LA MAGIA DEL CASTELLO DI SONNINO A MONTESPERTOLI
C’è un orologio nella vecchia cucina che batte le ore del cortile, dentro un mondo infinito che parla ancora. Tutto inizia da un castello, incrocio di affetti e memorie, immaginario e ispirazione per un vino che parla con orgoglio del suo terroir. Leone e Virginia de Renzis hanno le loro radici in questa residenza di famiglia, costruita nel XIX nella più piccola sottozona del Chianti e producono vino guidato dalla filosofia dei grandi chateaux scegliendo di lavorare solo uva coltivata nei propri vigneti, che si estendono su oltre 40 ettari. Montespertoli è una terra dove crescono sogni luminosi, vestiti di rosso rubino, rosa e ambra brillante. Castello di Sonnino vigila sul territorio e vive di un passato antico, insistendo nella scommessa sul futuro.
La proprietà nel 400 fu dimora di Macchiavelli, prima di essere, anni dopo, del Barone Isacco Sonnino, padre di colui che sarebbe stato un grande leader dell’Italia liberale, Sidney Sonnino. Nato nel 1847, Sidney fece i suoi studi a Pisa dove si addottorò in legge; nel 1867 entrò nel servizio diplomatico, ma i suoi interessi negli anni 70 motivarono studi e saggi sulla questione elettorale, sulla partecipazione e sulla vita politica dello Stato unitario nonché su temi e aspetti della economia italiana. Ecco perché il castello oggi custodisce l’archivio più importante della prima guerra mondiale. Tra i tesori più preziosi si ricorda una parte della prima bandiera moderna italiana, conservata come una reliquia, nonché codici e carte di piani di battaglia, mappe, foto ufficiali di capi di stato, tra opere d’arte, trofei di caccia, oggetti preziosi provenienti dalle mille avventure di questo grande protagonista della storia italiana. Una gioia per gli occhi e un grande motivo di vanto per noi italiani, a cui non sarebbe stato possibile assistere senza il barone Alessandro de Renzis e la baronessa Caterina Curradi. Perché l’amore tutto può: anche salvare dal tempo le memorie di un grande passato. Un breve periodo di esitazione prima di tornare nella proprietà di famiglia, poi galeotta, fu una estate: da allora nessuno andò più via da li. Alla padrona di casa piace sempre ricordare che “quando siamo arrivati qui, sembrava una caccia al tesoro. Si trovò di tutto: vestiti vecchi, porcellane, lampadari antichi, lettere d’amore. Una casa ferma nel tempo, dove ogni stanza era da esplorare”.
Ebbene, a loro va il merito di aver tirato fuori dal tempo una wunderkammer che oggi, si rivela ai visitatori nelle sue antiche vesti, dopo una lunga attività di ordine dell’archivio, di restauro conservativo della proprietà e recupero dei vigneti. “Il vino, la famiglia e lo stare insieme: non ci rendevamo nemmeno conto di quanto fosse fantastica questa vita” afferma la baronessa, che sempre terrà a mente come la colpì immediatamente “quella luce magica” che entrava dalle finestre del castello e illuminava gli affreschi, che anni più tardi avrebbero ispirato l’etichetta del Pichius, I.G.T. Toscana Rosato, 100 % Syrah. Il Pichius è un rosè persistente e con retrogusto fruttato, che si fa spazio tra i palati, con gusto morbido e fresco: note minerali che convivono con note floreali e sfumature di fragola e ciliegia. La baronessa, è l’anima creativa della famiglia, la mente che pensa e disegna le etichette e che proprio attraverso i vini bianchi e il rosè ha rinnovato l’immagine del Castello.
Tra i vini che da sempre, accompagnano la storia della famiglia il Cantinino, un I.G.T. Toscana Sangiovese, la cui uva proviene da una zona specifica della proprietà, Fezzana. Dopo18 mesi in barrique di rovere francese, il risultato è un vino dal quadro olfattivo complesso ma che con eleganza cresce al palato, con riproposizioni fruttate.
Da menzionare anche il San Leone, con la più alta percentuale di Merlot che passa 24 mesi in barriques di rovere francese. Il risultato profuma di more e mirtilli, inchiostro e china, con richiami di fiori secchi intrecciati a tabacco, spezie e note balsamiche. Una trama tannica intensa che conduce a richiami persistenti e minerali.
Dalla suggestiva Vinsantaia del 700 nasce il Red Label, il vin Santo che la famiglia ottiene con una tecnica tradizionale e un lungo lavoro dopo aver trascorso quattro mesi sulle stuoie e poi cinque anni in piccoli caratelli di rovere e castagno.
“Non siamo qualsiasi denominazione del Chianti ma siamo la denominazione di Montespertoli, la sottozona del Chianti più recente” afferma con orgoglio Leone che porta avanti, assieme al sogno dei suoi genitori, quello di creare una associazione con i produttori di Montespertoli per valorizzare la denominazione perché “l’unione fa la forza”.

Leone de Renzis
Castello di Sonnino è un microcosmo che ha ispirato chiunque vi abbia messo piede, anche il mondo della moda. È infatti aperta una partnership con la maison Gucci, che Virginia de Renzis gestisce con successo grazie al suo background in fashion production. Inoltre la proprietà è un campus universitario capace di creare importanti ricadute sul territorio. La famiglia, infatti, ha fondato “Castello Sonnino International Educational Center” per ricercatori, educatori e studenti impegnati a preservare l’ambiente e il patrimonio culturale per le generazioni future, che lo ha fatto diventare un luogo meta di pellegrinaggio di studiosi e appassionati di storia, dove assaporare tutto il terroir in un bicchiere di vino e dove la cultura è sempre al centro di ogni missione.