CENT’ANNI DI VARVAGLIONE: STORIA DI VINO, PUGLIA E FAMIGLIA

Quella della famiglia Varvaglione è una storia tutta italiana. Gente del Sud che lavora, che sogna, che diventa capace e dinamica nel gestire, nel progettare.

Un percorso tutto personale lungo 100 anni, che dal bisnonno Cosimo è giunto a Marzia, Angelo e Francesca. Nel mezzo, il lavoro duro e le prime intuizioni di Angelo sr e Cosimo jr (attuale patron e agronomo) che hanno trasformato la piccolissima azienda familiare nella bellissima realtà di oggi, nella Puglia tarantina.

Ed è proprio questo il legame, forte e cristallino, che Cosimo ricorda attraverso i racconti di quando bambino accompagnava il nonno e il papà in campagna per l’acquisto delle uve. Legame che è ancora vivo e forte nei figli e che la moglie, Maria Teresa Basile, ha saputo rafforzare e custodire come ogni grande donna sa fare.

Quelle visite alla Masseria Pizzariello per contribuire alla buona riuscita delle vendemmie della Contessa Carducci hanno impresso nel cuore del giovane Cosimo l’ambizione di riuscire un giorno a fare altrettanto. Bene, il suo sogno si è avverato e quella bellissima masseria del diciassettesimo secolo oggi è il fiore all’occhiello della famiglia Varvaglione.

Da questo sentimento, dalla consapevolezza del lavoro fatto, delle difficoltà superate e dall’amore per la propria terra e per le antiche radici nasce l’esigenza di celebrare attraverso un prodotto il centenario di Varvaglione 1921. Per tale ragione è stato scelto come nome della bottiglia del centenario proprio “Masseria Pizzariello”.

Dietro questo progetto che ha l’ambizione di collocare la cantina tra le migliori realtà produttive italiane in forte ascesa c’è la profonda conoscenza di Cosimo e le considerevoli abilità tecniche dei suoi figli. Questo vino – tre uve nere: Primitivo-Negramaro e Aglianico – è il vino del futuro, come ci racconta Marzia, primogenita e capo fila della nuova generazione Varvaglione. Dinamica, con importanti studi economici alle spalle, si occupa del marketing e ci rappresenta la necessità di accostare alle scelte del padre legate alle radici e alla tradizione nuove competenze tecniche che porteranno l’azienda verso nuovi traguardi. Il fratello Angelo, con un passato di studi alla Bocconi, oltre a seguire la gestione dei vigneti affianca Marzia nella cura di alcuni mercati asiatici. Poi c’è Francesca, terzogenita, con una laurea in Scienze Agrarie e studi di approfondimento sui sistemi di coltivazione delle vigne a Udine. Nelle sue mani passerà il controllo tecnico che fino ad oggi è stato del padre Cosimo. Insieme formano una squadra veramente ben assortita, coesa e dinamica che non nasconde le ambizioni celate dietro le tante le idee in cantiere. Il cambio generazionale farà del 2021 un anno da ricordare, sostengono all’unisono.

E se il buongiorno si vede dal mattino non è affatto difficile immaginare dove intendono portare il progetto con cui stanno celebrando il centenario. Forti della consapevolezza, della magia e dell’unicità del territorio e dei vitigni, hanno costruito una relazione di forme comunicative che va oltre la semplice narrazione sensoriale. Masseria Pizzariello riuscirà a raccontare molto di più. La nuova generazione ha immaginato di contrapporre gli investimenti tecnologi alla magia sprigionata attraverso l’etichetta, disegnata interamente a mano in cui ogni singolo elemento della composizione è creato con una tecnica mista di acquerelli, china e pastelli. Immagine, questa, che ha permetterà – sostengono – di generare una sorta di empatia con il cliente appassionato. Tutto questo è frutto dell’esperienza artistica condivisa con Frankie Caradonna, Art Director del progetto, e con Lucia Emanuela Curzi, Creative Director & Illustrator.

Inoltre, il centenario ha alimentato il desiderio di riannodare il legame della famiglia con la meravigliosa terra di Taranto raccontandone la bellezza. Per questo compito, delicato, fatto di sensibilità e cuore, è stato chiamato un importante fotografo di fama internazionale, Dirk Vogel. Attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica è riuscito a catturare volti, momenti, luoghi componendo così uno straordinario libro fotografico, Vite.

Questo centenario, dunque, segna una svolta dalle mille sfumature: le nuove innovazioni produttive, la profonda conoscenza delle nuove dinamiche di approccio al mercato, una sempre maggiore consapevolezza delle ricchezze del territorio e lo straordinario abbraccio di un padre che lascia ai propri figli il suo lavoro e il suo amore.

 

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