BALDETTI, L’ESSENZA PRIVA DI ARGINI

Stare ad osservare un vigneto nel suo moto vitale ancora non del tutto compreso o avvicinarsi a un calice ammettendo che certe cose una risposta non ce l’avranno mai, è un privilegio che spetta a chi sente fremere la vita nei propri arti e nel proprio spirito, desiderandola così tanto da rifiutarsi di castrarla con parole posticce, a costo di assumersi il rischio del silenzio. Il respiro lasciato alla terra, all’uva e alla sua trasformazione, al gusto dell’individuo e a tutte quelle domande che corrono sul filo tagliente della sensibilità umana, è qualcosa che a Cortona è possibile trovare.

Terra di bacche rosse, di bacche bianche, di freschezza e di salinità, di struttura e di finezza; terra di tante domande, Cortona, e di tanta intelligenza; è la patria del Syrah, o della Syrah come qualcuno talvolta precisa, di cui non si conosce precisamente il percorso che lo ha portato fino a qua e che lo rende oggi il più nobile pittore del territorio. Nelle vigne dell’azienda Baldetti la terra di Cortona si esprime con questo alone di mistero, evidente e insoluto allo stesso tempo.
Siamo in località Pietraia, equamente distante dagli occhi di Cortona e dalle carezze del Lago Trasimeno. Percorrendo queste strade, Gianluca Baldetti, attuale conduttore dell’azienda,  ancora si emoziona, attraversando quella fisionomia di terra e di paesaggio che riconosce come casa, sentendola pulsare nelle vene al ritmo di una partitura familiare e complice. La trama di una vita vissuta fra queste forme si dissolve nelle pianure e nelle colline, rendendole quasi un tutt’uno coi ricordi e con gli affetti.

La consapevolezza di questo legame si traduce, come molto spesso succede, in un rispetto massimo per i terreni, non solo i propri. Ciò che accade in cantina è una conseguenza, quel naturale ( naturale ma non per questo scontato) percorso espressivo di una materia prima eccellente, che chiede solo un pezzetto di palcoscenico per raccontarsi ora in un monologo, ora in un’alchimistica sinfonia. Le uve di casa Baldetti trovano infatti espressione nella combinazione di diverse vigne ma anche nella singolarità di “cru”, come succederà a partire dal 2020 per l’etichetta Arenite, esaltazione di un Syrah dal carattere denso e complesso.
Una particolare dote di salinità scorre dentro i nettari dell’azienda Baldetti e si tramanda dalla bolla, al bianco, al rosato e poi ai rossi, trovando la massima veemenza forse proprio in questi ultimi. Se sia dovuta a quel blocco di arenaria che vive dentro i terreni di proprietà, se sia per la tessitura a prevalenza argillosa o se sia per ciò che in fondo non afferreremo mai, questo non è ancora dato di sapere. Ma al di là di quello che possiamo mortificare con l’illusoria possenza verbale delle spiegazioni, quello che esiste e ci emoziona è l’identità di vini in grado di dialogare con il palato e con il gusto. E la radicata simbiosi di un essere vivente con una terra, sia essa vissuta da un vino oppure da un uomo.

 

Metodo Classico Baldetti Brut 2016

Naso piuttosto pungente, con un soffuso sfondo di pane e biscotto. Il sorso è fresco ma soprattutto sapido. Una particolare nota tostata del tutto varietale regala spessore aromatico al gusto. L’orma salina imprime la sua incisione e si protrae in persistenza.

 

Cortona Syrah DOC Crano 2015

 

Naso carnoso, che dapprima si apre sulla frutta rossa per poi mostrarsi in tutta la sua anima stratificata. La parte di cuoio e quella di cioccolato regalano pennellate scure in cui è armonicamente inserita la spezia. La bocca risulta quasi piccante per la sapidità spiccata, nervosa eppure elegantissima in questa sua energia. Un vino dall’esuberanza composta.

 

Toscana IGT Arenite 2015

Un Syrah finora proveniente dai migliori vigneti e che, con la vendemmia 2020, diventerà espressione di un singolo appezzamento. È un Syrah più intenso in ogni sua forma espressiva. Più speziato, più morbido, più dirompente, più appariscente. Il naso è ancora più carnoso, definito da un succo spiccato, così come spiccate sono le note di erbe balsamiche e caffè. Il gusto è condotto da una traccia di liquirizia e, dopo qualche tempo, una lieve nota di cola che trascina con sé l’eco della freschezza netta. Il tannino è ben gestito, modulato da una certa rotondità che regala equilibrio al sorso.

 

 

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