CHÂTEAU AUSONE, UN VIAGGIO A SAINT-ÉMILION
Il velo del mistero di Château Ausone è posato sull’anfiteatro viticolo, per sollevarlo bisogna conoscere insieme la storia, i suoi dettagli e comprendere i frutti di queste meravigliose terre, i suoi vini. Château Ausone prende il suo nome dal poeta romano Ausonio, vissuto nel IV secolo d.C., proprietario di copiosi ettari di vigna arroccati sulle colline, i coteau, nella periferia meridionale del villaggio di Saint-Émilion. Situato ai margini dell’altopiano a 75 metri di altitudine, il castello domina la valle della Dordogna a sud-est.
La prima menzione delle cave e del nome Ausone (“pierrières et casteau Dauzonne“) risale ad un atto di vendita di pietre del 1592 redatto sotto l’ubicazione dell’attuale azienda vinicola. Per creare le gallerie sotterranee che oggi ospitano le cantine di affinamento, la pietra era stata scavata da sotto le rovine di un castello medievale, scomparso del tutto nel corso del Seicento, probabilmente per il riutilizzo delle sue pietre.
Quattro famiglie si sono successe, fino ad arrivare agli anni ’60 quando Château Ausone diventa proprietà della famiglia Vauthier. Alain Vauthier, al comando dal 1997, ci tiene a specificare che la loro è un’azienda a conduzione familiare: Alain si occupa del settore marketing ed export, la figlia Pauline, dal 2005, si occupa della gestione delle vigne, introducendo la filosofia della viticoltura biodinamica in completamento alla già esistente conduzione biologica e integrata del vigneto.
In totale oggi la famiglia Vauthier possiede circa 50 ettari nell’areale di Saint-Émilion suddivisi in sei Château: Château Ausone, Château La Clotte, Château Moulin Saint Georges, Château de Fonbel, Château Haut-Simard e Château Simard.
La classificazione dei vini di Saint-Émilion viene decisa dall’INAO, Institut national de l’origine et de la qualité, in ordine crescente di pregio: Saint-Émilion, Grand Cru, Grand Cru Classé, Grand Cru Classé B, Grand Cru Classé A. Alain ci confessa che dal 2010 il comitato giudica i vini in maniera errata tenendo conto più dell’ospitalità delle cantine che della qualità intrinseca. Ha ritenuto quindi di declassificare i suoi vini a partire da quello di punta, Château Ausone, da Classé A a semplice Saint-Émilion, giudicando superflue le denominazioni di punta.
Saint-Émilion è un villaggio famoso per la particolare composizione dei terreni, dove a predominare è la “roche blanche“, cioè la roccia calcarea. I sette ettari del plateau d’Ausone sono distribuiti sull’altopiano calcareo e sui pendii calcarei molassici e sono composti dal 90% di calcare e dal 10% da argilla. Terreni poveri, dove sono impiantate dalle 9000 alle 12000 viti per ettaro, 3000 delle quali sostituite anno per anno.
Il sottile strato di calcare siliceo argilloso fa sì che le radici raggiungano alcune decine di centimetri di profondità dove ottengono una varietà di minerali per azione capillare. Sui pendii, la profonda molassa consente una penetrazione delle radici molto più profonda e un abbondante apporto di acqua e minerali. L’unione di queste due origini geologiche contribuisce alla produzione di ottimi vini.
Il Cabernet Franc, amando terroir calcarei e collinari, è il vitigno principale dell’areale di Saint-Emilion. Negli ultimi anni il trend è quello di coltivarne sempre di più, a discapito del più popolare Merlot posizionato di solito nelle parti basse dei coteau e nelle piane dove sono presenti maggiori quantità di argilla. A causa del cambiamento climatico, il Merlot surmatura mentre il Cabernet Franc, che in passato arrivava in cantina ancora verde, oggi viene colto perfettamente evoluto, cambiando la composizione dei vini bordolesi. Oggi nel blend finale è sempre più ricercato l’elegante e fresco Cabernet Franc al posto dell’opulento Merlot.
La cantina di vinificazione è molto semplice e curata, i piccoli tini troncoconici di legno di rovere accolgono le uve delle singole parcelle per le prime fasi della trasformazione. Viene ridotto al minimo l’utilizzo delle pompe: si preferisce lavorare per gravità con grandi vasche che accolgono il mosto, vengono poi portate al di sopra dei tini per far cadere dolcemente il mosto sopra il cappello di vinacce.
La più piccola delle caves d’Ausone (1800 metri quadrati) è attualmente la cantina di affinamento dello Château. Fu scavata alla fine del XVI secolo, ma ci sono tracce sporadiche di sfruttamento che risalgono probabilmente al XVIII secolo. Sono state aperte due volte nel soffitto, per far entrare la luce del giorno. La cantina contiene da uno a duecento botti, a seconda del periodo di vinificazione, e una collezione privata di bottiglie della tenuta di quasi duecento anni, che invecchiano pacificamente in un’atmosfera perfettamente stabile. La temperatura è sempre intorno ai 12°C e l’umidità è estremamente elevata. Le pareti sono ricoperte da una preziosa muffa, il cladosporium celare, che vive delle sostanze liberate dall’evaporazione del vino e ha un ruolo determinante nel mantenimento dell’equilibrio ecologico della cantina.
Passeggiando tra le barriques Alain Vauthier sceglie quella che contiene l’annata 2018 di Château Ausone: Cabernet Franc al 75% e Merlot al 25%, questa annata esprime carattere, aroma virtuoso di marmellata di lamponi, baccello di vaniglia, caramellizzazione e nocciola. Al palato la finezza del tannino è inarrestabile, già completamente integrato, con una estrema fluidità.
DEGUSTAZIONE
Château Haut-Simard Saint-Émilion Grand Cru 2016
91/100
Le uve che compongono questo vino arrivano da un vigneto di inizio coteau ad alta intensità di impianto. Le operazioni effettuate in cantina comprendono délèstage (separazione totale del mosto dalla parte solida), pigiatura e tecnica del cappello sommerso. Blend di 80% di Cabernet Franc e 20% di Merlot, questo vino riposa per 18 mesi in barriques (70% legno nuovo e 30% di secondo passaggio). Esprime note di ribes nero e pepe rosso, complesso finale speziato e grigliato. Grande potenza e bevibilità.
Château La Clotte Saint-Émilion Grand Cru Classé 2016
92/100
Quattro ettari, in terreni collinari coltivati in prevalenza a Merlot, acquistati da Alain Vauthier nel 2014. Le uve vinificano in vasche inox da 55 ettolitri, durante la fermentazione si effettuano due follature al giorno (spinta delle vinacce verso il basso, con conseguente bagnatura) mentre verso la fine qualche rimontaggio e uso della tecnica del cappello sommerso. Complesso aroma di erbe aromatiche tra cui menta e timo, viola, bacche nere tra cui ginepro e sambuco. Al palato è agile, rotondo e vellutato. Finale succoso di mirtillo.
Chapelle d’Ausone Saint-Émilion Grand Cru 2016
94/100
Il secondo vino della tenuta arriva dal Coteau d’Ausone ed è composto dal 75% di Merlot e dal 25% di Cabernet Franc. L’aroma è profondo, complesso ma soprattutto elegante. Profumi di gelso, sottobosco, nocciola tostata, polvere di caffè. Si evolve in ibisco e ciliegia, mostrando la sua femminilità. Il sorso è un intriso miscuglio di sensazioni morbide che colmano nel finale che ricorda la radice di liquirizia.
Château Ausone Saint-Émilion 2016
96/100
Estrema attenzione nei dettagli, nelle singole operazioni, sia in vigna che in cantina. Blend inverso a quello di Chapelle d’Ausone, 75% Cabernet Franc e il resto Merlot. Vinificazione in piccoli tini troncoconici da 45 ettolitri, per rispettare ogni singola parcella. Aroma irresistibile, celebrale. Note vorticose di cranberry, melograno, mirtillo. L’eleganza del Merlot e la finezza del Cabernet Franc giocano in squadra rendendo questo vino sontuoso e preciso. Lo stile Ausone ricerca la freschezza, la prontezza di beva, la ricchezza e la complessità olfattiva e gustativa. Il velo del mistero non si è levato, non si riesce a comprendere come cotanta finezza e grandezza possano coesistere in un liquido tanto delizioso quanto enigmatico.