EVE ARNOLD. L’OPERA, 1950-1980

Dopo il grande successo de L’Arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789-1968, dal 23 settembre 2023 al 7 gennaio 2024 le sale del Museo Civico San Domenico di Forlì si aprono a una leggenda della fotografia del XX secolo: Eve Arnold, la prima donna, insieme a Inge Morath, a far parte della prestigiosa agenzia Magnum Photos nel 1951. Promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, con il Comune di Forlì, la mostra Eve Arnold. L’opera, 1950-1980, a cura di Monica Poggi, nasce dalla collaborazione tra l’istituzione forlivese con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Torino, ed è realizzata d’intesa con Magnum Photos.

Jean Simmons on location for filming ‘Life at the Top’, Bradford, England © Eve Arnold/Magnum Photos

Negli anni, davanti al suo obiettivo, sono passati dive e divi del cinema, sfilate di moda e reportage d’inchiesta ancora attuali nello sguardo. Per questo la mostra si articola in un ampio percorso tra 170 fotografie: un vero e proprio viaggio all’interno della produzione della fotografa statunitense, sancita anche nel passaggio dal bianco e nero agli scatti a colori.

Al centro del lavoro di Eve Arnold” sottolinea Monica Poggi, curatrice della mostra, “c’è sempre l’essere umano e il motivo che l’ha portato a essere lì dov’è. Che i suoi soggetti siano celebrità acclamate in tutto il mondo, o migranti vestiti di stracci, poco cambia.

Migrant potato picker, Lond Island, USA, 1951 © Eve Arnold/Magnum Photos

La comunità afroamericana è stata la prima protagonista dei suoi scatti: inaugura, infatti, la sua carriera ritraendo le modelle delle sfilate di Harlem dietro le quinte, sovvertendo i canoni della fotografia di moda, abbandonando la posa in favore della spontaneità e dando dignità a un mondo sommerso.

Nello stesso periodo si occupa di un reportage sulla famiglia Davis residente a Long Island. Considerata una famiglia “tipo” americana, discendente dai primi coloni, i Davis possiedono diversi terreni dove sfruttano braccianti neri: un’occasione per la Arnold per mostrare le due facce del boom economico degli anni ’50 e mostrare al mondo il prezzo pagato dagli ultimi in nome degli affari.

Malcolm X during his visit to enterprises owned by Black Muslims, Chicago, Illinois, USA, 1962 © Eve Arnold/Magnum Photos

La fragilità, a partire dalla propria, è al centro anche di un lavoro di rara profondità, che le permette di attraversare il dolore per la perdita di un figlio traducendo in immagini quanto è venuto a mancare. Eccola dunque impegnata a immortalare i primi istanti di decine di neonati presso il Mather Hospital di Port Jefferson, riuscendo ancora una volta a cogliere l’essenza più pura di quanto si trova davanti.

British Vogue fashion shoot, London, England, G.B., 1966 © Eve Arnold/Magnum Photos

Dopo l’ingresso in Magnum comincia a entrare in contatto con il mondo dello spettacolo. Come primo incarico deve ritrarre Marlene Dietrich, la diva per eccellenza del cinema muto, durante l’incisione del suo album. La fotografa non si fa intimorire dal peso specifico di quella notorietà e inizia a fotografarla senza sosta, cogliendo la natura più vera di quell’immagine già tanto iconica. Nonostante le numerose indicazioni della Dietrich in fase di post-produzione, Eve Arnold decide semplicemente di ristampare meglio le foto e spedirle ad Esquire: un gesto coraggioso che ha scardinato l’immagine impalpabile della superstar tedesca, conquistando però anche la sua fiducia e apprezzamento.

Ed è proprio a questa filosofia che si rifà quando dovrà ritrarre Joan Crawford durante gli innumerevoli “riti” estetici prima di entrare sul set, affidandosi all’istinto e al suo sguardo vorace e acuto e arrivando così a mostrare il lato più intimo e autentico di un mito.

US actress Marilyn Monroe reading Ulysses by James Joyce, Long Island, New York, USA, 1955 © Eve Arnold/Magnum Photos

Al vertice della sua produzione legata al mondo di Hollywood troviamo Marilyn Monroe, “il legame che ci univa ruotava tutto intorno alla fotografia. Le mie foto le piacevano ed era abbastanza arguta da capire che rappresentavano un modo nuovo di ritrarla”, spiegò poi la stessa Eve Arnold. Erano ritratti lontani dall’immaginario già legato alla diva, scomposti, realizzati dopo lunghe giornate di set, non più irraggiungibile.

Young girl, Kabul, Afghanistan, 1969 © Eve Arnold/Magnum Photos

Sempre grazie a Magnum cominciano anche gli incarichi internazionali, che la fanno tornare a una fotografia più impegnata: nel 1969 si occupa del reportage “Oltre il velo” tra Afghanistan, Pakistan, Turkmenistan, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, un progetto che la porterà a produrre un documentario, il primo a mostrare l’interno di un harem di Dubai.

Equestrians acrobats rehearsing, Inner Mongolia, China, 1979 © Eve Arnold/Magnum Photos

Nel 1979, invece, si recherà in Cina per documentare il cambiamento del Paese dopo l’insediamento di Deng Xiaoping, sempre più aperto verso l’occidente, sempre più decisa a far emergere quanto diversamente celato.

La descrizione più lucida e diretta del suo lavoro è probabilmente lei stessa a darla, fornendo anche la più chiara delle indicazioni di poetica “sono stata povera e ho voluto ritrarre la povertà; ho perso un figlio e sono stata ossessionata dalle nascite; mi interessava la politica e ho voluto scoprire come influiva sulle nostre vite; sono una donna e volevo sapere delle altre donne”.

L’esposizione è accompagnata dal catalogo “Eve Arnold”, edito da Dario Cimorelli editore.

 

Eve Arnold

Eve Arnold on the set of Becket, Photo: Robert Penn, FILM: Becket, England, 1963 © Eve Arnold/Magnum Photos

Nata nel 1912 a Philadelphia in una famiglia di ebrei russi, Eve Arnold inizia a fotografare in maniera non professionale a metà anni Quaranta. Nel 1943 si trasferisce a New York e lavora presso gli stabilimenti Stanbi Photos, dove supervisiona il processo di sviluppo industriale. In questo periodo sposa Arnold Arnold, con il quale ha un figlio nel 1948. Dopo aver lasciato il lavoro per accudire il figlio, nel 1950 frequenta un corso alla New School for Social Research guidato da Alexey Brodovitch, l’anno successivo il “Picture Post” pubblica il suo primo servizio, un reportage sulle sfilate di moda di Harlem. In questa occasione entra in contatto con i movimenti antirazzisti diventandone sostenitrice e fotografando più tardi da vicino l’ascesa dei Black Muslims e di Malcolm X. Nel 1951 diventa membro associato di Magnum Photos, divenendone membro effettivo nel 1957. In questi anni pubblica su riviste come “Life”, “Look”, “Paris Match”, “Vogue”, “Stern” e “The Sunday Times”, alternando servizi più impegnati ai ritratti dei protagonisti del mondo del cinema e dello spettacolo.

US actress Marilyn Monroe on the Nevada desert during the filming of “The Misfits”, directed by John Huston. USA, 1960 © Eve Arnold/Magnum Photos

Nel 1954 conosce Marilyn Monroe, con la quale stringe una profonda amicizia. Dal 1962 si trasferisce a Londra, continuando a realizzare reportage in tutto il mondo. Nel 1971 gira un documentario sulla condizione femminile in Medio Oriente, mentre nel 1976 pubblica il suo primo libro The Un-retouched Woman. Nel 1980 il Brooklyn Museum dedica una grande mostra al suo reportage sulla Cina. Nel corso della sua carriera ha ottenuto importanti riconoscimenti, fra cui l’elezione a Master Photographer da parte dell’International Center of Photography di New York nel 1995 e l’inserimento nell’Order of the British Empire nel 2003. Fra le mostre più importanti a lei dedicate si ricorda quella del 1996 presso il Barbican Centre di Londra. Muore a Londra nel 2012, pochi mesi prima di compiere 100 anni.

 

 

Eve Arnold

L’opera, 1950-1980

 

23 settembre 2023/7 gennaio 2024

 

Museo Civico San Domenico

Forlì

 

Cover: US actress Marilyn Monroe on the Nevada desert during the filming of “The Misfits”,
directed by John Huston. USA, 1960 © Eve Arnold/Magnum Photos (dettaglio)