DARIO DI VAIRA, LA NUOVA BOLGHERI

Negli ultimi anni il fenomeno Bolgheri spopola. La sua qualità disarma, il suo paesaggio incanta. All’ombra del Sassicaia si impiantano nuovi vigneti e nascono nuovi produttori. Bolgheri oggi non è più solo dei marchesi, ma anche dei piccoli artigiani della vigna.

Uno di questi è Dario Di Vaira, vignaiolo indipendente, che conduce sia la sua omonima azienda vitivinicola che l’Agriturismo Eucaliptus, situati a metà della famosa statale Bolgherese. A pochi km di distanza, a Donoratico, risiede invece la nuova cantina di vinificazione e affinamento dove Dario trasforma le uve dei suoi otto ettari, situati in terreni misti molto vocati (di fianco troviamo Le Macchiole, per intenderci), distanti solamente qualche minuto dal mare.

Fondata dal papà Pasqualino Di Vaira negli anni ’60, l’azienda Eucaliptus produceva vini da tavola, destinati agli amici e alla vendita. Si trattava quasi esclusivamente di vino sfuso, in piccola percentuale presente ancora oggi, nei comodi bag-in-box. Dal 2008, Dario, dopo la laurea in viticoltura ed enologia prende le redini della cantina, cambia totalmente prospettive e investe fortemente nel suo territorio, acquisendo nuove parcelle e costruendo la nuova cantina, attiva dal 2017.

Dario di Vaira

A partire dai soli vigneti di proprietà Dario produce i suoi nettari conoscendo profondamente le diverse espressioni dei singoli appezzamenti, immersi in un areale ricco di “toscanità”. Oltre alle vigne, infatti, qui si coltivano ulivi, ortaggi e frutti, questi ultimi prontamente serviti nel ristorante dell’agriturismo. Km 0? Ovviamente. Le odierne economie farm-to-table trovano qui un precursore ideale.

Rinunciando definitivamente alle grandi quantità in favore della qualità, Dario coltiva le sue vigne rispettando l’ambiente e il suo ecosistema, riducendo le rese medie per ceppo e applicando sovesci interfilare. Sui terreni a matrice prevalentemente sabbiosa si allevano diverse varietà di uve a bacca rossa: dal re della Toscana, il Sangiovese, ai vitigni oramai bolgheresi di adozione, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e in piccole quantità Syrah e Petit Verdot. Dai suoli più argillosi nasce invece il Merlot mentre per le uve bianche – Viognier, Vermentino e Chardonnay – si preferiscono appezzamenti più vicini al mare, per la notevole quantità di sali minerali e sabbia.

Due sono i vini bianchi dell’azienda. Il Rapè (tabacco nero, in toscano) si compone di Viognier in purezza ed esprime elegantemente il frutto, mentre il Vermentino Le Pinete racchiude al suo interno le sensazioni iodate del mare e quelle calde del sole di Bolgheri.

Altrettanti sono i vini rossi. Il Bolgheri Rosso Clarice, oltre ad essere un omaggio alla marchesa moglie di Mario Incisa della Rocchetta, fondatore di Tenuta San Guido, è il primo vino imbottigliato prodotto da papà Pasqualino, espressione di carattere e potenza. Il vino di punta, il Bolgheri Superiore, incorpora solo il meglio degli appezzamenti aziendali.

Le vigne caratterizzano molto precisamente i vini di Dario per struttura, eleganza e finezza, dove nel calice, se chiudi gli occhi, senti Bolgheri e la sua tipicità. La sua macchia mediterranea, il suo eucaliptus. La sua impronta marina.

 

DEGUSTAZIONE

 

Bolgheri Rosso Clarice 2019

92/100

 

Blend di Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdot, il Clarice affina in barrique di rovere francese (principalmente di secondo e terzo passaggio) per 9 mesi e poi in bottiglia da 4 a 6 mesi. Il suo color porpora lascia intravedere lucenti riflessi rubino. Naso inizialmente cupo, ma che poi si apre in note di fragolina di bosco, amarena e foglia di tabacco. Bocca piena, tannino vivo e vinoso, dove la sapidità gioca con la freschezza regalando piacevoli momenti. Il finale,  mediamente lungo, ricorda la mandorla. Gastronomico.

 

Bolgheri Superiore 2018

95/100

 

Qui il Cabernet Sauvignon sale di percentuale, accompagnato poi da Merlot e Cabernet Franc. Completamente diversa la maturazione, che avviene in barrique nuove all’80% per 18 mesi, a cui ne seguono almeno 12 di affinamento in bottiglia. Rubino vivo. Naso complesso, genuino, distinto nei tratti di fieno, mora, succo di mirtillo, melograno, mirto, ginepro e polvere di caffè. Le note balsamiche, estremamente eleganti, ricordano il pino e la menta. Riaffiora poi la radice di liquirizia. Al palato è fresco, possente e vibrante. Il tannino saporito, sapido e scattante. Corposo e pieno. Finale di tensione e lunghezza notevoli, da cui si intravedere il suo ricco e lungo cammino dei prossimi anni.

 

agriturismoeucaliptus.com

 

Photo credits Linda Vukaj