I BAROLO DI TENUTA CUCCO
Avere un sorso di vino! Da lungo, lungo tempo
Raffreddato nelle profondità della terra,
Saporoso di Flora e della campagne verde,
Dei balli, dei canti, e di allegria solare…
John Keats
Tre alte torri, una diversa dall’altra e visibili a grande distanza che i langhetti chiamano i tre ciochè, disegnano il profilo verticalissimo del castello di Serralunga d’Alba, eretto nel XIV secolo da Pietrino e Goffredo Falletti e ancora oggi il più bel maniero dal quale ammirare le Langhe patrimonio UNESCO. Tra le vigne che lo circondano, anticamente indicate principalmente con il nome dell’esposizione “di mezzogiorno” o “del mattino” e oggi frazionate in una moltitudine di proprietà, tredici ettari appartengono a Tenuta Cucco della famiglia Rossi Cairo (già proprietaria de La Raia, a Gavi), che nel nome rimanda al “cucco”, ossia il cocuzzolo della collina dove si trova il vigneto più antico e simbolo di Serralunga, Vigna Cucco, parte del Cru Cerrati. Ci troviamo nella più prestigiosa zona del Barolo; qui infatti si produce quello che è considerato il miglior Nebbiolo da invecchiamento e i motivi vanno ricercati nella qualità delle produzioni, l’antichità degli impianti e il microclima favorevole legato all’altezza dei vigneti, tra i 230 e i 400 metri sul livello del mare.
Tenuta Cucco è condotta da Piero Rossi Cairo applicando i principi dell’agricoltura biologica per preservare, come è nella sua filosofia di vita, un terroir dalla fisionomia unica e tramandarlo alle generazioni a venire attraverso azioni concrete come il costante arricchimento della biodiversità e progressivi accorgimenti qualitativi nei sistemi di produzione affidata a Clara Milani, enologa di Tenimenti Rossi Cairo, con la consulenza di Piero Ballario, enologo che collabora con la famiglia Rossi Cairo dal 2005. Una collaborazione elettiva e di lungo corso è poi quella con Tommaso Arrigoni, chef del ristorante stellato Innocenti Evasioni che a Milano si è recentemente trasferito nel quartiere Bovisa e che ha ospitato l’evento di presentazione dei tre Barolo Docg 2019 Tenuta Cucco: Serralunga d’Alba, Bricco Voghera e Cerrati, in abbinamento a un menu pensato ad hoc dallo chef sia per accordarsi ai vini (seppure “restando un passo indietro” per non interferire nella degustazione) sia come specchio della propria capacità interpretativa di una cucina sensibile al gusto e alla sostenibilità.
Ha aperto la degustazione il Barolo Docg Serralunga d’Alba 2019 ottenuto con uve Nebbiolo raccolte interamente a mano provenienti dalla selezione (giammai dagli scarti) delle parcelle del cru Bricco Voghera e della parte più bassa del Cerrati. L’affinamento prevede 24 mesi in botti di rovere francese e di Slavonia da 25 ettolitri e una successiva sosta di 12 mesi in bottiglia. Il risultato è un Barolo classico di notevole equilibrio dalla tonalità molto intensa color rosso rubino brillante, con una delicata unghia aranciata. Al naso si susseguono note dolci e fruttate di sottobosco, praline di cacao alla ciliegia, amarena, lampone, prugna e spezie. Al palato dimorano equilibrio ed eleganza, acidità e tannini riconoscibili ma mai invadenti che promettono una lunga capacità di invecchiamento. Sensazioni appaganti che rimandano al tabacco e alle erbe essiccate, stemperate nei sapori del primo piatto abbinato: una Battuta di manzo al coltello spolverata di briciole di nocciole, contrastata dalle note acri di bagnetto piemontese e polposi porcini sott’aceto, omaggio alla Langa e alla vita agra di Bianciardi.
Le uve del Barolo Docg Bricco Voghera 2019 provengono da un vigneto situato all’inizio di Serralunga, una collina esposta a est abbastanza ripida e molto ventilata nella parte più alta, con terreni caratterizzati da un’elevata quantità di argilla che conferisce al vino struttura, potenza ed eleganza. A partire dalla vendemmia 2017 viene selezionata solo l’uva proveniente dall’area meglio esposta della vigna; vinificazione e affinamento avvengono come il Cerrati, ma con una maturazione in botti di rovere da 25 ettolitri che può durare da 24 a 30 mesi e un riposo di almeno 24 mesi in bottiglia. Colore brillante rosso rubino con riflessi aranciati, rivela al naso fragranze di violetta, rosa appassita, insieme a una lieve traccia di tabacco dolce e liquirizia. All’assaggio svela un corpo austero ma generoso, tannini soffici, una bilanciata armonia. Perfetto abbinato al Risotto mantecato alla zucca, spolverato di polvere di fave di cacao e mantecato con fonduta di Taleggio, che ne esalta la persistenza tra soffi di liquirizia e cuoio dolce.
Il Barolo Docg Cerrati 2019 è presentato come la più autorevole espressione del territorio, caratterizzato da vigneti impiantati a 400 metri sul livello del mare e ricchi di calcare e tufo, a conferire alle uve abbondanza di tannini e polifenoli. L’affinamento prevede che il vino venga posto 30 mesi in tradizionali botti da 25 ettolitri, a cui segue l’imbottigliamento e una maturazione minima di 12 mesi. Il naso è ben delineato e propone una trama sensoriale quasi fumé, oltre a sandalo e incenso. In bocca è robusto, severo, tenuto in tensione da un tannino maturo, avvolgente, che fa presupporre una longevità non comune. Le note aromatiche sono un fervore di sottobosco, ciliegia e ribes che si mescolano a quelle morbide del Diaframma di Angus sormontato da radicchio maturato al miele e salsa BBQ. Un insieme dolce e armonioso che stimola il ricordo della definizione del Barolo data da Arturo Marescalchi (enologo e senatore) nella prima metà del Novecento: “vino aristocratico” e “uno dei grandi vini” (da arrosto) italiani, ribaltando così il meno lusinghiero giudizio di Cavour che, seppure eccellente agricoltore, era sempre stato scettico sulle sue virtù e sulle possibilità di perfezionarne la vinificazione. Opinione smentita dai progressi costanti accompagnati a un approccio etico perseguiti da aziende come Tenuta Cucco.
Tenuta Cucco
Innocenti Evasioni