CAMPO ALLA SUGHERA, DIMENSIONE ASSOLUTA
“Cosa dice l’odorato, e il palato, quando sorseggiamo un vino prodotto in un luogo, in un paesaggio che non abbiamo mai visto, da una terra in cui non abbiamo mai affondato il piede, e da gente che non abbiamo mai guardato negli occhi, e alla quale non abbiamo mai stretto la mano? Poco, molto poco”, così Recitava Mario Soldati e ben si sposa alla Toscana di Bolgheri. Una dimensione singolare di assoluta bellezza, tra mare e colline divise da un rettilineo bordato da “duplici filar” di cipressi che solcano in due la maremma livornese. Naturalmente ci riferiamo al celebre Viale dei Cipressi, cinque chilometri che collegano il settecentesco Oratorio di San Guido sulla vecchia Aurelia, al minuscolo borgo di Bolgheri, tutti da percorrere con il naso all’insù. Una piccola Toscana all’interno della Toscana, un microcosmo di areali così peculiari per tradizioni e cultura, per usanze e per tipologia di viticoltura al punto da essere loro stessi dimensione tout court. Sintesi di tutte queste caratteristiche sono spesso le aziende vinicole capaci di porsi in ascolto con l’armonia di un contesto unico, le cui scelte sono dettate da cuore e saggezza.
Campo alla Sughera è il riassunto dei diversi aspetti di Bolgheri e della sua viticultura razionale sin dal XVII secolo, divenuta denominazione di origine nel 1983. La famiglia Knauf, grazie a una dettagliata classificazione dei suoli, individua dapprima gli appezzamenti più vocati: venti ettari di terreno abitati da querce da sughero – da qui il nome dell’azienda vinicola – di cui sedici coltivati a vigneto. La zonazione dà valore a vitigni come il Petit Verdot, che mai avrebbe trovato il giusto spazio se non si fosse vagliato passo per passo esposizioni e tessitura, suoli e terreni, sabbie e marne, dedicando tempo, studio e ascolto.

Frederick e Isabel Knauf
“Volevamo dare voce ai vigneti e per farlo siamo entrati nelle pieghe, nei solchi della terra”, affermano Isabel e Frederick Knauf. Gli elementi della terra incrociano tradizioni vinicole che si rifanno alla Francia di Bordeaux. Come il metodo médocaine, sistema di allevamento adottato negli Château di Bordeaux, un’elevata densità d’impianto che arricchisce il frutto grazie ad un’accresciuta competizione radicale, concentrando le sostanze polifenoliche. Campo alla Sughera elegge il Petit Verdot a interlocutore privilegiato, un vitigno che in una competizione a braccio di ferro con il Cabernet mostra i muscoli e la superiorità del fuoriclasse. Negli assaggi emerge chiaramente il multiforme rapporto pianta/suolo, la consapevolezza che la veridicità è sussurrata proprio dalla vigna.
DEGUSTAZIONE
Campo alla Sughera IGT Toscana Rosso 2015
95/100
Nuove ramificazioni del gusto s’intrecciano nella modernità di un calice punto d’incontro tra le migliori uve di Petit Verdot (50%) e Cabernet Franc (50%) Un SuperTuscan prodotto solo nelle migliori annate, contaminato da un sospiro di Francia (24 mesi di affinamento in barrique) e nelle forme di un piacere che trovano nel litorale bolgherese, tensione e sapidità. Un senso del gusto accessibile, intrinsecamente perfetto.
Arnione Bolgheri DOC Superiore 2015
94/100
Vino di classe e raffinatezza che coglie in ogni suo aspetto l’energia di Bolgheri e il potere della natura che si mostra con rispetto e misticismo. Arnione, l’alabastro puro in natura, è il nome scelto per evidenziare il legame e la dedizione verso il territorio, un sorso del blend Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, Cabernet Franc che si è sublimato dalla vigna al calice e che si propone contemporaneo nel gusto, aristocratico nei profumi, esteso nella profondità della sua esistenza.
Adéo Bolgheri DOC Rosso 2018
92/100
La gioventù sfacciata, meravigliosamente intrigante, esibizionista di un frutto piacevole, perfetto, croccante. Cabernet Sauvignon 60% e Merlot 40% in un paradigma collaudato, solcato da luce, vento e respiri marini. Frutto scuro, more e note di terra, gli odori di macchia mediterranea, resine e pini marittimi, la mineralità che intercalandosi alla sapidità dona lunghezza e verticalità.