ALTO ADIGE, “SUA MAESTÀ” IL PINOT NERO
Come una collana di perle, i vigneti altoatesini si snodano lungo l’Adige e l’Isarco, i due fiumi che si uniscono a pochi chilometri a sud di Bolzano e si slacciano proprio come una “Y”, giustappunto con la biforcazione rivolta verso nord: piante che crescono e prosperano in un fascinoso scenario, lassù nei rilievi della Val Venosta e della Valle Isarco e laggiù nella piana settentrionale, dove peraltro “termina” la lettera greca. I vini che si ottengono trovano un inevitabile e proficuo dialogo con l’arco Alpino, ma amano sussurrare dolci e soavi espressioni anche al suo non lontano bacino mediterraneo. Nettari che rappresentano l’abbondante varietà, attraverso la quale i produttori altoatesini creano una gamma di prodotti eccelsi, a dire il vero, pressoché unica ed esclusiva in tutta la penisola italiana.
Una molteplicità di terreni con svariate peculiarità – porfido vulcanico, calcare dolomitico, roccia metamorfica di quarzo e mica – ospita infatti oltre 20 vitigni differenti, presenti in altitudini che spaziano tra i 220 e i 1000 metri. In altre parole, una storia di 300 milioni di anni che ha conferito all’Alto Adige la sua attuale configurazione topografica, dove i vulcani e la conformazione geologica delle Alpi ne sono gli indiscussi artefici.

Vigneto Pinot Nero Mazon, Hofstätter
L’inestimabile talento vinicolo di tale areale ci regala, in quest’occasione, piacevolissime conferme nel Pinot Nero, vitigno che si è perfettamente adattato elargendo, già da diversi anni, finezza e verticalità piuttosto singolari, a testimonianza di un terroir idoneo alla sua più sublime interpretazione organolettica. I primi tentativi di coltivazione risalgono, con un velo di mistero, intorno alla prima metà del 1800, senza dimenticare però l’apporto fondamentale di tre personaggi di spicco della storia (non solo vitivinicola) che operarono nello stesso secolo per l’introduzione di differenti vitigni innovativi nel Südtirol: nell’ordine l’Arciduca Giovanni, Edmund Mach e Ludwig von Barthenau.
Che si utilizzino i sinonimi Blauburgunder (all’altoatesina), Spätburgunder (alla tedesca), oppure ancora Pinot Noir (alla francese), sua maestà il Pinot Nero è allevato nella Provincia di Bolzano prevalentemente attraverso la controspalliera, occupa quasi il 9% della superficie vitata e predilige, in linea di massima, suoli ghiaiosi-calcarei. Quello che nasce volgendo lo sguardo alla luce del pomeriggio a Mazzon, Egna, Montagna e Ora, è gettonato come uno degli esemplari più elevati della categoria per la sua struttura, complessità e profondità. Quello dei dintorni di Merano e di alcuni declivi della Val Venosta (con un’esposizione completamente a sud, una luminosità accecante e una forte escursione termica), è capace di trasmettere saporite tensioni palatali. Quello di Appiano, infine, alle quote corrette, si modula su una generosità lievemente più mediterranea, mettendo in evidenza nobiltà e raffinatezza.
Il focus sul Pinot nero rientra inoltre nel progetto “Europa, dove la qualità è di casa”, in cui i marchi di qualità dell‘Unione Europea forniscono ai consumatori uno strumento per orientarsi tra i prodotti alimentari e identificarne origine, qualità, sicurezza e grazie ai quali i produttori possono tutelarsi da imitazioni e contraffazioni. Un progetto triennale che fornisce, dunque, informazioni in quattro paesi, Germania, Italia, Paesi Bassi e Svezia, sulle garanzie di qualità legate ai marchi di qualità europei Igp, Dop e, come in tale caso, al marchio Doc.
Dulcis in fundo, la degustazione di alcuni “giovani” e deliziosi Pinot Nero appartenenti a rinomate cantine altoatesine.
Tasting
Pinot Nero Riserva St. Daniel 2017 Colterenzio
90/100
Aroma di buona eleganza, floreale e speziato nei rimandi analogici; gusto che si muove bene tra freschezza e dolcezza con una finale deciso e persistente.
Pinot Nero 2017 Falkenstein
91/100
Colore rubino leggero, spiccate note di erbe di montagna e sottobosco, molto succoso e naturale in bocca, lungo e fruttato nel finale.
Mason Pinot Nero 2018 Manincor
92/100
Lamponi, mirtillo e petali di rose, continuo e modulato al gusto, alquanto fine nei tannini, di notevole carattere.
Pinot Nero Riserva Matan 2017 Pfitscher
93/100
Puro e attraente all’olfatto (frutti di bosco, macchia mediterranea, spezie orientali), ha un palato ampio e compiuto, di bella finezza tannica e fresco contrasto acido, profondo nel lungo finale.
Pinot Nero Riserva 2016 Gumphof
93/100
Equilibrato e sanguigno, in cui le note salmastre si abbinano a sentori più rustici. Sviluppo dritto e tenace, piccante e incisivo.
Maglen Pinot Nero Riserva 2018 Tramin
93/100
Note di frutti di bosco e scorza di limone, al palato presenta un’affascinante dolcezza di frutto. Ampio e maturo, dai tannini finemente estratti e dalla chiusura netta e gustosa.
Pinot Nero 2018 Franz Haas
94/100
Fragrante e arioso all’olfatto, possiede una bocca fresca e balsamica, ricamata da tannini setosi e caratterizzato da una spiccata verve acida, dal finale di grande dinamismo gustativo.
Pinot Nero Riserva 2016 The Wine Collection San Michele Appiano
95/100
L’aroma offre i classici cenni di fragola di bosco, ciliegia e lampone, ma con un invitante senso di maturità e avvolgenza fruttata; al gusto è fresco, scattante, dal centro bocca armonioso e dal tatto vellutato, con finale limpido.
Ludwig Barth Von Barthenau Vigna Roccolo 2015 Hofstätter
96/100
Colore intenso, tonico, naso di mora matura e amarena, lieve e intrigante lato fumé. Brioso, vivo, a tratti croccante, pieno di frutto, davvero goloso e persistente.
suedtirolwein.com
Cover: photo credits Florian Andergassen