BOTERO, GENUINITÁ E TRADIZIONE CREMASCA
Nel centro storico di Crema esiste un luogo volutamente appartato, in armonia con l’anima gentile e il genius loci della città, nota per la sua tradizione culinaria molto legata al territorio e, allo stesso tempo, segnata da contaminazioni culturali favorite dall’avvicendarsi delle dominazioni straniere. Un luogo speciale, insignito dalla “Rossa”, ovvero la Guida Michelin, di due forchette e un piatto per premiarne comfort e piacevolezza.
Il Ristorante Botero, a due passi da Piazza Duomo a Crema, stupisce per il sapiente bilanciamento di eleganza unita a un ambiente scenografico e al contempo intenzionalmente frugal-chic contemporaneo, in grado di esaltare l’eleganza dell’edificio storico che lo accoglie al suo interno. Una corte interna adibita a dehors estivo ospita altri tavoli in un piacevole ambiente elegante. Si è circondati da un’eccellente sobrietà perpetua, che non distrae tuttavia dalla bellezza e bontà dei piatti.
I piatti sono preparazioni creative che guardano al mare e all’orto, quest’ultimo a filiera cortissima con consegna quotidiana da fornitori scelti in modo da valorizzare il territorio e l’ambiente. Elementi in grado di caratterizzare in maniera marcata i piatti presenti nei 12 menù stagionali, che nascono dall’estro creativo dello Chef Lorenzo Adobati. Sapori tradizionali, genuini e fortemente legati alla tradizione sono sapientemente abbinati con appassionata maestria e creatività dallo Chef Adobati, che in cucina amalgama sulla tavolozza dei sapori il mare, la terra e la tradizione con grande inventiva per stupire anche i palati più esigenti. Sapori concreti, prodotti locali reperiti direttamente nella zona di produzione si sposano armoniosamente con il tempo, che al Botero trascorre pigro tra una portata e l’altra invitando a decelerare i ritmi. Seguendo l’armonia del tempo e delle stagioni il trio creativo di soci composto da Marco Ferani, Direttore e Restaurant Manager, Lorenzo Adobati, Chef, e James Zerbi, Amministratore, propone piatti sempre in tono con il momento e in linea con il desiderio o le preferenze dei commensali.
Degni di nota i Tortelli dolci Cremaschi pizzicati a mano, introvabili al di fuori del territorio cremasco e nati come piatto di pregio probabilmente ai tempi della dominazione veneziana che introdusse, grazie al commercio marittimo con l’Oriente, l’uso di zucchero e spezie all’interno delle corti. I Tortelli del Botero sono infatti un sapiente mix di spezie e di dolci rinchiusi in una pasta leggerissima con una spolverata di formaggio a piatto ultimato. Ma prima ancora di questi eccezionali tortelli, si usa ordinare la Culatta di San Polo D’Enza con frittelle di Salva Cremasco, un saporito formaggio tipico del cremasco, che prevede una stagionatura minima di 75 giorni fino a 12 mesi da gustare fritto insieme alla Culatta (da non confondere con il culatello) un prosciutto morbido e magro che nasce tra le verdi colline della Val d’Enza, nel bel mezzo dei territori Matildici. Non mancano poi i piatti straordinariamente creativi come la Spadellata di calamari e cavolo nero, crema di ceci e crumble di caffè e rosmarino oppure la Lingua di vitello morbida e croccante, purea di sedano rapa e salsa remoulade.
Nonostante la cantina decisamente ben fornita, il Botero applica il diritto di tappo, una pratica molto diffusa oltre oceano e altrettanto poco conosciuta in Italia, applicando una CorKage-Fee di Euro 7 per bottiglia, permettendo così ai commensali più esigenti e ai collezionisti di gustare le bottiglie di particolare pregio della propria cantina in abbinamento ai piatti del menù del ristorante.