BERGAMO EN PRIMEUR, L’EMERGENTE VITICOLTURA BERGAMASCA

La viticoltura bergamasca è da alcuni anni in fermento, tra la riscoperta di vitigni autoctoni, l’inserimento di varietali resistenti, e nuove realtà emergenti ad aggiungersi alle aziende storiche. Ciò si aggiunge all’essere assieme a Brescia capitale della cultura 2023, ed è in questo contesto che andrebbe inquadrato un evento foriero di ulteriori novità, Bergamo En Primeur, svoltosi il 14 marzo al Palafest di Grumello del Monte e che ha coinvolto undici aziende vitivinicole.

L’idea che emerge già dal nome utilizzato, di chiara origine francese, è quella di proporre vini che dovranno essere commercializzati in un futuro prossimo, dando modo agli operatori di assaggiare in anteprima una referenza scelta per l’occasione da ogni azienda presente.

La giornata è stata divisa in tre fasi: in prima mattinata l’assaggio dei vini che le varie aziende avevano appunto scelto di far degustare en primeur, a partire poi da mezzogiorno si poteva cominciare ad assaggiare tutta la gamma delle realtà presenti. La terza fase era invece dedicata ad una masterclass pomeridiana, che proponeva una degustazione trattante bottiglie vintage, andando a ritroso fino agli anni ’90.

Simpatica l’idea dell’alternanza dei momenti, anche se forse un poco macchinosa, considerando anche che non tutti avevano la possibilità di soffermarsi una giornata intera.

Gli assaggi fatti hanno confermato la natura caleidoscopica della viticoltura bergamasca, sia attraverso il classico taglio bordolese che dagli anni ’60 caratterizza la Valcalepio, ma soprattutto passando per i varietali autoctoni come lo Scanzo, oggi vinificato anche secco e rosato, la Merera di recente recupero, ed il Franconia, qui chiamato Imberghem. Questi ultimi acquisteranno certamente un peso sempre maggiore anche per questioni di comunicabilità, fautori di una quantomeno unicità territoriale rispetto al taglio bordolese. A completare poi il quadro erano presenti in degustazione anche bianchi e passiti, dando quindi uno spettro completo di tipologie ed interpretazioni.

Tra le tante note positive, tra cui va sottolineata la volontà di proporre un evento unico nel suo genere a Bergamo, con il piacere del confronto delle varie zone e denominazioni bergamasche, è giusto altresì evidenziare una piccola criticità: è bella l’idea di proporre en primeur i vini delle varie cantine, ma ogni azienda ha interpretato diversamente il concetto, portando non solo annate differenti, ma anche prodotti presi in una fase diversa, tra chi per esempio ha scelto campioni da vasca e chi vini già affinati qualche anno in bottiglia. Di conseguenza risultava molto difficile, senza uniformità di intenti, farsi una idea generale, anche fosse solo sull’annata, che è quello che generalmente dovrebbe uscire da una manifestazione di questo genere. Questo è solo un piccolo consiglio su quella che è già una ottima base di partenza per ciò che potrebbe divenire negli anni un evento di riferimento per l’areale.

 

 

 

I MIGLIORI ASSAGGI

 

 

Imberghem Pecis

Franconia 100%, veste un rosso scarico, limpido e dai riflessi vescovili. Al naso emergono sentori che raccontano una frutta croccante, rossa, uniti ad una florealità che si declina su viola e violetta, nonché una parte leggermente ematica. Il sorso è facile e scorrevole, giocato su freschezza e salinità, con un tannino appena accennato ed una chiusura dove emerge una nota agrumata di arancia. Vino estivo e di bella serbevolezza.

 

Gavazzeni La Cornasella

Assemblaggio di Cabernet Sauvignon e Merlot, veste una media massa cromatica, color rubino, di bella limpidezza. Naso che chiama una parte balsamica di menta ed eucalipto ed un frutto scuro, di mora e mirtillo, uniti ad una speziatura che ricorda pepe e garofano. Il palato dispone di una buona struttura, con il tannino a dare l’impalcatura del sorso, che rimane comunque succoso nel centro bocca sulla frutta scura ed una parte linfatica e floreale a far da cornice, fino ad una chiusura che potremmo definire autunnale nei richiami di corteccia e sottobosco.

 

Rosso del Lupo Tosca

Veste un rosso rubino, dai riflessi vescovili. Parte olfattiva che richiama il sottobosco, tra china, rabarbaro, nota linfatica e un frutto di dicotomia, rosso e scuro. Il sorso è cadenzato, con un tannino ben integrato e note che vanno a richiamare sia la fragola, la mora ed il ribes, sia un poco di tabacco da pipa e pepe aromatico. Chiusura di bocca composta, che invoglia il sorso.

 

Brolo dei Gueli Castello di Grumello

Merera 100%, si presenta con una media massa cromatica, color rubino. La parte olfattiva è primaverile, con una cadenza di fiori rossi appena colti, nonché sensazioni di piccola frutta rossa, turgida e croccante. Il sorso è succoso, agile e fresco, dove il tannino è lieve e la verve è dettata tutta dall’acidità, legata sempre ad un frutto rosso e solare, nonché a ritorni di albicocca e prugna. Chiusura salina ed ematica.