente, l’aspetto naturalistico e non ultimo il comportamento dei politici, rappresenta uno di quei casi rari in cui l’albergo fa la destinazione, come accade per il Villa D’Este di Cernobbio”.
La formazione è al primo posto, una prassi costante per i collaboratori del Lido Palace e del Du Lac, struttura alberghiera che è parte del gruppo a soli 600 mt da Lido Palace, con 254 camere e 75.000 metri di parco, recentemente oggetto di un accurato restauro, una macchina da guerra che viaggia a una media di 700 ospiti al giorno. “Durante questo periodo di Covid abbiamo aumentato ancora le ore dedicate al training, attraverso corsi on-line e webinair per approfondire le tecniche di servizio, il food cost, la conoscenza delle lingue e tutto ciò che occorre per offrire uno standard sempre più alto. Educational che hanno luogo soprattutto fra novembre e febbraio, nei quali ci mettiamo a nudo per evidenziare eventuali zone d’ombra e ci servono a rafforzare il patto di collaborazione, a lavorare sulla coerenza, sulla comunicazione, sul lavoro di equipe, procedendo per obiettivi”.
Il Lido Palace è da cento anni un’isola verde leasure che guarda al lago, dove ritrovare sé stessi grazie alla tranquillità, ai servizi, al confort e al wellness. La Cxi Spa ubicata nella parte inferiore dell’hotel è quello che ci vuole per ricavarsi un momento di relax e benessere attraverso un’ampia gamma di servizi, con 8 cabine, anche per la coppia, immersioni Raxul per percorsi di purificazione e rigenerazione, due piscine interna ed esterna, docce emozionali, cascata di ghiaccio, camera del sale (che emanando iodio è benefica per la respirazione e per creare un’effetto scrub sulla pelle), bagno turco, bagno di vapore, sauna, insieme a rituali ayurvedici orientali, corsi di Yoga, trattamenti anti-age, esfolliante, detox, e attività sportive a pochi passi dal parco centenario di 12.500 metri che circonda l’hotel.
Il settore ristorazione esprime le diverse anime del Lido Palace, con il Balì Bar, aperto dalle 9.30 alle 24.30, con il Bar Manager Domenico Zanotti, figura insostituibile dell’accoglienza del resort, abile allo stesso modo nelle relazioni che nella preparazione di drink freschi e fruttati e nella sua celeberrima tartare. Ma anche il Room-service h 24, per romantiche cene in camera, il Tremani Bistrot (intitolato a un vascello veneziano ritrovato nel fondale di Torbole) in un’ambiente informale old day time dove poter ordinare una parmigiana o una carbonara anche alle cinque di pomeriggio, e naturalmente Il re della Busa (che prende il nome dall’area che storicamente circonda Riva), il ristorante gourmet sulla terrazza (aperto la sera), con menu degustazione a cura dell’Executive Chef David Cattoi, a suo agio anche nella cucina vegetariana e vegana, insieme agli abbinamenti enologici del maitre. Una cucina fresca, leggera, stagionale, ma di grande concentrazione, particolarmente rivolta al pesce di lago e di mare, per percorsi che esplorano il territorio e la cucina regionale italiana con piatti dagli equilibri sempre centrati. In forza al Lido Palace dal 2011, quando viene inaugurato, David Cattoi, 32 anni, dopo l’alberghiera, il diploma in Indirizzo Turistico a Rovereto e le stagioni a Riva del Garda, è nelle cucine dello Sporting di Portovenere, poi a Madonna di Campiglio e cinque anni al Villa D’Este di Cernobbio, tempio della cucina e dell’ospitalità internazionale, alternandosi nelle diverse partite guidato dall’esperienza dello chef Luciano Parolari, che coordinava una brigata di 35 persone.

Chef David Cattoi
Tre i menu degustazione: carne, pesce, vegetariano, oppure la carta, ricca di proposte invitanti e ricercate. Si comincia con le acciughe del Cantabrico dalla polpa dolce e ben frollata; la scioglievole, saporita e delicata tartare di trota allevata in acqua di fonte, con asparagi crudi cotti, agrumi e maionese di plancton; il soffice e succulento polpo Santo Spirito, cotto a bassa temperatura e leggermente brasato, con crema di cicerchia bollita, verdure, olio, aglio, olio di oliva e olive taggiasche; il risotto con ostrica e champagne, dalle note iodate e vinose ben calibrate, preparato con riso Acquerello e fumetto, aggiungendo in mantecatura lo Champagne, le verdure e l’ostrica abbattuta e grattugiata; poi il tenerissimo e goloso trancio di branzino a bassa temperatura con salsa mugnaia, in un fondo di leggera acciuga, aglio, alloro, scalogno, capperi, in riduzione con limone, finito con crema di piselli e patate allo zafferano. Vini abbinati magistralmente grazie a una cantina estesa con annate delle più rappresentative regioni del mondo.