ROCCAFIORE, POST TENEBRAS LUX

Spesso, anzi sempre più spesso, ci capita di entrare in modalità “pilota automatico” nella maggior parte delle attività che svolgiamo quotidianamente sia legate ad iniziative doverose sia ad azioni di svago, di diletto. Il nostro andamento abituale, routiniano, è come se proponesse spesso, attraverso la memoria, condizioni riportabili a brevi déjà vu, sensazioni come di aver già visto, già vissuto, quella circostanza. Allora che fare per recuperare una partecipazione più attiva, più completa? Luca Boccoli ci ha accompagnato per mano in una sorta di viaggio atto a recuperare la nostra capacità di leggere, di scrutare, di cogliere aspetti e caratteristiche sensoriali andando oltre la vista. Arrivare al cuore di un elemento senza luce, nel silenzio più assoluto vinto solo da una musica accomodante, ha costretto me e le altre persone invitate a questa specialissima degustazione, a rispolverare il più autentico rapporto possibile con tutti gli altri sensi.

Il luogo è decisamente caldo e accogliente fatto di tanti speciali particolari legati al design e al mondo dell’altissima fedeltà. Poltroncine e tavolini si presentano in ordine mai casuale davanti ad elementi e sistemi audio di assoluta eccellenza che il padrone di casa Enzo (Crescenzo Abbate) cura con maniacale attenzione. La scelta azzeccatissima della location, Studio 33 in Via della Paglia, è di Luca Baccarelli, patron ed enologo della cantina Roccafiore di Todi. Ci racconta che con Enzo non c’è solo amicizia, c’è complicità e comunanza di interessi e passioni.

Il vero regista di questa memorabile degustazione, però, è il Boccoli. Straordinario professionista del mondo del vino, indimenticabili le sue “selezioni” sempre pregne di prodotti d’eccellenza che personalmente sceglieva direttamente dai produttori, in Italia e in Francia. Oggi, non più vedente a causa di un terribile incidente motociclistico, ha deciso di donare agli altri quanto la nuova situazione lo ha portato a sviluppare. Come dicevo ci ha presi per mano e invitati a indossare una mascherina, a concentrarci e a rilassarci per stabilire una connessione intima con il vino, sentimentale, confidenziale. Una modalità del tutto nuova e speciale attraverso la quale l’emozione supera la tecnica, la relazione intima e diretta supera l’approccio di metodo all’elemento.

Luca Baccarelli

E all’improvviso il buio arriva e nella sala musicale cala l’oscurità. I cinque calici diventano semplici contenitori allineati in cui si nasconde “la sostanza” in attesa di essere scoperta. Non c’è colore, tanto meno archetti e glicerina, ci sono solo eterei elementi olfattivi che arrivano al naso in forma anonima, discreta. Ci si sente inizialmente persi, quasi mancasse un elemento essenziale, ma poi capisci che la mascherina che Luca ha invitato a indossare non è un limite, anzi, è un’opportunità. L’assaggio chiude il cerchio, s’instaura un confronto intimo, amichevole, direi addirittura emozionale con il vino che godendo del favore del buio si trasforma in un confidente, in un amico che ci vuol raccontare sé stesso. In questo modo la mente attraversa l’elemento prima per mezzo delle profonde olfazioni e poi grazie ai ripetuti assaggi. Si presentano ricordi, considerazioni e previsioni sulla vita di questo amico appena conosciuto.

Così come repentinamente la luce scomparve altrettanto velocemente torna a illuminare calici e ambiente. Protagonista dell’incontro è FiorFiore, il Grechetto Igt prodotto da Roccafiore. Le annate in successione sono state la 2016, la 2017, la 2018, la 2019 e la 2014 in versione magnum a rappresentare l’ultima produzione firmata dal primo enologo dell’azienda, Hartmann Donà. Tutti e cinque sono vini di assoluta qualità, ben fatti, puliti e verticali. La 2016 è decisamente un cavallo di razza ma la 2018 risulta quella più armonica ed equilibrata dotata di tantissima freschezza, elegante e sapida. Una menzione speciale va alla 2014, da subito la più intrigante. Si coglie nitida la vecchia impostazione dove il legno lascia una traccia inequivocabile. L’annata particolarmente difficile e la bottiglia doppia, però, hanno reso questo vino coinvolgente e fascinoso, capace di una narrazione complessa e seducente che solo l’intimità del buio poteva disegnare così nitidamente. Post tenebras lux, nel cuore e nella mente!

 

 

roccafiore.it