ALTO ADIGE, UNA TERRA VINCENTE

Sono oramai quasi trent’anni che visito con passione, prima per turismo e poi per professione, l’Alto Adige. Ho visto questo territorio crescere, evolversi, diventare quella meta da sogno che è oggi. Turismo, enogastronomia, cultura: l’Alto Adige è un paradiso di organizzazione e qualità, è indubitabile.

Al netto di qualche “inciampo” nella dizione dell’italiano, l’Alto Adige è pura espressione di uno spirito nazionale che vede nei suoi protagonisti degli esempi da seguire. Qui tutto sembra assolutamente perfetto, tutto sembra marciare con un ritmo oliato, qui tutti sembrano avere le idee chiare. E si raggiunge questa idilliaca atmosfera solo grazie a una serietà e a un’unità d’intenti uniche. Qui si progetta, si guarda al futuro e rispetto alle mie prime visite agli inizi degli anni ’90, in cui già si capiva più o meno tutto, oggi hanno anche una storia da raccontare.

Photo credits Florian Andergassen

Abbiamo partecipato all’Alto Adige Wine Summit 2021, l’appuntamento più importante attorno al mondo del vino altoatesino, kermesse imperdibile per chi, come il sottoscritto, ama alla follia questa terra e i suoi protagonisti.

Dal 9 al 12 settembre tre giorni per vivere intimamente l’Alto Adige, e non eravamo certamente da soli. “Siamo felici e orgogliosi di aver potuto accogliere più di 100personalità del mondo enologico suddivisi in piccoli gruppi per garantire la massima sicurezza. La manifestazione, che viene organizzata dal Consorzio Vini Alto Adige, è stata resa possibile grazie anche all’impegno di tutti i soggetti e le istituzioni coinvolte e a tutti i produttori altoatesini che in questi giorni si sono spesi per trasmettere al meglio il nostro immenso e variegato patrimonio enologico” sono le parole del bravissimo Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige.

Eduard Bernhart, Direttore Consorzio Vini Alto Adige (Photo credits Alex Filz)

Gli fa eco Eduard Bernhart, Direttore del Consorzio, altro grande protagonista del Summit 2021, con il suo sorriso coinvolgente: “Questa terza edizione è stata anche un’occasione per fare il punto sull’attuale situazione del settore: in una congiuntura economica complicata, l’Alto Adige del vino si è adoperato per mantenere il settore competitivo, in Italia e all’estero, sperimentando nuovi paradigmi di comunicazione e di vendita che oggi ci permettono di essere più forti, meglio preparati, più digitali, più social, più comunicativi, più adattabili e più dinamici che mai”.

L’Alto Adige è un territorio in fermento che ha colto le sfide dei tempi moderni per guardare e pianificare con lungimiranza il prossimo futuro della viticultura altoatesina. “Un fondamentale progetto per il nostro territorio, ad oggi sul tavolo di discussione a livello ministeriale è l‘introduzione della zonazione, ovvero le menzioni geografiche aggiuntive. Si tratta di un progetto di estrema importanza che darà un ulteriore impulso e ancora più legame ai nostri vini con la terra dove nascono. La zonazione rispecchia la nostra visione per i prossimi decenni della viticoltura altoatesina” queste le parole di Martin Foradori, Vicepresidente del Consorzio e uno dei vignaioli più straordinari e lungimiranti che abbia mai conosciuto.

L’Alto Adige Wine Summit è stato animato da un programma fittissimo: visite ai vigneti, incontri con i vignaioli, degustazioni esclusive, cene stellate. A cominciare dalla cena di gala al magnifico Castel Mareccio a Bolzano, degno luogo per celebrare i valori e la qualità che l’Alto Adige sa esprimere oggi.

Abbiamo visitato Tenuta Pacherhof e l’Abbazia di Novacella, due realtà luminose, dove l’anima bianca dei vini altoatesini è celebrata con una qualità straordinaria, abbiamo indagato decine di etichette nella degustazione tecnica organizzata nella Sala Carroponte del Parco tecnologico NOI di Bolzano, la cui organizzazione ha impressionato per efficienza e perfezione e che ci ha dimostrato la qualità media altissima dei vini altoatesini (su tutti uno smagliante Müller-Thurgau Feldmarschall von Fenner 2020 di Tiefenbrunner che rimane uno dei migliori vini bianchi italiani in assoluto). Abbiamo partecipato a innumerevoli appuntamenti scanditi con un ritmo preciso, degno della cultura che qui domina. Ma uno in particolare ricordiamo con una punta d’affetto, la cena al Zum Löwen, sicuramente per la piacevolezza di una cucina moderna e brillantissima, ma soprattutto per la presenza di un personaggio unico come Peter Dipoli, che ha presentato i suoi vini assieme a Cantina Colterenzio e Cantina Tramin. Dopo i primi momenti più istituzionali il ghiaccio l’ha rotto Peter, che si è seduto al nostro tavolo abbracciando una magnum di Yugum 2011, iniziando uno show di racconti e aneddoti che avrebbe potuto continuare tutta la notte.

Peter Dipoli

Ecco, finché ci saranno personaggi come Peter Dipoli, che incarnano con una simpatia travolgente tutta forza di una terra unica, in Alto Adige sarà decisamente semplice da realizzare qualunque cosa.

 

 

vinialtoadige.com

 

Cover: Photo credits Tiberio Sorvillo