Krug 2004, appunti di viaggio

Quando ero piccolo nella mia famiglia si usava trascorrere lunghe vacanze estive e invernali. No, per carità, non navigavamo nell’oro, le vacanze della mia infanzia, nonostante la durata che rispettava una consuetudine diffusa, erano low cost.

D’estate andavamo a Jesolo, affittando per un paio di mesi un semplice appartamento. D’inverno eravamo ospiti dei “parenti benestanti” sull’altopiano di Asiago. Ho ricordi vividi e intensi di quegli anni, scolpiti nella mente per sempre. Vivendo a Milano ad agosto mi lasciavo alle spalle il suo afrore di catrame liquefatto, e a dicembre quella fredda nebbia asfissiante gravida di smog. Magari non ho memoria di cosa ho fatto ieri mattina, ma le mie vacanze di 40 anni fa sono lì, nitide e attuali.

Il flashback più intenso è la sensazione del viaggio, quello di andata e quello di ritorno. Non che la vita in quei giorni di trasferta cambiasse poi molto, ma solo pensare di alterare il luogo, la casa, l’atmosfera, i profumi e gli scenari quotidiani, era eccitante all’inverosimile. Mi abituavo subito alla nuova condizione, quelle camerette essenziali e ordinate del mare e della montagna le adoravo. L’aria cambiava, la respiravo a pieni polmoni, percependo immediatamente benessere e serenità. Il ritorno invece era molto complicato. Appena rientrato in casa avvertivo una sensazione di inquietudine, quelle stanze in cui ero cresciuto non mi sembravano più le stesse e il malessere durava per giorni.

Ogni volta che bevo una bottiglia di Krug rivivo il percorso emozionale di quegli anni felici e lontani. Mi inebrio solo ad osservare la sua forma, sinuosa e repentina, che curva il vetro verso la sommità; bramo l’etichetta quasi araldica con quel nome breve e volitivo; alzo la temperatura corporea al momento di liberala dal tappo; poi lo verso e inizio il mio viaggio nell’eden di Krug. E non vorrei mai più tornare indietro.

Già perché arriva sempre il momento in cui il trip finisce e, all’ultimo goccio, immancabilmente mi chiedo: e adesso? Ecco il dilemma a cui tutti gli amanti di Krug sono condannati. Dopo aver bevuto un Krug non sei più lo stesso, e difficilmente puoi far finta di nulla.

L’unica alternativa è farsi forza, non illudersi che possa esserci un’alternativa e aspettare il viaggio successivo.

In verità, può capitare di essere più fortunati del solito e di farne ben quattro di viaggi, in un colpo solo. Mi è successo a Milano pochi giorni fa. La presentazione di Krug 2004, infatti, prevedeva che accanto all’ultimo millesimo ci fossero anche le Cuvée 160 e 164, oltre a Krug 2002.

L’attesa è stata spasmodica, ma a spezzare la tensione arrivano nel giardino di Al Fresco le prelibatezze di Enrico Bartolini. Tutti piatti vegetariani per l’occasione, per significare la freschezza di quest’annata 2004.

Poi finalmente inizia il percorso. Krug Grande Cuvée 164 Edition: una vivacità celestiale, frutta tropicale e pasticceria che si rincorrono, esce lentamente dal bicchiere, scende nella gola, attenua il dolore. Porto il calice al naso, chiudo gli occhi: aromi mediorientali, sembra di essere in un Hammam, la mirra, le spezie, poi velocemente verso il Nord Africa, sulle coste del Marocco, e a girovagare per i mercati e per i vicoli di Marrakech.

Riapro gli occhi, salgo senza fiatare su un altro treno. Krug 2002, punto a nord, ai boschi alpini, con i frutti rossi, le erbe, le radici, gli aromi balsamici; poi ancora più su, dentro la Foresta Nera; il legno umido, la rugiada del mattino, le foglie, la terra, i funghi.

Ci ferma Olivier Krug. Ci ferma. Non c’è tempo, al prossimo binario ci aspetta Krug 2004. Corro veloce verso l’Oceano, arrivo sulle lunghe e frastagliate spiagge della Cornovaglia, poi del Finistère francese, con gli spruzzi d’acqua salmastra, il profumo di iodio, di alghe marine, di ostriche appena aperte, di eternità e assoluto.

Ma è ancora Oliver ad arrestare il moto felice del mio animo. Devo tornare indietro, ma vorrei rifare tutto dall’inizio. Per fortuna c’è ancora una speranza, l’onnipotenza immaginifica di Krug Grande Cuvée 160 Edition. E in quest’ultima tappa, sono sincero, ho fatto il giro del mondo.

LES CRÉATIONS DE 2004 Un omaggio in edizione limitata al sogno di Joseph Krug. Krug 2004, la storia dell’anno 2004 catturata da Krug e Krug Grande Cuvée 160ème Édition, composta dalle uve della vendemmia 2004.