ZUMA, LA MIXOLOGY DELLE MASCHERE

Nel mondo dove è già stato inventato tutto, Zuma Roma continua a stupire, trasformandosi stavolta in un palcoscenico del teatro dove vanno in scena i cinque nuovi protagonisti: cocktail ispirati alle più famose maschere nipponiche. Tutte le maschere fanno riferimento agli antichi miti e leggende, agli demoni, agli dei, e alle misteriose creature, e sono usate per incarnare personaggi o tradurre espressioni. Kabuki è una rappresentazione teatrale nata in Giappone all’inizio del XVII secolo. La parola stessa Kabuki è formata da tre ideogrammi: ka (canto), bu (danza), ki (abilità) che nell’insieme significano “essere fuori dall’ordinario”. All’inizio al teatro recitavano solo le donne, ma in seguito ai divieti moralistici gli interpreti diventarono gli uomini, facendo anche le parti femminili con l’aiuto di un trucco pesante e d’impatto. Ora le maschere hanno l’uso puramente decorativo, in occasioni particolari vengono indossate durante le danze, ma rimangono sempre i simboli più classici della cultura nipponica.

Ed ecco quali sono le nuove affascinanti creazioni proposte dai mixologist di Zuma, ispirati alle rappresentazioni teatrali giapponesi.

MENPO è il Samurai che doveva spaventare i nemici, è rappresentato con una bocca feroce. Il cocktail a base di Don Julio Blanco, sakè umeshu, lime e soda è servito in un bicchiere guarnito con una piramide di ghiaccio con un samurai all’interno.

ONI ha un volto arrabbiato con denti appuntiti e corna del diavolo. Questa maschera incarna le forze oscure che cercano di impadronirsi della casa, ma in cambio di regali e sakè, porta salute e prosperità a tutta la famiglia. Un sour cocktail a base di vodka, nigori sakè, sciroppo di pera nashi, limone e albume è servito in una scatola di legno dalla quale, appena viene aperta, esce il fumo bianco; e una skeleton leaf completa la guarnizione.

KITSUNE  è una maschera affascinante, perché rappresenta una volpe rossa giapponese che si trasforma in una bella donna. In epoca medievale si credeva che qualsiasi donna incontrata da sola, soprattutto al tramonto o di notte, potesse essere una Kitsune. Il cocktail  a base di gin, sakura vermuth, purea fresca di lampone, limone e latte, è Il clover club chiarificato servito in un bicchiere da Martini con uno scenico diamante di ghiaccio scolpito a mano e un finale di essenza di biscotto.

HYOTTOKO è il Dio del fuoco, e ha il potere di creare oro con l’ombelico e con la sua divertente maschera, si suppone, soffi attraverso una cannuccia di bambù per accendere il fuoco. Un cocktail a base di Bourbon, miso, caffè e soluzione salina è servito in un bicchiere inserito nella forma della maschera e decorato con le foglie di bambù e un chunk di ghiaccio timbrato Zuma. Dalla bocca della maschera esce a lungo il fumo bianco che riporta il pensiero alla performante divinità.

TENGU è un Demone che incarna lo spirito della montagna. Questa maschera giapponese con la sua faccia spaventosa è molto comune nel folklore nipponico e con il suo lungo naso è facilmente riconoscibile. Il cocktail a base di Zacapa 23, Zuma Rome blended vermouth, bitter e roibos tropicale è servito nel bicchiere da cognac con un grosso chunk di ghiaccio e una sottile maschera di cioccolato come tocco finale.

È possibile prendere l’aperitivo nella splendida lounge di Zuma con rooftop panoramico, al quarto e al quinto piano del palazzo. I cocktail sono accompagnati da alcuni assaggi in abbinamento, come i cubetti di tofu fritto con l’insalatina di germogli, i bocconcini di salmone marinato con foglie di shiso e semi di sesamo o il carpaccio di capasanta con zucca e tartufo.

Gli ultimi due cocktail sono creati più come dopocena, per questo vengono abbinati ad un vassoio di cioccolatini al tè matcha, passion fruit e miso.
Sempre impeccabile il servizio da Zuma, attento, professionale e molto preparato. Qui ci si sente sempre degli ospiti graditi e coccolati. Insomma, è un’altra bella esperienza dai sapori nipponici da vivere nel cuore di Roma.

 

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