MADRI LEONE. LA FORZA DEI PROGETTI AL FEMMINILE
È una Puglia molto diversa quella che si percepisce dal racconto di Linda e Marilia Leone dell’Azienda Madri Leone, una Puglia che finalmente prende le distanze dai luoghi comuni di una viticoltura fatta per vini da taglio, o di vitigni capaci di esprimersi solo in potenza alcolica, o di un sud Italia che troppo spesso vede alla guida di progetti e imprese solide figure maschili. Invece Linda e Marilia sono donne e prima di tutto madri, madri che hanno scelto di percorrere una strada difficile ma estremamente affascinante, come sanno essere sole le grandi sfide.
Eroine del nostro tempo, impegnate in un progetto vinicolo interessante e forse un po’ audace rispetto al difficile momento che stiamo vivendo. Ma si sa, una delle mille doti femminili è la capacità di essere trasversali e la forza di cavalcare i nostri sogni, supportate da grandi abilità gestionali e imprenditoriali. “Multitasking, capacità di problem solving, alta resistenza allo stress, attitudine positiva e doti organizzative di altissimo livello: questo è ciò che viene richiesto a una donna che lavora, spesso con dei figli a carico. Un ruolo esattamente equiparabile a quello di un consumato manager di una multinazionale, ma non valorizzato come tale. Anche per questo abbiamo voluto chiamarci Madri Leone, perché essere madre di un progetto, e non per forza solo di figli, venisse interpretato in maniera possibile e propositiva”spiega Linda.
Linda e Marilia, origini che arrivano dal passato, dai profumi di mosto che sin da piccole riempivano la loro quotidianità nella casa dei nonni. Madri Leone, una nuova realtà che nasce come un racconto epico dedicato ad altre madri, un canto libero che, etichetta dopo etichetta, narra le storie di altre donne italiane. Il territorio è quello di Trinitapoli nella provincia di Barletta-Andria-Trani, a ridosso delle Saline e del fiume Ofanto che influenzano qualitativamente la produzione vinicola di quest’area. Una zona poco distante dalla Terra di Bari e dalla Capitanata, posizionata tra la Murgia, il Gargano e la Bassa Daunia. Un vero melting pot di suoli e climi dove trovano spazio i due ettari di vigneto di proprietà, situato nella zona di Cerignola e coltivato a Nero di Troia, a cui si aggiungono le uve dei migliori conferitori della zona, in particolare Bombino Bianco e Primitivo.
Conferitori con il medesimo “modus cogitandi” sotto la regia unica dell’enologo Leonardo Palumbo che ha scelto di puntare sulla riconoscibilità dei vini, tutti provenienti da vitigni autoctoni. “Ci affidiamo a piccoli conferitori, che allevano le nostre varietà autoctone con particolare cura e attenzione.Scegliamo piccoli appezzamenti, che monitoriamo in modo da garantire in vigna e in cantina il rispetto della biodiversità e della sostenibilità produttiva” spiega l’enologo. Un territorio ricco di influenze vinicole oltre che culturali, che sta vivendo una vera rinascita qualitativa. “Con Madri Leone stiamo puntando alla riconoscibilità e personalità di ogni singolo vitigno, a cominciare dalla cura delle vigne e dal controllo diretto dei singoli conferitori. L’influsso delle brezze marine e la vicinanza al mare gioca un ruolo fondamentale sulla qualità, valorizzata da un’accurata selezione in piante delle uve”. Come a ribadire che se al concetto di terroir togliamo la mano dell’uomo, rimane molto potenziale inespresso. Quel potenziale che Madri Leone sta cercando di esprimere coi suoi vini, identitari, particolarmente eleganti, con una pregevolezza legata alla freschezza, al fruttato e al floreale e a vinificazioni svolte esclusivamente in acciaio.
Ogni vino è stato pensato anche attraverso la sua etichetta, per raccontare la storia di una donna italiana; quasi un racconto di gesta femminili che hanno saputo cambiare le loro società. Donne spesso poco note, a volte celate dalla coltre di polvere del passato, che Madri Leone ha riportato in vita attraverso le loro etichette. “Per un anno intero, prima di decidere a quali donne dedicare uno dei nostri vini, abbiamo consultato decine di libri alla ricerca di storie che ci colpissero per coraggio, amore verso il prossimo e spirito di iniziativa. La scelta è stata difficilissima, ma crediamo di essere riuscite a trovare delle storie di donne davvero incredibili, che in qualche modo ci rappresentano tutte” raccontano Linda e Marilia Leone.
Due, al momento, le proposte dell’azienda ma in uscita altri tre vini: il Sanna Sulis Puglia IGT, il Delia a.C. Puglia IGT Bombino Bianco e il Saline Rosa Puglia IGT.
Un piacevole appuntamento.
Busa Puglia IGT 2019
100% Primitivo
Dedicato all’eroina della battaglia di Canne Paulina Busa, nobile romana di Canosa di Puglia, vissuta nel III secolo a. C. e considerata l’antesignana delle moderne crocerossine. Vinificato e affinato in solo acciaio ha il sapore del sale, delle foglie di tè verde e salvia, del ribes e dei frutti rossi. Netto il frutto in bocca, circoscritto e definito in una forza alcolica equilibrata, calda e avvolgente. Sorso di bella eleganza in un fil rouge che lo lega al secondo vino prodotto dall’azienda.
Valla 1936 Puglia IGT 2018
100% Nero di Troia
Il Nero di Troia in purezza intitolato a Ondina Valla, atleta olimpionica entrata nella storia. Ostacolista e velocista italiana estremamente versatile, ottenne vittorie nelle gare di velocità, ostacoli e nei salti. Fu la prima donna italiana ad aver vinto una medaglia olimpica a Berlino nel 1936, con il tempo 11’’36, che le valse il record mondiale. Valla 1936 ha il colore rubino profondo delle ciliegie, il naso balsamico e varietale della macchia mediterranea. Profumi floreali di geranio, di mirtillo, di prugna, accompagnano una speziatura dolce di chiodi di garofano e cardamomo; il pepato bianco e la sapidità intensa lo rendono nutrito e affascinante. Sebbene ancora un po’ giovane, il sorso si corregge in un tannino piacevolmente integrato e in un buon bilanciamento, tra freschezza e persistenza.