GIUSEPPE RACITI: ZASH, SUGGESTIONI E METAFORE
Suggestioni, eclettismo e prospettive in divenire accomunano chi del viaggio sa farne uno stile di vita, non solo un’esperienza. Il cosmopolitismo è l’ingrediente cardine della creatività di Giuseppe Raciti, executive chef del ristorante Zash, l’enclave fine dining del boutique hotel di design celato nell’agrumeto della famiglia Maugeri, un luogo in cui la sensorialità fa rima coi desideri, un eden nella triangolazione logistica tra Catania, il vulcano Etna, i suoi percorsi naturalistici ed enologici e Taormina, meta culturale d’elezione del jet set internazionale.
Ristorante stella Michelin che s’inserisce nel contesto di ospitalità ricercata, che sa coniugare assoluta privacy, spiritualità e natura all’heritage del palmento della tenuta, da cui si snodano le suite e le ville dotate di piscina privata e SPA, immerse nei giardini botanici e nel magnetismo del dell’orizzonte del mare.
Giuseppe Raciti interpreta con estro ed audacia espressiva le materie prime iridescenti di Sicilia e seleziona gli ingredienti internazionali più evocativi, per traslare, attraverso la sensorialità gustativa, le emozioni ad un livello d’intensità senza frontiere.

Giuseppe Raciti (sx) e la brigata di Zash
Viaggi che iniziano sempre da uno sfrigolante benvenuto siciliano, squisitamente tratteggiato dalla quintessenza dello street food e diaframmato dall’eleganza della tecnica magistrale dello Chef.
L’avocado coltivato a Giarre amplifica la voluttuosa texture della ricciola, agrodolci sussurrati di cipolla e polvere di pomodoro ne fanno assaggi mediterranei più che peruviani. Equilibri aciduli raffinatissimi ne contestualizzano l’identità e parallelamente invogliano a ricercare il brio delle amabili componenti.
Ingredienti come metafore, figurazioni di un vissuto personale tratteggiato dalla vivacità di aromi, spezie cajun ed una musicalità gustativa che ha l’eco jazz nella tortilla di astice, costellata di anacardi tostati che dribblano la piccantezza delle salse con suadente ed aromatica dolcezza.

Risotto Carnaroli, zafferano, crudo e cotto di pesci e crostacei e limone
Nel vissuto dello chef Raciti, forse ancora più dei luoghi, hanno significato e significanti prese di coscienza i suoi mentori: ad Ezio Santin – il secondo cuoco italiano negli anni novanta, ad ottenere il riconoscimento di tre stelle Michelin in Italia dopo Gualtiero Marchesi – ha dedicato un risotto allo zafferano mantecato ad arte, che si fa trama voluttuosa per le contaminazioni asiatiche di un crudo di pesce e crostacei. Una riedizione del sushi, un manifesto del simbolismo delle materie prime di ricerca e della tecnica che sublima il Carnaroli e la divagazione contemporanea fusion.

Filetto alla Rossini, jus di vitello, scaloppa di foie gras e tartufo
Minimalismo ed opulenza trovano sincronismo nella brillante edizione dei cardini dell’Alta Scuola francese e svizzera: foie gras, tartufo e manzo siciliano dalla millimetrica e donante frollatura. Una trilogia dedicata al compositore Rossini, che ammalia per la profondità umami del jus e le architetture sensoriali. Nella lussuriosa interpretazione di Giuseppe Raciti, la leggiadria aromatica si complessa armoniosamente alla passionalità fondente.

Cioccolato bianco, mango, frutto della passione, lime e cocco
Una nuvola accentata d’argento svela la pigna di mango e frutto della passione, cerca compendio nella dacquoise al cocco e plana nel giardino di Zash con i sentori esperidati di limone verde. Il limone IGP dell’Etna, agrume polifonico ricchissimo di antiossidanti, l’unico da raccogliere in estate.
Un menù euforizzante, ritmato dagli abbinamenti enologici del sommelier Daniele Forzisi, sempre vibrati di una ricerca trascendentale verso il bere miscelato e gli spirit. Accompagnamento ai menù che s’interfaccia ad una proposta lounge, istoriata anche dalle sinergie col bartender Alberto Paternò, autore della carta del pool bar, fulcro dell’aperitivo e delle atmosfere del dopocena.