OSTERIA DELLA STAZIONE, ENCLAVE FRIULANA IN CITTÀ

Consolato friulano a Milano. Questo pay off potrebbe anche sembrare una gratuita manifestazione di supponenza, un’inutile ostentazione ma, nella realtà, le cose stanno proprio così come le si legge. L’Osteria della Stazione è un’enclave friulana nel cuore pulsante di Milano, in una piccola e silenziosa via così vicina al rumore e alla frenesia della monumentale Stazione Centrale della città.

Un ambiente semplice, caldo, accogliente e di forte identità locale; più di quattrocento chilometri, quelli che separano la città dal Friuli, qui si annullano in un istante. È un viaggio culturale, storico ed enogastronomico in una terra di confine così aspra e bella ma, al tempo stesso ospitale e calda, e l’artefice è Gunnar Cutero, ristoratore da più di vent’anni con il cuore ancora laggiù dove è nato, ma milanese da moltissimo tempo. Un imponente e carismatico signore di mezz’età, con un importante passato agonistico come giocatore di football americano, per temperamento e testardaggine friulani uniti a un’indole pratica e imprenditoriale decisamente meneghina. Lo si potrebbe pensare, e lui di sicuro ci tiene, come un oste.

Gunnar Cutero

È lui stesso che accoglie i clienti, ne racconta il menù consigliandone, se richiesto, i piatti da non perdere, magari in abbinamento con un buon vino della sua terra d’origine; al muro una lavagna d’ardesia descrive le proposte speciali dell’Osteria della Stazione, che qui ha preso casa nel giugno del 2012.

Le ricette nascono dall’ispirazione ai prodotti di stagione, a volte rivisitate con garbato estro e riguardo al loro luogo d’origine per una cucina che si fonda sul rispetto della ricchezza del territorio e sull’uso di materie prime friulane di qualità che, sposandosi con una gastronomia tipicamente lombarda, assumono una nuova identità, del tutto propria. Sono salumi che raccontano la loro terra di confine, sono risotti, paste ripiene, tagliolini fatti in casa così come lo è il pane, o il celebre frico con patate di Godia, cipolle di Cavasso e Montasio, carni di pezzata rossa friulana, cassoeula d’oca e molti altri, a seconda di disponibilità, periodo e scelte di oste e chef.

All’Osteria della Stazione il Friuli parla di sé anche nel calice: sono più di duecento i vini friulani proposti, alcuni in esclusiva per il locale di Gunnar (che, guarda caso, è anche sommelier) e, comunque, tutti di estrema qualità per piccoli produttori di nicchia. Il denominatore comune, al piatto e al bicchiere, è la scelta di privilegiare, nel nome dell’eccellenza, il chilometro zero, la stagionalità degli alimenti, e l’artigianalità del produttore o partner dell’oste. All’Osteria della Stazione però si respira e assapora la terra di confine anche nel dopo pasto: sono notevoli, spesso ignote ai più, le proposte di distillati e grappe, per un percorso a trecentosessanta gradi che parla di Friuli, della sua gente, cultura e storia, e che va ben oltre l’idea di una cucina, comunque, di forte identità locale.

 

osteriadellastazione.it

 

Photo credits Claudia Reali