LE ORIGINI “MORDACI” DEL FRANCIACORTA
Non chiamiamolo frizzante, magari neppure spumante. Ma mordace o addirittura piccante. Le origini del Franciacorta nel Rinascimento Italiano di Gabriele Archetti, con prefazione di Andrea Grignaffini (edito dal Consorzio Franciacorta) è un contributo prezioso per tutti gli amanti del vino. E soprattutto della cultura del vino. Gli studi storici sulla viticoltura sono molti, per fortuna, e spesso importanti. Ma non tutti sorprendenti come la dotta trattazione sulle origini delle bollicine in Franciacorta, che, come dimostrano le ricerche di Gabriele Archetti, risalgono almeno al tardo Medioevo e presumibilmente anche prima. Con persino “alcune velleità di invecchiamento! ”.
Della viticoltura in Franciacorta abbiamo notizie fin dall’VIII e dal IX secolo, grazie alle monache d benedettine del Monastero di Santa Giulia. Che sembra dedicassero la medesima cura alla preghiera e alle vigne, tanto che agli inizi del X secolo nel dominicum bresciano la quantità di vino era superiore a quello prodotto in tutte le altre tenute dominicali monastiche sparse per l’Italia. Persino nel vicino Veneto, pare. E, secondo le indagini del professor Archetti, sembra anche che le monache avessero già un’idea, sia pure intuitiva (grazie a Dio) di terroir.
Ma dobbiamo agli studi di un medico illuminato, quale Girolamo Conforti (1519-1595) la stesura di un trattato si pregi e i difetti del vino frizzante, il “Libellus de vino mordaci”, pubblicato nel 1570. Come tradurre “mordace”? Croccante? Piccante? Certamente “Gassoso”. Eppure tornando un po’ indietro nel tempo scopriamo un altro grande studioso, Agostino Gallo (1499-1570), che ci illumina sull’arte della fermentazione nel Rinascimento. E in particolare del Cisiolo, “un vino bianco benché fatto di uve nere, che restava dolce tutto l’anno, per non aver potuto bollire, e imbottato nelle cantine del Vescovo di Brescia attigue alla cattedrale”. Parole sante! Che fanno subito venire in mente il Pinot Noir vinificato in bianco sia in Franciacorta che in Champagne. Ma siamo nel XVI secolo. Il suo trattato “Le dieci giornate dell’agricoltura, e i piaceri della villa”, ampliato e revisionato a più riprese, è almeno per quanto riguarda la viticoltura un vero capolavoro, a tratti profetico.
Mordace e piccante è, insomma, anche questo libello voluto fortemente dal Consorzio Franciacorta, senza finalità commerciali, ma esclusivamente culturali. Uno strumento prezioso per tutti i cultori della Franciacorta e del vino in generale, che si può scaricare anche in PDF sul sito ufficiale del Consorzio.
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